lunedì 10 maggio 2010

I 120 giorni dello Statuto FIV




Con la nomina da parte del Consiglio Federale di una “Commissione per la riforma dello Statuto federale”, entra nel vivo uno dei principali “desideri” nel programma del nuovo presidente Carlo Croce: lo snellimento burocratico, la diminuzione dei componenti del Consiglio, nuove procedure elettorali. Si tratta di obiettivi che Croce aveva posto sul tappeto anche nelle interviste “elettorali”, e puntualmente confermati nei primi interventi da presidente.

Queste dichiarazioni, riprese dall’intervento del presidente alla prima riunione del nuovo Consiglio, l’8 gennaio 2009, sono l’unica traccia per capire la direzione intrapresa:

Una profonda riforma del sistema elettorale, l’attuale prevede giornate francamente ripugnanti come quella surreale del 13 dicembre (si riferisce all’assemblea allo Sheraton di Genova, nella quale è stato eletto presidente, NdB). Non intendo accettare che si ripeta dunque provvederemo a presentare entro un anno una proposta che consenta di evitare i voti di scambio. La base deve percepire che arrivare al consiglio è possibile.”

“Una riduzione del numero dei consiglieri federali: il consigliere vorrei avesse un ruolo politico generale oltre al suo settore dato che gli interessi di zona devono essere portati dai presidenti di zona. Sembra evidente ma non è così. Un consiglio più piccolo, un consiglio di presidenza più piccolo, ridurremo i costi, saremo meno criticati dalla base, sarà più agile il dibattito, le persone saranno più coinvolte. Quindi forse 5-6 consiglieri, frutto di macro-aree... E durata massima 2 mandati come per il presidente.”

“Affiderò questo programma alla regia di Briante, chi avrà idee si faccia avanti, questo è da me molto auspicato. Spero che Briante porti queste proposte all’approvazione eventuale del consiglio entro un anno, naturalmente nel limite delle norme CONI.”


E’ passato un anno e mezzo, ma adesso ci siamo. La “regia di Briante” non c’è stata, le “proposte entro un anno” neppure. E allora si passa, più opportunamente, a una bella Commissione. Presieduta dal Presidente Onorario Carlo Rolandi e composta da Giorgio Brezich, Glauco Briante, Pier Luigi Ciammaichella, Fabrizio Gagliardi, Guido Martinelli, Raffaele Ricci, Giancarlo Sabbadini e con il Coordinatore Federale Gianni Storti che avrà funzioni di segretario. E’ una Commissione importante: nove persone, il presidente onorario (a sua volta ex presidente federale, oltre che 9 volte olimpico), il vicepresidente vicario, tre presidenti di zona tra cui il presidente dell’attuale Consulta, un ex vicepresidente federale, un consigliere di presidenza...

Quale mandato ha ricevuto dal Consiglio questo gruppo importante? Quali sono, nel dettaglio, le modifiche previste allo Statuto? Nessuno lo dice, unica traccia, fin troppo generica, è in una news dal sito FIV: “Snellire l'organizzazione federale e rendere più funzionali le strutture FIV”. E come non essere d’accordo?

(Nella foto Giancarlo Sabbadini)

Nei fatti la Commissione vive una contraddizione evidente tra la genericità del mandato e la fretta richiesta al suo lavoro. Basta guardare il calendario: per portare all’Assemblea biennale (tra febbraio e marzo 2011) una proposta articolata e completa di modifiche allo Statuto, la stessa dovrà prima passare al vaglio delle Zone e soprattutto del CONI. Il che porta a ritenere che la Commissione debba consegnare al Consiglio una prima stesura entro settembre-ottobre. Significa che i magnifici nove hanno a disposizione poco più di sessanta giorni, più eventuali straordinari estivi. Non a caso si prevedono tappe forzate: prima riunione a Genova tra pochi giorni, quindi una seconda in concomitanza con il prossimo Consiglio Federale (in programma l’8 luglio a Trieste). Previsti anche incontri al CONI. Obiettivo: visionare Statuti di altre Federazioni, che si avvicinino agli obiettivi previsti dall’input di Croce.

NE VOGLIAMO PARLARE, SOLO DUE MINUTI?
Come abbiamo già scritto, una modifica allo Statuto – tanto più se riguarda sistema elettivo, composizione e rappresentatività degli organi centrali – sta a una federazione sportiva come una modifica della Costituzione a uno Stato sovrano. Ne consegue che l’approfondimento è d’obbligo, la massima partecipazione è necessaria, la trasparenza è un diritto. La Commissione al posto della “regia” di uno solo, va incontro a questi bisogni, quindi ci da fiducia. Come la presenza di uomini che hanno fatto la storia della FIV quali Rolandi e Sabbadini. In attesa di aggiornamenti dalla Commissione, vediamo i possibili scenari.

Riduzione del numero dei Consiglieri – E’ un concetto di buon senso (si vuole ridurre anche i parlamentari), ma come realizzarlo? Oggi il sistema FIV si basa sulle Zone (15, rappresentano grosso modo le Regioni, come prescritto dal CONI), ciascuna delle quali esprime un consigliere. Il numero aumenta perché ci sono poi i rappresentanti di Atleti e Tecnici (altra regola dettata dall’ultima riforma imposta al CONI), e con i rappresentanti degli Enti aggregati, della Consulta, i Revisori e qualche invitato, ecco che ogni riunione del CF arriva a sfiorare le 40 persone. Effettivamente troppe.
Se si arrivasse a un CF di pochissime persone (tra cinque e otto, un po’ come l’attuale Consiglio di Presidenza), diminuirebbero percentualmente anche i rappresentanti di Atleti e Tecnici. Ma questo è realizzabile solo in due modi: 1) diminuendo anche il numero delle Zone; 2) by-passando il criterio della rappresentatività in CF di ciascuna Zona.

Riduzione del numero delle Zone - La prima strada passa attraverso un enorme compromesso con il CONI (la cui legge istitutiva parla di organizzazione periferica per le Federazioni Sportive nazionali basata sulle Regioni geopolitiche), per non parlare della sua gestione sul territorio. Pensate al Lazio unito a Toscana e Sardegna (II, III e IV Zona che formano una macro-Zona), o alla Campania-Calabria e Sicilia (V, VI e VII Zona), e così via. Nell’accorpamento, Zone grandi fagocitano le Zone piccole, come i Club grandi fanno con i club piccoli, in tutti gli sport. Non è facile e non è breve. L’Assemblea di febbraio 2011 capirebbe e accetterebbe una rivoluzione del genere? Comunque tranquillizza sapere che nella Commissione c’è il presidente della Consulta (Raffaele Ricci, presidente VIII Zona, la Puglia) e altri due presidenti di Zona (Pier Luigi Ciammaichella, IX Zona, l’Abruzzo) e Giorgio Brezich (XIII Zona, il Friuli Venezia Giulia).

(Nella foto: Carlo Rolandi riceve un premio dal presidente FIV Beppe Croce)

Modifica del criterio di rappresentatività
– Se le Zone restano 15 e i Consiglieri diventano 5 (per fare un esempio), vuol dire che 10 Zone restano senza un proprio rappresentante in CF. Lo snellimento si realizza, ma a quale prezzo? Togliendo rappresentatività certa a ciascuna Zona, si voterebbe da un listone unico di candidati e i più votati entrano in CF, indipendentemente dalle Zone, quindi teoricamente anche più consiglleri di una stessa Zona? Trentacinque anni fa ci vollero un paio di Assemblee federali per quello che fu il vero atto di crescita della Federvela, il passaggio da una dimensione ristretta (e molto “ligure”) a una vera organizzazione nazionale su base periferica, con un principio di rappresentatività di tutta la periferia negli organi federali. Oggi ogni Zona conta, e quindi ogni Club conta. Tra le inevitabili storture e incongruenze, tipiche delle organizzazioni umane, questo è il processo che ha portato la “piccola” FIV nell’era moderna, con una struttura in grado di reggere l’urto della straordinaria crescita dei tesserati, delle barche, del mercato, delle regate, in successive ondate legate allo sviluppo economico e di costume del Paese. E su quel processo si è arrivati alla FIV di oggi, che ha 83 anni e gestisce uno dei movimenti velici più in salute del mondo. E che un anno e mezzo fa, grazie alle regole del suo Statuto, alla democrazia interna, ai criteri di rappresentatività e al sistema elettorale, è stata in grado di scegliere un grande cambiamento come quello che ha portato Carlo Croce alla presidenza e tre quarti del CF a rinnovarsi.
Ora, per snellire la FIV dobbiamo proprio riportarla indietro di 35 anni?

Il sistema elettorale – Sarà una conseguenza diretta della composizione degli organi centrali. A un primo pensiero, l’idea di un processo elettivo più rapido e moderno è sacrosanta. Ma anche in questo caso, a rimetterci non deve essere la possibilità di tutti, fino al più piccolo dei Club, di partecipare al processo. La tecnologia offre soluzioni e sistemi di grande immediatezza e modernità: non sono i numeri che devono preoccupare, ma l’effettiva produttività del sistema. Questo riguarda a ben vedere anche la discussione sul “peso” elettorale di ciascuna società affiliata: c’è chi insiste nel dare più voti ai Club che hanno più tesserati. Ma questo è un altro falso mito, così facendo si costruirebbe una federazione sempre più astratta, e fatta a somiglianza, uso e consumo dei grandi Club, con i piccoli che prima o poi scomparirebbero o passerebbero ad altre associazioni o enti di promozione sportiva o "leghe"... E a lungo andare, il risultato finale sarebbe una FIV di pochi dedicata solo alla vela agonistica e olimpica, con il resto della vela (inestimabile patrimonio) sminuzzato in tanti rivoli. Nel disegnare una riforma dello Statuto – e i membri autorevoli della Commissione hanno tutte le capacità e lo spessore per farlo – si dovranno considerare anche le conseguenze che ogni cambiamento introdotto oggi produrrà negli anni a venire.

A pensarci bene poi, perché tanta fretta? Oggi, da tesserato e da vicepresidente di un affiliato, mi sento rappresentato dalla FIV. Vorrei conservare questa sensazione. E soprattutto, vorrei partecipare a un approfondita discussione. Prima sulla reale necessità e opportunità di porre mano a una riforma profonda: è davvero una priorità sentita dalla base? O è un desiderio di pochi, che rientra in una “visione” generale e un po’ distaccata della FIV, della sua storia, del suo ruolo? Qualche piccola modifica e modernizzazione si può introdurre ma senza sconvolgere i capisaldi costituzionali dell’Ente. E poi, comunque, vorrei partecipare a una analisi approfondita, attenta, studiata, delle varie proposte (varie ripeto, non una soltanto), che coinvolgesse realmente l’intera base e tutta la periferia. Nelle idee elettorali di Croce, prima della riforma dello Statuto c’era la trasparenza, questo è il momento di vederla.

ATTUALE STATUTO FIV (clicca qui)

Lettori fissi