mercoledì 31 marzo 2010

Palma/4: l'Italia ha fatto splash: 3 azzurri al comando


Quarto giorno di regate, il vento si diverte a scompigliare le carte ma chi si diverte di più sono gli equipaggi azzurri, che in vista delle fasi finali della tappa spagnola di Coppa del Mondo sono in testa in tre classi (Star, 470F, RSXF) e in zona Medal Race in altre cinque (RSXM, 49er, Laser, Laser Radial, Finn). Ad oggi, una bella figura, dalla quale resta fuori solo la classe 470M, oltre al Match Race con l’Elliott 6 dal quale siamo assenti.

Quindici nodi intorno all’ora di pranzo, poi bonaccia e ancora vento (8 nodi) per regate fino al tardo pomeriggio. Macchina organizzativa impegnata al massimo. Ed ecco gli azzurri leader.

La Star di Diego & Nando mette la freccia e supera gli svizzeri Marazzi-De Maria, e lascia in scia (anche nelle singole manche) pure l’ex iridato e oro olimpico Freddy Loof (SWE). Non si può sfuggire alla sensazione che l’esperienza, la solidità e l’applicazione di Diego Negri, abbia trovato un turbo nella grinta e nella “professionalità” di Ferdinando Colaninno. Speriamo che tutti gli equivoci dei mesi andati siano evaporati, perché davanti a loro c’è una bella galoppata di due anni fino a Weymouth.

Il 470F di G&G è un misto luminoso di voglia di correre e sapienza tecnica, genio e raziocinio, come il carattere di queste due atlete che sono ai vertici da anni continuando a divertirsi, restando serene, coltivando equilibri. La scalata si compie con la vittoria nell’ultima prova (le azzurre sono l’unico equipaggio con due vittorie di manche, insieme alle giapponesi Kondo-Tabata, quasi le loro gemelline orientali, qui però assai meno regolari). Disastrose le iridate olandesi Lisa Westerhof e Lobke Berkhout (18, fuori dalla Medal Race), G&G si ingaggiano in mare e in classifica con le solite rivali, francesi, statunitensi, kiwi, brasiliane.

La tavola RSX di Alessandra (Kinder Più Sport) resta prima per un punticino, davanti all’inglese Bryony Shaw (bronzo 2008), e con 5 sul terzo posto dove torna a sedersi la farfalla Laura Linares (Città di Marsala). Frutto di una giornata di mestiere (5-3) per la capitana e di brillanti conferme per la baby siciliana (2-5), mentre Flavia Tartaglini è nona con qualche impaccio (8-19). Resta intatta la possibilità della tripletta in Medal Race, e si prospetta una volatina niente male in salsa tosco-siciliana, con intruglio british. Staccate anche le padrone di casa iberiche Alabau e Manchon. Chissà che Palma 2010 non si riveli il paradigma di uno strepitoso quadriennio di qualifiche e selezioni nel windsurf femminile.

Gli altri. RSXM: Buona reazione di Fabian Heidegger che archivia subito il black-out di ieri e torna altissimo (4-9) rispolverando il 6° in generale e la voglia di salire ancora. In testa tocca a Kokkalanis. Federico Esposito è 21°, gli altri oltre il 40°.
49er: i Sibello tornano Sibello (8-2-2) ma poi al tramonto incappano in un disgraziato OCS che li ributta nella mischia al 9° posto, a sudarsi la Medal (che è casa loro) e ormai lontani dalla lotta per il podio, si profila l’abdicazione (i brothers vinsero Palma 2009), ma niente litanie. Buon 25° per Togni-Fasoli che fanno della regolarità un valore di gioventù.
Finn: Giorgio Poggi ha imbroccato la striscia giusta (7-1-10), vince anche una prova e risale dove gli compete. Il lavoro paga sempre, c’è Paolo Ghione che perde due chili a regata per seguirlo. Un passo ancora per dare costanza e agguantare i primissimi. Comunque bene Michele Paoletti (20) e benino Riccardo Cordovani (24).
Laser: Giacomo Bottoli si sta spremendo, e nell’alternanza di piazzamenti nei dieci e nel gruppo, sale al 15° a –17 dalla Medal Race. 30 Gallo, 41 Strazzera, per citare i primi tre.
Laser Radial: Francesca Clapcich approfitta della confusione generale e ghermisce l’11° posto, a –4 dal 10° posto. La finale di Palma può essere la sua chiave di ingresso nella stagione. Le giovani Laure: Marimon sorpassa Cosentino di un punto (56 e 57).

Nel 470M migliori italiani Fabio Zeni e Nicola Pitanti 22°.

Domani, anche a Palma, è un altro giorno.


(Nel frattempo, grazie al cielo, in mezzo a tanta vela azzurra di qualità e gioventù, tra atleti e tecnici (oltre a un team leader), anche a Palma la FIV ha spedito un “inviato speciale”: è il bravo Luca Bontempelli il quale armato di videocamera, produce indimenticabili interviste indifferentemente per la “sua” Sailrev e per GazzettaTV. Inutile indagare sul delicato intreccio di costi e ricavi tra i soggetti coinvolti: il bene primario di tutti resta lo “sviluppo delle classi olimpiche”, e questa attività lo realizza in modo esemplare, come testimonia la nostra immagine. Un misto di tecnologia del futuro, immagine grafica coordinata, studio delle inquadrature e autorevolezza degli interventi. Un perfetto prodotto della pluridecorata Comunicazione della Nuova FIV. Meno male che ci sono gli atleti: vedi sopra.)

Soffia il vento, infuria la Sensini...


A Palma giornata straordinaria, la terza del programma della tappa di Coppa del Mondo ISAF per la vela olimpica. Trenta nodi di vento da nord al mattino, e tutti a terra, poi vari tentativi di sfidare la burrasca, escono i Finn (e rientrano quasi subito), escono gli Elliott e riescono a fare qualche match race sotto costa. Ed escono le tavole a vela, RSX maschili e femminili, alla fine saranno le uniche a disputare due manche. Wow!


Potete immaginare la giornata di Alessandra Sensini? Il Vicepresidente federale ha inforcato l’RSX e ha vissuto una di quelle sue tipiche giornate della serie “non ce n’è per nessuno”. Pronti, via, e sparita all’orizzonte. Chissà come fa: cavalca le onde, vola sul vento, quasi non la vedi, non ti rendi conto (soprattutto non si rendono conto le avversarie: ma dov’è?), e in un soffio è sul traguardo, a voltarsi indietro senza scorgere nessuno. Ne abbiamo viste di giornate così, quando il vento pompa oltre i 15-18 nodi e magari salticchia un po’ e poco importa se c’è onda o no: Madame Sensini fa una corsa, e il resto del mondo ne fa un’altra.

Così, ora la velista mondiale ISAF dell’anno 2008, la prima atleta del pianeta a conquistare 4 medaglie olimpiche nello yachting femminile, è...prima in classifica, al suo primo evento di World Cup dopo quasi due anni di sosta, di politica, di riflessioni. E’ tornata, o non è mai andata via? Intanto Palma non è finita, si attendono altri giorni di vento più leggero, qualche avversaria prova a tenere il passo (a fatica), e il dream-team delle azzurre si assesta: Laura Linares, la farfalla, leggera e in difficoltà con le sventolate, tutto sommato ha egregiamente tenuto botta (15-4), ed è sempre al 4° posto. Flavia Tartaglini, più esperta e tosta, l’aria l’ha fiutata e s’è tirata su parecchio (4-6). Così ora A-L-F sono rispettivamente 1-4-8 in classifica.

FABIAN
Il marinaretto, al contrario, ha sofferto troppo lo strappo del vento: 29-38, troppo male, troppo volato via. E’ sempre buon 6° ma staccato dal podio. Tra i primi è l’unico ad aver tracollato nella giornata ventosa. Niente di sconosciuto né trascendentale: ma c’è da lavorare. E comunque nessuno degli altri italiani, a cominciare da Federico Esposito, ha fatto vedere un altro passo in queste condizioni dure. I tre al comando sono Zubari (ISR), Ashley (NZL) e Kokkalanis (GRE).

In generale, forse più che in altre classi, le tavole offrono un panorama di atleti che ha caratteristiche tecniche molto meteo-sensibili. In una regata possono prevalere condizioni che favoriscono uno o l’altro, ma in una stagione spesso le condizioni si trovano tutte, e alla lunga prevale chi è meglio attrezzato all-round. Specie se si va verso le qualifiche olimpiche per nazioni (nel 2011).

IL VIDEO DELLA GIORNATA DI VENTONE A PALMA: L’ATTESA, LE ONDE, I FINN, L’ELLIOTT, LE TAVOLE VOLANTI...

martedì 30 marzo 2010

Palma/2 - C'è molto da raccontare in tutte le classi

IL VIDEO DELLA SECONDA GIORNATA DI REGATE A PALMA


Oggi è il terzo giorno di regata a Palma per la terza prova di Coppa del Mondo ISAF della vela olimpica. Ieri seconda giornata ricca di regate e con un buon vento. C’è molto da raccontare in tutte le classi.

STAR
Con un 5° e un 2° sulla flotta (non irresistibile) di 24 Stelle in gara a Palma, Diego e Nando si installano al secondo posto generale, a –1 dagli svizzeri Marazzi-De Maria (scivolone nella quarta prova), e davanti ai norvegesi Moelleby-Pedersen. Il favorito Loof (SWE) è per ora attardato al 7° ma solo a causa di un OCS, lo scarto potrebbe riportarlo in alto. Da seguire l’esperimento dello spagnolo Echevarri (ex tornadista olimpionico plurivittorioso) sulla Star, sta già facendo vedere che quando c’è la stoffa non c’è classe che tenga, ma anche lui è tenuto lontano da un OCS. Stessa sorte per il francese Rohart, solo 16° e non solo per l’OCS, il cambio di prodiere per il momento lo penalizza un po’. Diego&Nando, con Valentin Mankin alle spalle, vanno per la loro strada.

49er
Piccolo show britannico con Draper-Hiscocks e Morrison-Rhodes, e un totale di 4 equipaggi GBR nei primi 10... Terzi i francesi Dyen-Christidis, sempre consistenti, quarti gli austriaci Delle Karth-Resch. Insomma i più accreditati se la battono lì davanti, mentre i brothers Sibello sembrano (legittimamente) prendersi un minuto di respiro lungo la curva interminabile di una stagione senza soste. Sono dodicesimi, e hanno alternato cose buone ad amnesie (10-6-4-11-20-11). Però la classifica è corta, la zona-Medal è a un passo, e magari Pietro&Gianfranco ritrovano più smalto nel finale. Loro, anyway, non si discutono, mai. Buon 23° Togni-Fasoli.

470M
In alto le gerarchie cominciano ad affinarsi, a parte la (mezza) sorpresa dei greci Kambouridis-Orolodas, primi dopo 4 prove. I super-croati Fantela-Marencic sono a un passo dalla vetta, seguiti dagli svedesi Dahlberg-Ostling. E poi ecco i migliori: l’israeliano Kliger, gli aussie Belcher-Page, l’inglese Rogers, lo spagnolo Barreiros... In questo gruppone di nomi si destreggiano bene Giulio Desiderato e Enrico Fonda, che sono undicesimi, nettamente primi azzurri, e – almeno con il vento leggero – mostrano un passo da Medal Race. Scendono al 22° Fabio Zeni e Nicola Pitanti, al 29° Luca e Roberto Dubbini, e più dietro gli altri.
(Visto che siamo su questa classe, due righe su Gabrio Zandonà: l’ex campione del mondo e due volte olimpico aveva comunicato allo staff tecnico federale la sua intenzione di slittare l’esordio in regata con il nuovo prodiere Pietro Zucchetti, preferendo lavorare ad Anzio per migliorare l’affiatamento. Ma dalla FIV è arrivata lo stesso la convocazione per Palma. Una forzatura evitabile, nel quadro di un rapporto che comunque va curato, visto il patrimonio che questo atleta rappresenta).

470F
La medaglia olimpica brasiliana Oliveira prende la testa, mentre G&G la perdono, ma solo per una regata intruppata nelle retrovie, e sono comunque ottime terze, attaccate alle spagnole Gallego-Roman. Si fa sotto l’americana Amanda Clark, la neozelandese Aleh, le francesi, la danese. E invece crolla rumorosamente la coppia d’assi olandese Westerhof-Berkhout con due piazzamenti (33-23) che relegano le iridate al 17° posto... 23 Komatar-Carraro, 32° Tobia-Moretto.

FINN
Due prove anche per i Finn, a secco nel primo giorno. L’eroe di casa Rafa Trujillo (2-3) è primissimo, sul norvegese Moberg e sul croato Gaspic. Ma dal 4° al 9° è un affannarsi in pochissimi punti di quasi tutti i nomi del finnismo che conta in questo scorcio di quadriennio: lo sloveno Gasper, il francese Le Breton, l’inglese Wright, l’estone Karpak, il polacco Szukiel, il ceko Mayer. Tutta questa Europa del Nord-Est, questi timonieroni cresciuti a pane e Finn, per ora fanno il vuoto e il primo USA è 20°, il primo italiano è Riccardo Cordovani 21° (pure regolare: 25-20), 25° è Michele Paoletti (21-28), 40° il livornese Voltolini ed ecco 44° Giorgio Poggi, che paga la voglia di strafare nella seconda, dopo il 34° della prima manche, che gli costa un OCS.

LASER
I primi tre dopo 4 prove: Stipanovic (CRO), Geritzer (AUT), Smerkhankov (RUS, una mezza novità). Quindi le sorprese oltreoceano: Clay Johnson (USA) quarto, Mike Bullott (NZL) quinto, entrambi davanti al leader della ranking ISAF Nick Thpmpson (GBR). Film già visto per gli italiani: si alternano piazzamenti a scivolate, e si galleggia oltre il ventesimo. Ora il migliore è Marco Gallo 22° (13-26-8-20), mentre il convocato Giacomo Bottoli è 26° (9-44-6-16). Gli altri oltre il settantesimo.

LASER RADIAL
La risposta di carattere di Francesca Clapcich c’è stata: presente! Dopo il black-out della prima prova reagisce con 12-5 e vede la luce al 20° posto, con lo scarto la Medal Race è alla sua portata. In testa la ceka Fenklova davanti all’iberica Romero. Ma nessuna sembra in grado di uccidere la regata, molti saliscendi a dimostrare che i salti di vento inguaiano tutte prima o poi. 39° Laura Cosentino e 45° Laura Marimon.

RSXM
Fabian sta con i grandi. Questo è il messaggio chiaro dopo 4 prove, lui secondo in classifica a pari punti con l’israeliano olimpionico Zubari, e davanti a tutta la muta famelica dei big, Ashley, Kokkalanis, Guyader, Van Rijsselberghe, Ricardo Santos. Autorevole e costante (6-2-1-3), la giusta cattiveria, è il Fabian bello che ci piace, che può guardare a ogni traguardo. Buon lavoro. E bravo anche Federico Esposito, che risale al 18°, “pensa” giustamente alla Medal Race (con il 12-2 di ieri è autorizzatissimo).

RSXF
Lauretta Linares dopo 4 prove è seconda solo al bronzo olimpico di Qingdao Bryony Shaw (GBR), appena più riflessiva di ieri (11-4), ma dando prova di carattere e di classe. Resta lì, con le fuoriclasse che risalgono e sgomitano, la Picon (FRA, 6-6), la Alabau (ESP, 1-14), la capitana Sensini (5-5) che sta trovando costanza, divertimento, elasticità, e – oplà – è quinta a –5 dal podio, Manchon (ESP, 2-10). E una sempre viva Flavia Tartaglini, 15° (13-2). Tre azzurre in Medal? Con L.A.F., si può.

MATCH RACE ELLIOTT 6
Completato il round robin, passano Barkow (USA), McGregor (GBR), Groenveld (NED), Leroy (FRA), Tunnicliffe (USA), Meldgaard (DEN, unica a punteggio pieno), Spithill (AUS), fuorigioco la Bekatorou (GRE).

lunedì 29 marzo 2010

Palma/1: Azzurre (e Marina Militare) partenza a razzo, in testa G&G e Lauretta Linares. Bene Fabian Heidegger (2)

BENE ANCHE NEGRI-COLANINNO (STAR, 5), STRAZZERA (LASER, 11), ZENI-PITANTI (470M, 17)
PIU' COMPASSATI I SIBELLOS (49er, 13), LA SENSINI (RSXF, 6)


VIDEO DA PALMA: IL TRAINING DEL 470 AUSTRALIANO DI BELCHER-PAGE (IN TESTA)


Prima giornata del Trofeo Princesa Sofia - Mapfre 2010, terza tappa dell'ISAF World Cup dopo Melbourne e Miami, con gran parte dei migliori specialisti della vela olimpica. Vento leggero e instabile ma ottime regate: due prove per tutte le classi, ad eccezione del 470M (1 prova), del Laser Radial (1 prova) e del Finn (unica classe a secco di regate).

DUE PRIMI POSTI ITALIANI
L'avvio azzurro è nel segno di tre atlete: le campionesse d'Europa Giulia Conti e Giovanna Micol (Marina Militare), subito in testa nel 470 femminile con piglio (7-1), e la giovane surfista malsalese Laura Linares (Marina Militare) leader nella tavola RSXF con le sue condizioni (3-1), davanti a fuoriclasse come Charline Picon (FRA), Marina Alabau (ESP) e Alessandra Sensini (9-4, che le vale il 6° posto provvisorio).

GLI ALTRI BEN PIAZZATI
Molto bene anche il 2° di Fabian Heidegger (Marina Militare) (6-2) nella tavola RSXM, tra l'israeliano Zubari (1°) e il kiwi Ashley (3°), rispettivamente bronzo e oro a Pechino (Qingdao) 2008. E buono anche il 5° nella Star di Diego Negri e Ferdinando Colaninno (Fiamme Gialle) (10-3), che per ora inseguono Marazzi (SUI), Melleby (NOR) e Polgar (GER). Di rilievo anche l'11° posto dopo due prove di Enrico Strazzera (YC Cagliari) nel Laser (4-13 nelle due batterie).

TUTTI GLI ALTRI ITALIANI
I Sibello brothers (Fiamme Gialle) partono compassati nel 49er e sono 13 (10-6), con i giovani Gianmarco Togni- Niccolò Fasoli (CVC Domaso) al 38° (17-20). Nel 470M migliori azzurri sono Fabio Zeni e Nicola Pitanti al 17° (9 nell'unica batteria disputata). Più staccati gli altri: 29 desiderato-Fonda (15), 43 i cugini Dubbini (22), 45 Vignone-Ramian (23), 59 Cattaneo-Zaoli (30), 91 Briante-Balanzoni (47), 93 Airò-Mascoli (51). Non si è visto invece Gabrio Zandonà (Marina Militare), convocato dalla FIV insieme al prodiere Pietro Zucchetti (Fiamme Gialle). Nel 470F brave Francesca Komatar e Sveva Carraro 15 (13-18), più attardate Giulia Tobia e Giulia Moretto 29 (25-28). Nei Laser italiani nel gruppone (a parte Strazzera): 34 Gallo (13-26), 49 Cerni (41-11), 51 Bottoli (9-44), 63 De Paoli (30-33), 64 Crivelli Visconti (50-15), 68 Cerretelli (27-40), 77 De Luca (39-35), 92 Pelosini (33-54), 108 Tortarolo (46-56). Nel Radial scivolone nella prima prova per Francesca Clapcich (Aeronautica Militare), 63, preceduta dalle due giovani Laura Cosentino (YC Cortina Ampezzo) 31 e Laura Marimon (AV Bracciano) 45. Nelle tavole RSXM Esposito insegue al 31 (22-40), Belli 43 (37-48), Misuraca 56 (41-dnf) e Ferin 69 (68-dnf). Nella tavola femminile RSX, detto di Laura e Alessandra, Flavia Tartaglini (Fiamme Gialle) è al 25 provvisorio con una buona seconda manche (dnc-10).

Niente regata per i Finn, mentre nel Match Race bei match con l'Elliott 6: quattro gruppi impegnati nei gironi eliminatori, in evidenza due americane Barkow e Tunnicliffe (4 punti), due francesi Leroy (4) e La Berre (3), la britannica McGregor (3), mentre stentano a sorpresa l'australiana Spithill (2) e la greca Bekatorou (1).

Meteo previsto per oggi venti medi da sud sui 12-15 nodi, domani rischio con 40 nodi di Ponente, mercoledi stabilizzazione con venti irregolari, giovedi tornano venti da sud robusti, poi probabile chiusura con Tramontana. Menu completo, per velisti completi. Forza azzurri. Arrivederci qui per risultati e commenti.

sabato 27 marzo 2010

La Principessa, le medaglie olimpiche e gli azzurri (in ordine sparso)


Vigilia pasquale con la grande, grandissima vela olimpica a Palma di Maiorca alle Baleari, per il 41° Trofeo Principessa Sofia – Mapfre: 680 barche, 1000 velisti da 40 nazioni e oltre una dozzina di medaglie olimpiche in gara, per la terza tappa (prima europea) dell’ISAF World Cup dopo Melbourne (AUS) e Miami (USA). La settimana preolimpica spagnola ha saputo crescere negli anni, e il decisivo supporto della famiglia reale ha lanciato Palma nell’olimpo dei grandi appuntamenti del circus della vela olimpica. L’Italia è tra i paesi che hanno pagato lo scotto, prima con la fine della storica Roma Sail Week di Anzio, poi della Settimana di Genova e infine con il ridimensionamento dell’Eurolymp di Riva del Garda. E nel circuito Coppa del Mondo ISAF (il cui ispiratore qualche anno fa fu proprio un italiano), Palma è inamovibile da due anni.

Questa edizione vedrà il debutto in grande stile del Match Race femminile (classe olimpica) con gli scafi “giusti” per Londra 2012, gli Elliott 6, oltre a una rappresentanza paralimpica con i 2.4 e la partecipazione straordinaria dei Dragoni.
Il boom di iscritti e una serie di problemi logistici hanno consigliato gli organizzatori a spostare i windsurf classe RSX in una vasta spiaggia vicina al circolo che ospita tutte le classi. Secondo il general manager Jaume Carbonell, il grande aumento degli iscritti è dovuto all’avvicinarsi dell’appuntamento olimpico di Londra 2012: per molte nazioni infatti Palma sarà una prova di selezione interna ai team. Non è un caso anche la presenza in regata di una ventina di atleti che hanno conquistato il podio olimpico.

CLASSE PER CLASSE
Vediamo la situazione classe per classe, favoriti, azzurri convocati e italici presenti a titolo personale (ma in gran parte sotto l'occhio vigile dei responsabili tecnici federali), per entrare nel clima caliente del trofeo. E poi proviamo a misurare la “febbre” dei velisti italiani in un innovativo “Termometro Azzurro”.

STAR (24 equipaggi)
Medaglie olimpiche e titoli iridati in quantità, da Loof a Rohart, oltre ai pericolosi Marazzi, Moelleby, Papathanasiou. E i nostri Diego Negri e Nando Colaninno (Fiamme Gialle), praticamente una garanzia, unici convocati e unici presenti col tricolore.

49er (67 equipaggi)
La deriva acrobatica alata parte dai capiclassifica della ranking ISAF: roba nostra, Pietro e Gianfranco Sibello, due volte di seguito bronzo al mondiale (Riva 2009 e Bahamas 2010). Le Fiamme Gialle (unici convocati FIV) si presentano da defender perchè qui vinsero nel 2009. Tra gli avversari i francesi Emmanuel Dyen e Stéphane Christidis e gli austriaci Nico Delle Karth e Nikolaus Resch, gli inglesi Morrison-Rhodes o Pink-Peacock, ma in questa classe il livello cresce di mese in mese e le sorprese non mancano mai. Tutti da scoprire per esempio i 4 equipaggi USA nuovi di zecca (o quasi). Con i brothers, altri due 49er italici (benchè fuori squadra ufficiale, nel senso di non convocati), i giovani Gianmarco Togni e Nicolò Fasoli, e Jacopo Plazzi e Umberto Molineris. Da segnalare che la squadra italiana è una delle meno numerose tra quelle delle nazioni più importanti.

470M (101 equipaggi)
Gli inglesi Nick Rogers e Pom Green, il timoniere medaglia d’argento a Qingdao 2008, se la vedranno con i francesi medaglia di bronzo agli stessi Giochi, Nicolas Charbonnier e Baptiste Meyer Dieu e con gli olimpionici australiani Belcher-Page, senza dimenticare gli olandesi Coster, leader della ranking ISAF, e i croati Sime Fantela e Igor Marenic, una giovane potenza già molto titolata (dall’Optimist in poi) e attualmente al comando della classifica ISAF. Molti gli italiani convocati dalla FIV (con 5 equipaggi il 470 maschile è la classe più numerosa della squadra azzurra): Luca e Roberto Dubbini (CV Toscolano Mademo), l’esordio dell’inedita coppia Marina-Finanza Gabrio Zandonà (Marina Militare) e Pietro Zucchetti (SV Guardia Finanza), ancora giovanotti in ascesa con Fabio Zeni (FV Riva del Garda) e Nicola Pitanti (CN Marina di Carrara). Non mancano altri equipaggi italici non convocati dalla FIV ma vogliosi di mettersi alla prova: Davide Vignone e Matteo Ramian, Nicolò Briante (figlio del vicepresidente vicario federale, prima stagione sul 470 dopo vari anni in 420) e Gianmauro Balanzoni, Giulio Desiderato e Enrico Fonda, Paolo Cattaneo e Vittorio Zaoli, Andrea Airò e Nicolaos Mascoli. Un bel pattuglione.

470W (43 equipaggi)
Nel 470 femminile l’olandese Lobke Berkhout, ora a prua di Lisa Westerhof, parte dal bronzo olimpico 2008 (ma insieme hanno già vinto il titolo mondiale 2009). Avrà avversarie pescate dal podio 2008 come la brasiliana Fernanda Oliveira, da quest’anno in coppia con Ana Luisa Barbechan. Da seguire le giovani spagnole Tara Pacheco e Berta Betanzos, vice campionesse europee e mondiali, e le francesi Petitjean-Douroux, attuali leader della ranking ISAF. Ma nel gruppo di favorite entrano per forza le uniche azzurre: tornano fresche e battagliere, terze nella ranking ISAF e anche belle: G&G, Giulia Conti e Giovanna Micol (Marina Militare), una striscia di piazzamenti e vittorie (tra cui il titolo europeo 2009) da paura. Per le avversarie. Non convocate ma arruolatissime le altre italiche Giulia Tobia e Giulia Moretto, Francesca Komatar e Sveva Carraro. Baby in carriera, forse un po' troppo distanti dall'equipaggio di punta.

FINN (58 timonieri)
Lo statunitense Zach Railey, medaglia d’argento a Pechino (Qingdao) 2008, contro il croato Ivan Gospic e l’inglese Ed Wright, primi nella ranking ISAF (ma occhio anche a Gilles Scott, altro inglesone emergente e già terzo nella ranking ISAF), e sotto gli occhi e le gambe di Rafa Trujillo, lo spagnolo argento olimpico 2004 e iridato 2007, già nel team di +39 alla 32ma Coppa America. Azzurri tutti formalmente “in incognita” per la FIV, nel senso che nessuno dei 6 iscritti è convocato: ma Giorgio Poggi, Filippo Baldassari (entrambi Fiamme Gialle), Riccardo Cordovani, Michele Paoletti, Nicola Capriglione e Enrico Voltolini sono la crema che il singolo olimpico in Italia può esprimere al momento, tra esperienza e gioventù.

LASER (145 timonieri)
Ci sono tutti i migliori nel singolo, compresi il n. 2 della ranking ISAF Nick Thompson (GBR) e il n. 3 Javier Hernández (ESP), oltre al francese Bernaz, al croato Stipanovic, all’austriaco Geritzer (medaglia d’argento ad Atene 2004), e così via. Azzurri, due convocati, Giacomo Bottoli (Marina Militare) e Michele Regolo (SV Guardia di Finanza, quest'ultimo però non figura tra gli iscritti confermati), oltre un mare di arrivi italici, ben 13 in tutto, quasi una zonale. Eccoli: Andrea Biagioni, Uberto Crivelli Visconti, Carlo De Paoli, Pietro Cerni, Lorenzo Cerretelli, Francesco Marrai, Martino Tortarolo, Umberto De Luca, Tommaso Pelosini, Alessio Spadoni, Marco Gallo, Enrico Strazzera. Tanta carne al fuoco, qualche

LASER RADIAL W (72 iscritte)
C’è la campionessa del mondo Sari Multala (FIN), la belga Evi Van Acker e l’olandese Marit Bouwmeester, seconda e terza della ranking ISAF. Una azzurra convocata, Francesca Clapcich (Aeronautica Militare), altre due giovani a sostegno, la braccianese Laura Marimon Giovannetti e la veneta Laura Cosentino.

RSX M (76 iscriti)
L’oro e l’argento olimpico di Pechino (Qingdao) 2008, il kiwi Tom Ashley e l’israeliano Shahar Zubari un contro l’altro anche a Palma. Ma occhio al brasiliano Ricardo Santos (altro podio olimpico), all’inglese Nick Dempsey, al francese Le Gal allo spagnolo Pastor e ad altri vecchi e nuovi surfisti di classe. Due convocati azzurri Fabian Heidegger (Marina Militare) e Federico Esposito (Albaria), più altri tre italiani: Manfredi Misuraca, Andrea Ferin, Riccardo Belli Dell’Isca.

RSX F (42 iscritte)
Qui spicca di luce propria l’eroina olimpica di sempre, madame Alessandra Sensini, vicepresidente FIV con le sue quattro medaglie all’ennesimo esordio in una stagione e in una campagna olimpica (la sua sesta!), con i nuovi colori sociali del CC Aniene di Roma. Se la vedrà col gotha attuale delle surfiste (e anche loro se la vedranno con lei) a partire dalle spagnole Marina Alabau (fin troppo vecchia conoscenza, e non anagraficamente) e Blanca Manchon, per non parlare dell’inglese Briony Shaw, bronzo olimpico 2008. A fianco di Alessandra e tutte convocate FIV ci saranno le ali giovani di Flavia Tartaglini (Fiamme Gialle) e Laura Linares (Marina Militare). Ci sarà da divertirsi.

ELLIOTT 6 MATCH RACE
Niente equipaggi di veliste italiane, e questo è già un allarme. Vedremo cosa succederà nel corso della stagione. Da vedere la greca Bekatorou e la francese Leroy, ma l'attrazione è l’australiana Kathie Spithill, sorellina di James neo-conquistatore della Coppa America, e a sua volta specialista conclamata del match race (è un vizio di famiglia).

(Nella foto, il consigliere di Presidenza Pino Barbieri (Uomo FIV dell'anno 2009 per questo blog): quale Responsabile del Settore Attività Agonistica e Squadre Federali, sarà il Team Leader a Palma)

Si regata da oggi 27 marzo al 2 aprile, organizzazione dei quattro circoli della baia di Palma (Club Nàutic S’Arenal, Real Club Náutico de Palma, Club Marítimo San Antonio de la Playa e Escuela Nacional de Vela Calanova), con le federazioni veliche spagnola e balearica, il governo delle Baleari e altri partner e sponsor. Sei giorni di emozioni olimpiche, da seguire sul sito ufficiale (www.trofeoprincesasofia-mapfre.org) che ha delle utili finestre di aggiornamenti "Live", e naturalmente anche su questo minuscolo (ma calientissimo) blog.

TERMOMETRO AZZURRO
A 853 giorni dal via delle regate olimpiche di Weymouth & Portland (Londra 2012), e 375 giorni dopo la presentazione del Piano Strategico Generale con la nuova Preparazione Olimpica, la vela azzurra non può più considerarsi nel guado, ma in piena corsa, semmai con i motori imballati, da sciogliere proprio ora che inizia la stagione delle regate in Europa. Le tappe di Coppa del Mondo, la secondaria ma italianissima Eurolymp di Riva del Garda (magari con la vertiginosa prospettiva che possa diventare il campo olimpico del 2020), i campionati continentali e mondiali (vedi calendario a parte), e i CICO di Formia, da non sottovalutare per gli aspetti selettivi che contengono. Quanti sono, chi sono e come stanno, gli azzurri (A, B e C) al via di un 2010 che dovrà dare tante risposte? Schematico riassunto per classe, che aggiorneremo nel corso della stagione.
Ricordiamo che i criteri di ingresso (e uscita) dalle squadre e dai rispettivi gruppi di merito, sono puramente aritmetici e basati sul PSG. Per il momento ci asteniamo dal commentare il funzionamento dei gruppi e il lavoro di osmosi e arricchimento tra A, B e C. Nel 2010 poi le osservazioni si estenderanno alle classi Youth e Under 19.

STAR
Diego Negri e Nando Colaninno sono una coppia di garanzie. Se riusciranno a restare uniti e lavorare duramente e serenamente possono crescere parecchio: e se considerate che partono dal 6° al loro primo mondiale, c'è di che sperare. Dietro di loro però c'è un vuoto pauroso. Unico equipaggio (squadra B) è quello dei super-sperimentati gardesani Silvio Santoni e Fabio Toccoli, bravi ma non certo una novità.

49er
Strepitosi Sibello, e poi il vuoto, ma un vuoto dinamico, fresco: dopo la forzata rinuncia di Giuseppe Angilella per infortunio, si sono fatti sotto vari equipaggi di giovani e giovanissimi, e qualcosa si muove. Vista la crescita di Beppe, la sua strada può essere ripercorsa dai nuovi, e la classe esprime un buon movimento. Ma ci vorrà molto tempo e ancor più pazienza.

470M
Molto ruota intorno alla disposizione di Gabrio Zandonà, l'ex mondiale e due volte olimpico è un fuoriclasse e ha i numeri per puntare al podio, ma pare molto spremuto quanto a voglia di applicarsi in una preparazione che invariabilmente significa fatica, sacrifici, umiltà. Come resistere al richiamo della Coppa America (è coach con il team di Azzurra) e della vela "pro"? E' un caso emblematico: la vela olimpica in Italia non può competere con il professionismo, tanto meno adesso alla luce del taglio del 30% del budget da parte della Nuova FIV. Cosa proporre a un Zandonà? Non resta che vedere all'opera (e non solo a Palma) il senatore (unico nel gruppo A) e la flotta degli inseguitori (due equipaggi in B e tre in C, per ora). Senza segnali chiari, Londra 2012 è a rischio per la classe.

470F
G&G ora rinfrescate le idee a tutti, passato l'inverno con qualche indecisione (e le sirene del match race). Situazione analoga ad altre classi: un super equipaggio di punta e dietro il vuoto.

FINN
Giorgio Poggi, il nostro azzurro alle ultime Olimpiadi del 2008 (sfiorò la Medal Race, una mezza impresa passata fin troppo inosservata), si è allenato pesantemente con Paolo Ghione e vuole tornare a stupire, superando i numerosi problemi fisici degli scorsi mesi. L'altro azzurro in squadra C è Filippo Baldassari (neo Fiamma Gialla), cresciuto molto e dai limiti non ancora definiti. Una classe senza gruppo A e B fa un po' paura, ma il movimento c'è, la classe fa nazionali con 40 barche, manca solo il fuoriclasse-guida. Vediamo che ruolo saprà prendersi in questo 2010 Giorgio Poggi.

LASER
Diego Romero (unico gruppo A) si è allenato in America, ha esordito a Miami e si prepara a tornare da Hyeres, giura di voler ben figurare, il suo 2010 sarà nevralgico anche per gli altri azzurri, a cominciare dai "soliti" Bottoli e Regolo, ma una giusta attenzione va data ai giovani già in gruppo C della squadra, oltre a Nassini, Gallo e De Paoli, le nuovissime entry Andrea Crollalanza e Giovani Benamati.

LASER RADIAL
L'aeronautica Francesca Clapcich, allenata dall'aeronautica consigliera federale Larissa Nevierov, è attesa a esami importanti. C'è la stoffa della leader, della caposquadra, della timoniera che guida la rincorsa a Londra 2012? Per esserne sicuri deve tirare fuori le unghie e la grinta, perchè con la dolcezza (che non le manca) non si vincono le regate. Dietro si affannano in tante e qualche sorpresa potrebbe scaturirne, ma per ora in squadra solo Laura Cosentino, Laura Marimon e Emma Giuliani.

RSX M
Fabian Heidegger (unico gruppo A) cosa vuoi fare da grande? L'ex prodigio è sembrato frenare nell'ultima parte del quadriennio scorso, adesso deve ricominciare a divorare le tappe e gli avversari e mettersi in luce a livello internazionale, anche perchè l'esperienza non gli manca. In squadra lo incalza (unico nel gruppo B) Federico Esposito, mentre in gruppo C sono in 6 a scalpitare.

RSX F
Che dire? Solo guardare e ammirare, e sperare che la corsa sia al rialzo: Sensini-Tartaglini-Linares! Dipende da quello che succede e anche dalle avversarie, ma questo trio non sorprenderebbe più di tanto su un podio iridato, che ne dite? Troppo? Comunque gustiamoci lo spettacolo del windsurf femminile azzurro, alla faccia di chi ancora dice che la tavola non è vela.

ELLIOTT 6 MATCH RACE
Tutto da fare, partendo praticamente da zero (ma con l'aiuto annunciato di BMW...). Ne riparleremo.

Buon vento a tutti e al prossimo Termometro.

venerdì 26 marzo 2010

La mano destra si è così accorta di cosa aveva fatto la mano sinistra



Visto il bel video (un minuto e mezzo) sulla Rolex Giraglia 2009? E ora seguite questa storiella esemplare.

C'è la Rolex Giraglia, storica regata delle regate nel Mediterraneo settentrionale, tra Italia e Francia, idea di Beppe Croce e copyright YCI. Del Notice of Race (il Bando di Regata) 2010 di maestosa veste grafica abbiamo raccontato in altro post. Un Bando che in ossequio alla tradizione prevede che gli yacht non concorrano con il sistema di stazza ORC, ma nel più "francese" IRC.

E c'è la (Nuova) FIV e la sua struttura Altomare. Nella Normativa 2010 viene lanciata sul "mercato" una nuova idea, un circuito di regate di grande altura, che concorrano ad assegnare il titolo di "Campione Italiano Offshore", riservato a imbarcazioni con rating ORC International o ORC Club, basato su più prove che vanno dalla Moby Roma per Tutti di aprile a Riva di Traiano, fino alla Palermo-Montecarlo di agosto, passando per altre sette eventi, tra i quali la Rolex Giraglia è senz'altro la più importante e partecipata.

Ma la Rolex Giraglia si corre in IRC, come recita il sontuoso Bando di Regata.

Sguardo al timing: la Normativa FIV Vela Altura 2010 risale a fine 2009-primi del 2010. Il Bando della Giraglia è stato presentato a marzo insieme al calendario dello Yacht Club Italiano.

Riepilogando: la (Nuova) FIV mette in palio un titolo "italiano" (non sono molti come sappiamo, solo Classi Olimpiche, Altura e Minialtura, più questo nuovo Offshore: insomma un titolo pesante), basato su un circuito di cui fa parte una regata dello YCI, che però si è posta regole che le impediscono di farne parte. Un pasticcio. Un clamoroso black-out informativo tra FIV e YCI, che pure hanno un vertice in comune. Per fortuna se ne sono accorti in tanti, a cominciare dall'ORC (che ha un presidente italiano, Bruno Finzi) e dall'UVAI (l'associazione degli armatori d'altura). Così, in fretta e furia, è stata organizzata una riunione, con Bruno Finzi (ORC), Guido Leone (UVAI), Fabrizio Gagliardi (Altomare FIV), che sono andati da Carlo Croce. La mano destra si è così accorta di cosa aveva fatto la mano sinistra. E una soluzione salomonica è sulla rampa di lancio, con una gestione delle classifiche che dovrebbe scongiurare il rischio che la più importante regata Offshore della vela italiana restasse fuori dal concorso per il primo titolo italiano Offshore. Ma che fatica.

martedì 23 marzo 2010

Back to (core) business


Una giornata in ufficio, finally. E che giornata: col massimo del massimo. Vela olimpica, classe acrobatica 49er, raduno federale, il nostro regista-operatore, Pietro&Gianfranco Sibello (i super brothers bi-bronzo mondiale in carica), e Luca De Pedrini (uno dei DT della vela azzurra insieme a Paolo Ghione). Con loro anche tre equipaggi giovanissimi dal Veneto, dal lago di Garda, dal lago di Como. Una vera squadra al lavoro. Con questo menu per sette giorni: alle 8 in palestra, alle 9 colazione, dalle 10 alle 15 interminabili ripetizioni di partenze, micro-regate, manovre, ingaggi, scuffie, prove di ogni tipo (Alassio era in forma, sempre vento fresco e onde niente male), rientro a terra, pranzo al circolo (il CNAM di Rinaldo Agostini e Ennio Pogliano ha un nuovo chef, da provare), debriefing "alla De Pedrini", multimediali, approfonditi, e per finire eventuali e varie. Si va a nanna con gli occhi chiusi che continuano a ballare sul mare. Ed è così dall'inizio dell'anno (per qualcuno anche prima), per 20 giorni al mese. Benvenuti al Laboratorio per Londra 2012 (e Rio 2016, e...).

Ad Alassio c'erano solo 49er e Finn, ma contemporaneamente anche le altre classi olimpiche sono al lavoro. Forse non tutte con il clima splendido trovato qui (due campioni come i Sibellos che si mettono in gioco con dei ragazzini vogliosissimi di imparare, senza remore, non si trovano proprio tutti i giorni), ma comunque al lavoro, duro lavoro. L'unica strada per quel podio laggiù. Noi abbiamo (ri)cominciato e continueremo a seguire questo lavoro, questa vela, questi grandi protagonisti. Nei raduni di allenamento e - ormai ci siamo - nella stagione di regate.

Loro, atleti e tecnici che lasciano amici e famiglie per inseguire cinque cerchi, in giornate che iniziano all'alba e stroncherebbero un pentatleta, hanno bisogno di tutti noi. Del sostegno di giornali e tv, dei circoli, dei singoli tesserati, di sponsor, dell'ambiente circostante, delle scuole. Tutti possiamo contribuire, soffiare sulle vele azzurre, ciascuno nel suo. Qualcuno "deve" di più, ma questo è un altro discorso, che oggi non voglio affrontare. Quel sorriso sulle facce abbronzate non si deve mai spegnere. Continuate così, noi ci saremo.

lunedì 22 marzo 2010

48 giorni, 7 ore, 44 minuti e 52 secondi!

Un trimarano ha conquistato la Coppa America, un altro trimarano ha battuto il record dei record: il giro del mondo a vela senza scalo. La grande vela del terzo millennio, quanto pare, decolla su tre scafi...

BRAVO GROUPAMA 3!
Lo skipper Franck Cammas, il navigatore Stan Honey, i capi-turno Fred Le Peutrec e Steve Ravussin, i timonieri-trimmer Loïc Le Mignon, Thomas Coville e Lionel Lemonchois, e i tre prodieri Bruno Jeanjean, Ronan Le Goff and Jacques Caraës, sono gli uomini che a bordo di Groupama 3 hanno compiuto l'impresa, riscrivendo un pezzo della storia della navigazione a vela. (Con un briciolo di Italia, grazie alla presenza a bordo di SLAM fornitore ufficiale delle cerate).

SOLO VENTO E MARE: ULTIME MIGLIA DI VOLATA, A TRE GIORNI DALL’ARRIVO




L’ABBRACCIO DEL POPOLO DELLA VELA: L’ENTRATA IN PORTO A BREST, L’ORMEGGIO E LA FESTA




LA STORIA DEL RECORD NELLA TABELLA DI MARCIA
Il log di Groupama 3 (partenza il 31 gennaio alle ore 13:55 UTC): giorno per giorno la volata contro Orange 2
Day 1 (1st February 1400 UTC): 500 miles (deficit = 94 miles)
Day 2 (2nd February 1400 UTC): 560 miles (lead = 3.5 miles)
Day 3 (3rd February 1400 UTC): 535 miles (lead = 170 miles)
Day 4 (4th February 1400 UTC): 565 miles (lead = 245 miles)
Day 5 (5th February 1400 UTC): 656 miles (lead = 562 miles)
Day 6 (6th February 1400 UTC): 456 miles (lead = 620 miles)
Day 7 (7th February 1400 UTC): 430 miles (lead = 539 miles)
Day 8 (8th February 1400 UTC): 305 miles (lead = 456 miles)
Day 9 (9th February 1400 UTC): 436 miles (lead = 393 miles)
Day 10 (10th February 1400 UTC): 355 miles (lead = 272 miles)
Day 11 (11th February 1400 UTC): 267 miles (deficit = 30 miles)
Day 12 (12th February 1400 UTC): 274 miles (deficit = 385 miles)
Day 13 (13th February 1400 UTC): 719 miles (deficit = 347 miles)
Day 14 (14th February 1400 UTC): 680 miles (deficit = 288 miles)
Day 15 (15th February 1400 UTC): 651 miles (deficit = 203 miles)
Day 16 (16th February 1400 UTC): 322 miles (deficit = 375 miles)
Day 17 (17th February 1400 UTC): 425 miles (deficit = 338 miles)
Day 18 (18th February 1400 UTC): 362 miles (deficit = 433 miles)
Day 19 (19th February 1400 UTC): 726 miles (deficit = 234 miles)
Day 20 (20th February 1400 UTC): 672 miles (deficit = 211 miles)
Day 21 (21st February 1400 UTC): 584 miles (deficit = 124 miles)
Day 22 (22nd February 1400 UTC): 607 miles (deficit = 137 miles)
Day 23 (23rd February 1400 UTC): 702 miles (lead = 52 miles)
Day 24 (24th February 1400 UTC): 638 miles (lead = 208 miles)
Day 25 (25th February 1400 UTC): 713 miles (lead = 370 miles)
Day 26 (26th February 1400 UTC): 687 miles (lead = 430 miles)
Day 27 (27th February 1400 UTC): 797 miles (lead = 560 miles)
Day 28 (28th February 1400 UTC): 560 miles (lead = 517 miles)
Day 29 (1st March 1400 UTC): 434 miles (lead = 268 miles)
Day 30 (2nd March 1400 UTC): 575 miles (lead = 184 miles)
Day 31 (3rd March 1400 UTC): 617 miles (lead = 291 miles)
Day 32 (4th March 1400 UTC): 492 miles (lead = 248 miles)
Day 33 (5th March 1400 UTC): 445 miles (lead = 150 miles)
Day 34 (6th March 1400 UTC): 464 miles (lead = 62 miles)
Day 35 (7th March 1400 UTC): 389 miles (deficit = 91 miles)
Day 36 (8th March 1400 UTC): 317 miles (deficit = 326 miles)
Day 37 (9th March 1400 UTC): 506 miles (deficit = 331 miles)
Day 38 (10th March 1400 UTC): 321 miles (deficit = 384 miles)
Day 39 (11th March 1400 UTC): 255 miles (deficit = 309 miles)
Day 40 (12th March 1400 UTC): 288 miles (deficit = 473 miles)
Day 41 (13th March 1400 UTC): 496 miles (deficit = 492 miles)
Day 42 (14th March 1400 UTC): 445 miles (deficit = 405 miles)
Day 43 (15th March 1400 UTC): 482 miles (deficit = 216 miles)
Day 44 (16th March 1400 UTC): 401 miles (lead = 72 miles)
Day 45 (17th March 1400 UTC): 441 miles (lead = 412 miles)
Day 46 (18th March 1400 UTC): 583 miles (lead = 844 miles)
Day 47 (19th March 1400 UTC): 588 miles (lead = 1,165 miles)
Day 48 (20th March 1400 UTC): 600 miles (lead = 1,412 miles)

Jules Verne Trophy record precedente (di Orange 2 dello skipper Bruno Peyron, conquistato nel 2005): 50d 16h 20'

sabato 20 marzo 2010

Azzurra chiude terza. Finale in corso Mascalzone-Kiwi 0-1

Gran finale oggi sul Golfo di Hauraki, per il Louis Vuitton Trophy Auckland: Mascalzone Latino Audi Team (timoniere Gavin Brady) si gioca il trofeo nella finalissima contro la squadra (e il tifo) di casa, Emirates Team New Zealand (Dean Barker), e si parte da 1-0 in favore dei kiwi. Sotto lo sguardo di moltissimi appassionati giunti sul campo di regata con centinaia di barche, una cornice che ha ricordato la Coppa America che qui si è disputata nel 2000 e nel 2003, il primo punto per i kiwi è arrivato ieri per soli 12 secondi al culmine di un match all'insegna dell'equilibrio. Mascalzone c'è, e la finale è al meglio delle 5 prove: vince il primo a conquistare tre punti. Occhi puntati dunque su Waitemata Harbour dove tutto può accadere, e forza mascalzoni.

Per il circuito Louis Vuitton questa è la seconda tappa, dopo l'esordio a Nizza, e anche in quel caso finale con Emirates Team New Zealand, battuta però 2-0 da Azzurra. La stessa Azzurra (timoniere Francesco Bruni) che qui ad Auckland, dopo aver perso la finale per un metro contro i kiwi, ha comunque chiuso ottima terza, battendo nella finalina il solito Paul Cayard di Artemis. Per Tommaso Chieffi il bilancio è positivo: "Abbiamo fatto due settimane di grande e chiudiamo in una bella posizione, il terzo posto è comunque una conferma dopo la vittoria di Nizza. Dopo aver perso un paio di regate malamente, abbiamo regatato bene, fino a sfiorare la finale perdendo con i kiwi di 1 solo secondo". Dopo due tappe e due finali con molta Italia, il prossimo evento del tour sbarcherà in Sardegna, a La Maddalena a metà maggio, per un evento attesissimo.

venerdì 19 marzo 2010

Louis Vuitton Auckland: Mascalzone in finale, Azzurra può raggiungerlo!

Grand'Italia della vela ad Auckland: Mascalzone Latino Audi è in finale e Azzurra quasi. L'Hauraki Gulf sembra vestirsi di tricolore, in un susseguirsi si virate ed emozioni. Ecco la storia di una giornata da non dimenticare (in attesa della finale di domani). Mascalzone Latino Audi Team, l'equipaggio del Club Nautico Roma che il patron Vincenzo Onorato ha voluto Challenger of Record (primo sfidante dei detentori USA di BMW Oracle) della prossima Coppa America, orchestrato alla perfezione dal timoniere "locale" Gavin Brady.

E' stata una giornata lunga e di colpi di scena, durata fino a quando il buio di è impadronito del Waitemata Harbour. Ed è iniziata con un Mascalzone Latino Show. Nel primo match contro Artemis, team svedese con due americani al comando, il timoniere Therry Hutchinson e il super-tattico Paul Cayard, i mascalzoni conducono una lunga rimonta coronata da successo alla fine della prima bolina. Gavin Brady si infila mure a dritta all'ultimo incrocio e da quel momento vola indisturbato fino all'arrivo. Nella seconda sfida replica di Artemis che spinge Mascalzone Latino fuori dalla linea di partenza: l'equipaggio italiano deve ripetere lo start e non riuscirà più a recuperare. Si va allo spareggio e c'è il capolavoro del team italiano: vince magistralmente la partenza, lasciando gli svedesi fuori dalla barca Comitato e per di più con una penalità. Regata in discesa, lunga cavalcata verso una finale in qualche modo storica. Mascalzone Latino, all'esordio con la denominazione che lo lega al nuovo sponsor Audi, e col neo presidente Lara Ciribì Onorato, domani si contenderà il prestigioso trofeo con la vincente dello spareggio tra Azzurra e Emirates Team New Zealand. Un risultato che assume un significato particolare considerando che Mascalzone è anche coinvolto nell'organizzazione del prossimo Louis Vuitton Trophy, in programma nelle acque sarde della Maddalena a metà maggio.

E Azzurra? Il team dello YC Costa Smeralda ha fatto sognare tifosi e appassionati, vincendo la prima sfida con i padroni di casa kiwi, già battuti 2-0 nella finalissima di Nizza. Nel match-point è successo di tutto: Azzurra costringe i kiwi alla penalità, li marca da dietro, ma Barker allunga fino a riuscire a compiere la penalità sull'arrivo e vince per un solo secondo. Sull'1-1 tra Azzurra e Emirates Team New Zealand si deciderà domani chi raggiungerà i mascalzoni in finale. Mezza Italia già sogna il trofeo, l'altra metà può raggiungerla per un derby d'alta quota.

giovedì 18 marzo 2010

Diego, voglia di tornare a ruggire

UNA MEDAGLIA DI BRONZO OLIMPICA RESTA UNA MEDAGLIA DI BRONZO OLIMPICA
ECCO IN PRESA DIRETTA IL DIARIO DI BORDO DI DIEGO ROMERO, 6° AL CAMPIONATO SUDAMERICANO LASER

Finalmente sono finito 6º classificato al Campionato Centro-Sudamericano 2010 che è stato vinto da Julio Alsogaray (ARG).
Secondo ha terminato Bruno Fontes (BRA) e terzo il otto volte campione mondiale Robert Scheidt (BRA).
All’inizio degli allenamenti i giorni prima dalla regata, mi sentivo molto rigido in barca, sicuramente per la mancanza di un messe di allenamento in barca colpa dalla spalla infortunata alla Miami OCR. Giorno dopo giorno in mare sono andato meglio e penso che sia stata un’ottima regata di preparazione per la stagione europea e ho avuto la possibilità di allenarmi e compararmi con questi velisti che sono dei più veloci al mondo. Il resto dei top dieci: 4º Jesus Rogel (ESP), 5º Edoardo Couto (BRA), 6º Diego Romero Paschetta (ITA), 7º Matias del Solar (CHI), 8º Nicolás Schargorodsky (ARG), 9º Juan Maegli (GUA), 10º Raul Aguayo (DOM).


I risultati completi http://www.enternet.com.ar/allsr/sudamericano_2010/20%C2%BA_CENTRO_SULAMERICANO_Std._2010.htm
Il mio prossimo appuntamento sarà la Laser Europa Cup al Circolo Vela Torbole, dal 15 a 18 di aprile, prima di andare alla Semaine Olympique Française a Hyères (23-30 aprile.)
Cordialmente
Diego Romero Paschetta (il sito ufficiale)
Medaglia di Bronzo Giochi Olimpici di Pechino 2008
ITALIA

mercoledì 17 marzo 2010

Il trimarano e l'uragano

IL VIDEO CON LE IMMAGINI DEL TRIMARANO A100 "MAJAN" DI OMAN SAIL ALLE PRESE CON VENTI A 70 NODI NELL'OCEANO INDIANO IN ROTTA VERSO FREEMANTLE NELLA TERZA TAPPA DELLA INDIAN OCEAN 5 CAPES RACE



L'equipaggio di sei persone a bordo capitanate dallo skipper Paul Standbridge, con due velisti omaniani, sta tracciando la rotta della nuova regata che ufficialmente scatterà nel 2012.

lunedì 15 marzo 2010

Quale dei due Carlo Croce vuole essere, presidente?



Poco più di una settimana fa, a Piazza Affari nel cuore pulsante della city milanese, lo Yacht Club Italiano ha presentato la sua stagione velica 2010. Il multipresidente Carlo Croce (YCI, FIV, ITALIA70, per citare le principali) ha riunito un parterre-de-roi senza pari in Europa e forse nel mondo, per quanto riguarda lo yachting, anche se l’ospite più atteso, John Elkann, alla fine ha dato forfait. Da Marco Tronchetti Provera a Luca Bassani Antivari, da Carlo Puri Negri a Roberto Mottola di Amato (il doppio cognome è un must), quest’ultimo – come del resto Riccardo Bonadeo – a rappresentare Club gemellati o amici. E ancora Gian Riccardo Marini (qui siamo passati al doppio nome, ma fa lo stesso), DG di Rolex Italia (ma per Rolex è intervenuto anche il gran capo internazionale dello sponsoring), Richard Girardot, Chief Executive Officer di Nestlé Nespresso S.A. (new entry tra gli sponsor come vedremo), Giano Oliosi di BMW. Naturalmente, ben dissimulati nella vasta platea, alcuni dei 1200 soci YCI. Tanti altri, impossibile ricordarli tutti, con gli Zendrini, gli Isenburg, i Franchella, i Loffredo, i Tomasina, i Sestini (SIAD), il fedele Matteo Bruzzo, i Mosci. C’erano anche i due vicepresidenti internazionali della vela italiana: Alberto Predieri vicepresidente ISAF (la federvela mondiale), e il fratello Marco vicepresidente Eurosaf (l’organismo delle federvele europee), unico velista Francesco De Angelis. C’era anche Anita Garibaldi, la pronipote dell’eroe dei due mondi, in una sgargiante ed evocativa giubba rossa. Parecchi giornalisti (non tantissimi, anche per i media il target era la qualità più che la quantità), tanti uffici stampa (veri, presunti, a caccia), la consueta dose di curiosi e pensionati (l’età media si allunga ovunque e la vela non fa eccezione, anzi). Sala gremita, maxi schermo che all’occorrenza si fa in tre, palco con due leggii distanti dieci metri. E lui, il multipresidente, a coordinare, sciorinare, presentare, dare e togliere la parola, tenere il ritmo, sempre con toni bassissimi, limando i superlativi, cercando di appannare tutto quel luccichio struggente che ubriacava tutti: le regate più ricche del mondo, le barche più belle del mondo, i posti più ambiti del mondo. Impresa impossibile: l’understatement è risultato stonato, come i rumori di inforchettamenti che hanno tintinnato a lungo, dal primo piano, durante il buffet che è seguito.

Lo Yacht Club Italiano, dice il comunicato in cartella, è “il più antico club velico del Mediterraneo: fondato a Genova nel 1879. (...) è ancora custode di una tradizione e di uno stile unici, il segno di identità di un tempio dello yachting che oggi ha spalancato le porte a giovani, allievi e cadetti, ma non dimentica il suo lungo passato”. La cartella contiene i Bandi delle Regate 2010, quella del 131° anno di vita del club. Questi bandi, come ben sanno i dirigenti di almeno trecento circoli velici nazionali che ogni anno faticosamente mettono insieme i pezzi e organizzano regate, sono un po’ lo specchio dei loro eventi. Quelli dello YCI sono belli da togliere il fiato: patinati, lucidi, grafiche curatissime, fotografie da mostra (infatti alcune sono giustamente incorniciate), vere e proprie opere d’arte intitolate alla vela nel nome di una “regata”. Regate Pirelli 2010 41° Coppa Carlo Negri con i bianco e nero artistici di Borlenghi; Portofino Rolex Trophy 2010, con una grammatura senza risparmi, una selezione di immagini da rivista, molte in doppia pagina al vivo, come la notturna della piazzetta tra luci e persino odori, o i dettagli deliziosi, dalle feste a terra alle bitte d’epoca, fino a un trionfo di gabbiani festosi che volano in primo piano lasciando lo sfondo a un imperiale armo aurico sotto a un nuvolone nero; Giraglia Rolex Cup 2010, stessa grammatura e lunga sfogliata tra schizzi sulle prue di Maxi in regata, tramonti sullo scoglio famoso, campanili del centro storico di St. Tropez, fuochi d’artificio e premiazioni in doppiopetto; solo apparentemente più piccolo (nel formato) il bando del Trofeo Siad Bombola d’oro (Dinghy), con copertina ad ante apribili, foto storiche seppiate e il certificato di stazza del Dinghy I-1, del Marchese Emilio Reggio. Spartani, ma solo per motivi di tempo, i Bandi del Gran Premio d’Italia Mini 650, della Garibaldi Tall Ship regatta 2010, e della Millevele, così come quello del Campionato del Mondo Classe X-35, che lo YCI co-organizza in consueta trasferta tirrenica-toscana, a Scarlino. Ma si torna presto sui livelli di alta tipografia, concludendo con la “brochure” (si fa per dire) dedicata alla Fondazione “Tender To Nave Italia” Onlus (“La cultura del mare al servizio del sociale”) che oltre alla grammatura presenta anche le foto stampate a lucido, come si conviene al rango di un brigantino di 61 metri, confezionato su misura da Besanopoli (lo stesso delle grafiche per la Nuova FIV).

Non dimentichiamoci Nespresso: più che un bando, una cartella e una presentazione video accurata degna di una new entry: una regata-raduno di tutti i Wally, ovvero gli yacht più belli, originali, tecnologici, sorprendenti, che animano gli oceani di mezzo mondo. Tutti riuniti nella Nespresso Cup a Portofino. Chi altri può permettersi tutto questo, se non lo Yacht Club che annovera tra i suoi soci Luca Bassani “Wally” Antivari?

Se poi volete un overloook più generale all’oggi dello YCI, a quello che questo club storico è diventato e muove e rappresenta in avvio del terzo millennio, non avete che da sfogliare il pesante Magazine2009 Yacht Club Italiano, che passa con eleganza e leggerezza dal Board of Directors del club, alle regate (organizzate o corse o vinte dai soci), alla scuola vela, al “back stage” dei protagonisti nascosti, alle cene di Natale o al BBQ estivo nella scenografia “volutamente informale ma al contempo elegante” dei piazzali del club, al racconto del mese di Alinghi 5 a Genova, alla BMW Match Race Academy, alla Nave Italia, alla Stai, alla nuova creazione sorta all’ombra del guidone biancorosso: l’Unione Attività Marinare. Una entità che riunisce alcune associazioni no profit con l’obiettivo di valorizzare le arti marinaresche, nella conservazione della tradizione... Se vi gira la testa vuol dire che avete sfarfallato troppo velocemente le novantotto pagine da 200 grammi stampate su carta ecologica Freelife da Grafiche G7. Tornate al via e riprovate.

Lo Yacht Club Italiano è inimitabile, è un monumento che però si muove ed è capace di riproporsi sempre, grazie a radici profonde, risorse (umane, familiari, economiche, finanziarie) che sgorgano come una fonte d’acqua fresca e si rinnovano costantemente, anche per il lavoro dei custodi del tempio, che evitano le fughe, rinsaldano le fila, offrono sempre una casa alla quale è impossibile girare le spalle. Lo YCI, è stato detto non a torto, è anche il salotto dello yachting, il luogo dove osare, e realizzare l’irrealizzabile, è un’emozione semplice e quotidiana. Lo Yacht Club Italiano è un patrimonio di tutta la nostra vela, perché ne è la base storica, e come abbiamo appena visto ne è anche una cospicua fetta di presente.

Eppure, lo Yacht Club Italiano non è “tutta” la nostra vela. Se per budget e poteri che è in grado di smuovere, lo YCI potrebbe “contenere” dentro di se la stessa “povera” Federazione Italiana Vela (che del resto, dentro quei saloni è nata), lo sviluppo moderno dello sport, della disciplina, del movimento velico in Italia è tale da rendere impensabile questa fusione per incorporazione. C'è un tessuto di valori, storie e uomini, da Trieste alla Sicilia, che ha trama forte, indistruttibile. Che va al di là (fisicamente al di là, cioè "oltre") della grammatura di un Bando di Regata, o delle poltrone in pelle e del parquet scricchiolante. E’ una riflessione non secondaria, nel guado di mezzo quadriennio, con la Nuova FIV che una rivoluzioncina d’ottobre ha consegnato nelle mani del multipresidente. Anche Carlo Croce, come lo YCI, è a sua volta un patrimonio della vela italiana. Un valore aggiunto. Ha storia, volontà, carattere, salotti, e qualche idea, per essere un ottimo presidente e raccogliere l’eredità del ventennio di un certo Sergio Gaibisso (uno che senza bisogno di pedigree che non fosse il campo, e la benedizione di Beppe Croce, si è caricato la FIV sulle spalle e l’ha portata ai nostri giorni in piena salute). Che abbia successo è interesse di tutti.

Per questo, è importante che il multipresidente Carlo Croce comprenda fino in fondo che il ruolo da assolvere alla guida della FIV è molto diverso, e culturalmente distante, da quello magistralmente ricoperto in questi anni del risorgimento dello YCI. Il doppio ruolo, comprensibilissimo sul piano umano e affettivo, e persino autorizzato dalle deroghe ai regolamenti CONI (attivate?), semplicemente non può realizzarsi nella pratica. Ragioni geometriche, di matematica e prospettiva, più ancora che di opportunità e politica, lo impediscono. Lo YCI, e Carlo Croce, sono un patrimonio. La FIV, e Carlo Croce, sono tutta la nostra vela. Quali dei due Carlo Croce vuole essere, presidente?

venerdì 12 marzo 2010

Alla Vela non ci pensa proprio nessuno

I giornali ci informano che il Governo sta varando provvedimenti di sostegno ad alcuni settori dell'economia e dell'industria. Niente di lontanamente paragonabili, per ampiezza durata e profondità, con quelli frequentemente concessi all'automotive, che però stavolta a quanto pare resta fuori, ma meglio di niente. Del pacchetto (finanziato con 300 milioni di euro e opera del Ministro Claudio Scajola) fanno invece parte: scooter elettrici o ibridi, elettrodomestici e cucine componibili, abitazioni ad alta efficienza energetica, rimorchi, semirimorchi, macchine per uso agricolo e industriale e gru a torre per l'edilizia, tessile, e infine - udite udite - c'è un piccolo spazietto per la nautica. Con la seguente "voce": "inverter e motori per nautica da diporto". Partiamo dalla definizione di "inverter": Un inverter è un apparato elettronico in grado di convertire un tipo di corrente in un altro e/o modificarne le caratteristiche, eventualmente a tensione diversa, oppure una corrente alternata in un'altra di differente frequenza. Grosso modo, un trasformatore. Il decreto dovrebbe finire al primo Consiglio dei Ministri utile e diventare legge con forma leggera e agile (va di moda dire così): solo 6-7 articoli. Talmente agili, che è già annunciato un successivo decreto dello stesso Ministero dello Sviluppo Economico per "spiegare" come funzioneranno gli sconti, e chi ne beneficerà, per comprare i suddetti beni.

Riepilogando: c'è la ripresina e il Governo offre una spintarella a chi ha più bisogno. C'è anche un pezzetto di nautica. Il decreto è molto preoccupato delle tematiche ambientali, come si vede. E cosa sceglie, nella nautica, di molto ambientale? Inverter (e vabbè) e motori marini. Caspita.

Chissà che lavoro di lobby deve esserci stato intorno al Ministro Scajola (che in una intervista a un giornale specializzato si è dichiarato "velista", ha navigato con un 11 metri per tutto il Tirreno, ma oggi è motoscafaro), soprattutto da parte dell'associazione confindustriale che riunisce le imprese della nautica ("cantieri nautica e affini"). A giudicare dal sito ufficiale di UCINA, nessuna: del decreto non v'è infatti traccia. Una cosa, però, è sicura, sicurissima: nessuno, proprio nessuno, ha esercitato pressioni verso il Ministro o verso il Governo per far inserire, nel pacchetto sviluppo così attento all'ambiente, al fianco della voce "Nautica", la voce "Vela". Alla Vela non ci pensa proprio nessuno. Questa è l'amara verità, una constatazione purtroppo ben nota alle centinaia di aziende, grandi, medie, piccole e piccolissime, ma pur sempre aziende con il loro impegno, dipendenti, professionalità, capacità artigianali, investimenti, compongono il segmento "Vela" nel settore della nautica. Questi imprenditori, manager, progettisti, costruttori, velai, operai, attrezzisti, addetti, comunicatori, assemblatori, noleggiatori, persino velisti e società di servizi per un settore bello ed evocativo come la Vela, semplicemente non se li fila nessuno.

Per la verità i tentativi non sarebbero mancati. Provo a riassumerli in breve e per quanto di mia conoscenza. 1) Chi vi scrive ha inventato nel 1998 un salone-spettacolo dedicato solo al settore, chiamato Vela Show e durato 5 anni a Viareggio (più un supplemento a Rimini), esperienza esaurita per difetti di gioventù, partner sbagliati, territorio refrattario e - last nut not least - la discreta ma potente avversione da parte di UCINA. 2) Dopo la chiusura del Vela Show, UCINA ha accorpato la presenza della vela nel salone di Genova creando l'area "Mondovela" (poi cambiata in "Mondoinvela" perchè quel nome già esisteva: una ricerchetta prima no, eh?). L'operazione fu fatta passare come un vantaggio, ma in realtà lo scopo fu sfrattare i cantieri e la vela dalla storica posizione nel centrale e strategico Padiglione B, quello che oggi è stato demolito e rifatto dal bravo architetto ed è pieno di supermotoscafoni. Mondoinvela poi negli anni si è ristretto a terra, mentre è cresciuto in mare, seguendo la filofosia generale di Genova. 3) In questi stessi anni, gli ultimi 5-6, UCINA è stata spinta da un gruppo di aziende leader della Vela a occuparsi seriamente del settore. E' stato costituito un "Tavolo della Vela" coordinato dall'allora segretario generale Lorenzo Pollicardo, intorno al quale sedevano le migliori aziende, la FIV e qualche altro ente. Bei discorsi e nulla più. Ogni volta che si tentava l'accelerazione e la messa in pratica delle teorie, si frenava. 4) Il Tavolo è stato però promosso, diventando tre anni fa la "Commissione Vela" di UCINA, guidata come da Statuto da uno dei Vicepresidenti dell'associazione, nella fattispecie la Signora Francesca Radice (proprietaria della Sessa Marine, barche a motore). Ho fatto parte di questa Commissione: il presidente di UCINA Albertoni mi ha scritto una bella lettera per annunciarmi la nomina. Questa Commissione ha provato ancora a spingere sull'acceleratore, ha parlato di "marketing associativo" (come far associare a UCINA le aziende della vela), servizi, salone nautico, risorse... Ma si è arenata anche lei. Stavolta pare definitivamente, e nessuno dei suoi componenti ne ha più sentito parlare. 5) Nel frattempo un gruppo di rivenditori e distributori di barche a vela cabinate dell'area di Trieste, ha organizzato Vela & Vela (scegliendo nel mazzo proprio il nome della mia società, e vabbè) a Porto San Rocco, un bel po' di barche in banchina con una mostra a ingresso gratuito, occasione straordinaria per gli appassionati di vedere e provare. Una bella iniziativa. 6) Gli ideatori di Vela & Vela hanno parallelamente dato vita a una "associazione" con lo stesso nome dell'evento, volta a riunire gli operatori del settore. 7) C'è stato un naturale avvicinamento e un contatto con il gruppo dell'ex Tavolo ed ex Commissione: che ricordo raccoglie alcune aziende leader dei vari segmenti del settore velico. Alcune di esse hanno anche aderito a Vela & Vela, che adesso sta preparando la seconda edizione (15-18 aprile, sempre a Porto San Rocco). 8) L'idillio sta già tramontando, perchè non sembra esserci unità di intenti: i fondatori di Vela & Vela puntano tutto e solo su Porto San Rocco, evento nel loro mercato di riferimento, e hanno rifiutato qualunque visione allargata - propria di una vera associazione di categorie - che guardasse anche ad altri eventi, fieristici e non solo, sportivi e di promozione popolare della vela, anche in altre aree geografiche.

La morale di questa parabola in 8 atti, è questa: al prossimo Consiglio dei Ministri passerà il decreto sviluppo basato sul'ambiente e avrà incentivi alla nautica solo sui motori marini. La vela è "fuori", come ieri, come sempre, gli operatori della vela non avranno alcun aiuto, dovranno cavarsela da soli. A Nord-Est si sono fatti Vela & Vela per vendere un po' di barche, altri cercheranno di prendere qualche altro trenino regionale al Sud, al Centro, sull'Adriatico, sul Garda... E andremo sempre avanti così, a vista, senza prospettive di ampio respiro.

E' un peccato perchè la Vela in Italia ha potenzialità largamente inespresse, enormi. Per ragioni geografiche e meteorologiche, per l'entusiasmo esagerato che smuovono i grandi eventi del sailing internazionale e alcuni loro personaggi. La FIV fa Velascuola (che UCINA ha sostenuto anche con risorse, prima di tirarsi indietro, e sta per lasciare anche Navigar m’è Dolce) che le fa tesserare oltre ventimila studenti all’anno, Big Blu fa la piscina con i ventilatori per duemila giovanissimi alla Fiera di Roma, sui laghi del Nord hanno numerose iniziative pronte o già attive, per non parlare di tutto quello che si potrebbe fare lungo le splendide coste del Sud e delle Isole, o a seguito del Giro d’Italia di Cino Ricci o dell’altro giro che sta iniziando Italia70 per lanciare la sfida alla Volvo Ocean Race (di questi due “giri” parleremo a parte un’altra volta), o alla Louis Vuitton alla Maddalena, agli Extreme 40 a Trapani. Ovunque sport, territorio, protagonisti e imprese potrebbero avere capitalizzare in immagine e fatturati, se riuscissero a stare insieme. Serve una authority che metta davvero insieme il settore della vela. Prima che sia troppo tardi: certe occasioni capitano una sola volta nella vita...

mercoledì 10 marzo 2010

Volvo Ocean Race 2011-2012: finale a Galway, IRL (come previsto)


Come anticipato qualche giorno fa da questo minuscolo blog in esclusiva nazionale (vedi colonna delle news a destra), il porto irlandese di Galway è ufficialmente quello dove si concluderà la prossima Volvo Ocean Race. Ed eccovi il perchè e il percome in un estratto del comunicato ufficiale. :-)

Alicante, Spagna – 10 marzo 2010 - Dopo l’enorme successo come sede di arrivo della tappa transatlantica della Volvo Ocean Race 2008-09, la località irlandese di Galway ritornerà protagonista nell’edizione 2011-12, quando la flotta navigherà da Lorient, in Francia, alla costa occidentale dell’isola verde. Galway, che è molto opportunamente gemellata con Lorient, ha combattuto una lotta intensa contro gli altri porti candidati per riaggiudicarsi uno stopover nella Volvo Ocean Race 2011-12, che si concluderà proprio nel “cuore pulsante” dell’Irlanda e dove avrà luogo anche la cerimonia finale di premiazione.

Il primo ministro irlandese, Brian Cowen
(quello che ha messo sul piatto della bilancio i soldoni che hanno sbancato la concorrenza, ndb*) ha dichiarato: “La tappa del 2009 a Galway ha lasciato un ricordo indelebile nel cuore dei  velisti, dei team, degli organizzatori e dei media, che hanno potuto godere del calore dell’ospitalità irlandese. La loro presenza, parallelamente, ha avuto un incredibile effetto positivo su Galway, su tutta la regione e sull’intero paese. L’arrivo della flotta è stato spettacolare e la sua visita ha aiutato a generare un ritorno economico enorme per l’economia della regione, pari a ben 55 milioni di Euro, e maggiore di oltre un terzo rispetto alle previsioni originali. Per l’impatto economico positivo e la rilevanza per il settore turistico nazionale, sono più che felice di salutare il ritorno della Volvo Ocean Race sulla nostra isola e di dare tutto il nostro supporto all’evento.”

A Galway nel maggio 2009 oltre 600.000 persone che hanno visitato il villaggio, con una punta di ben 62.000 persone nel solo giorno della in-port race. La località balneare di Salthill ha richiamato altri 120.000 spettatori venuti a seguire la regata dalla costa.

“L’interesse a ospitare la Volvo Ocean Race, in particolar modo in Europa, è stato incredibile,” ha detto il CEO della Volvo Ocean Race, Knut Frostad, in occasione della presentazione dell’ultimo porto europeo. “Sono molto orgoglioso di confermare la partecipazione irlandese e sono certo che Galway sarà un luogo ideale per accogliere la scena finale dell’evento. Abbiamo già potuto provare con mano il fortissimo entusiasmo irlandese per la regata e non vediamo l’ora di concludere la competizione in un paese che sa bene come celebrare.”


FINE DELLE SPERANZELLE DI UNA TAPPA ITALIANA
Con questo annuncio si completa la lista delle città europee che ospiteranno una tappa del giro del mondo, le prossime località verranno presentate nel corso del mese di marzo.

(*) ndb=nota del blogger, no?

martedì 9 marzo 2010

Altura e dintorni: la contesa di Capri e Ischia



Per la prima volta in quasi trent’anni, uno storico appuntamento della vela d’altura, il Campionato Nazionale del Tirreno, lascia Capri e approda a Ischia. Il motivo? Quello ufficiale e superficiale: la sovrapposizione delle date, che coinvolge la Rolex Capri Sailing Week (gestita dallo Yacht Club Capri) e la celebre Regata dei 3 Golfi che apriva il Campionato Nazionale del Tirreno (gestiti dal CRV Italia di Napoli). Da anni i due eventi si “marcavano stretti”, e adesso la frittata è fatta. Si poteva evitare? Chi ci guadagna e chi ci perde?

I motivi di un patatrac, grande o piccolo che sia, sono quasi sempre più d’uno, e sempre riferibili a comportamenti umani. Nel caso, i protagonisti sono tanti e tutti convinti. Da una parte lo YC Capri, sodalizio che porta un nome che da solo è una garanzia, anche se in passato è stato tenuto in vita artificialmente dalla stessa FIV pur in assenza di tesserati, la Rolex uno degli sponsor mondiali più vicini al mondo della vela, e – sia pure incidentalmente – un cantiere nazionale. Dall’altra parte il Circolo del Remo e della Vela Italia del presidente Roberto Mottola, e il supporto istituzionale dell’assegnazione di un “Campionato nazionale” nel calendario ufficiale dell’Altomare FIV, attraverso l’UVAI.

Negli ultimi anni le cose andavano così: la Rolex Capri Sailing Week si svolgeva nella settimana precedente alla Regata dei 3 Golfi, c’era un timing che consentiva a chi volesse di lasciare Capri ed essere al Castello dell’Ovo per la partenza in notturna della affascinante “lunga” un tempo sponsorizzata Telecom e Loro Piana. Quest’ultima si concludeva a Capri e sfociava nel Campionato Nazionale del Tirreno, erede genetico dell’evento che segnò i natali dell’altomare in Italia, la Nastro Azzurro Sailing Week. Insomma circoli, sponsor e armatori sgusciando quà e là, sopravvivevano. Ma quest’anno il meccanismo si è inceppato.

Come ho anticipato, gli ingredienti della frittata sono molteplici, e alcuni anche di natura venale, riguardanti la disponibilità e le condizioni dei posti-barca nella Marina di Capri durante le regate. Gli accordi in materia che vigevano dai tempi preistorici dell’AICI (chi si ricorda?) sono crollati sotto l’urto dei tempi nuovi e delle nuove usanze. Poi è stato sollevato il problema di attendere i Farr 40 impegnati nel Mondiale in USA (mi chiedo quanti Farr 40 saranno mai così assatanati di caricarsi su un cargo e correre a Capri dopo il Mondiale). Morale: la Rolex sposta la sua Sailing Week. I tentativi di chiarimento o agreement tra i Circoli producono effetti contrari. E alla fine il CRV Italia trasloca a Lacco Ameno, ridente e accogliente porticciolo a Ischia, poche miglia più a Nord.

In questi giorni si rincorrono lettere e messaggi tra armatori, Circoli e Associazione di classe. Tutti mediamente arrabbiati. Alla fine la soluzione la darà il campo: la 3 Golfi è altomare e ha un target preciso, mentre la Rolex Week e il Campionato Nazionale del Tirreno possono in parte rivolgersi agli stessi “utenti”. Con una differenza sostanziale: la seconda è l’evento istituzionale, definito Campionato Nazionale, valido quale selezione per il Campionato Italiano assoluto, mentre la prima è una (bella) regata “privata” in una (bellissima) isola, ottimamente foraggiata da un grande sponsor.

In attesa di vedere a fine maggio chi ha guadagnato e chi ha perso dalla vicenda, restano un paio di considerazioni da fare.

1) Le sovrapposizioni di un calendario affollatissimo si rivelano un male endemico di una vela in crescita disordinata, persino in anni di crisi economica. Forse non è un male. Di sicuro addossare responsabilità alle Istituzioni (UVAI e la stessa FIV) è fuorviante: un Circolo è libero di organizzare una regata nelle date che reputa più opportune. Gli Enti che presiedono alla vela svolgono il loro ruolo primario assegnando regate “ufficiali”, di circuito, con punteggi e titoli (fino a quello di Campione Italiano). Certo farebbero bene a prevenire queste situazioni, magari organizzando apposite convention dedicate alla formazione dei calendari. Ma davanti a un Circolo e uno sponsor che bandiscono una regata, e la sovrappongono a un’altra che pure ha un valore istituzionale (campionato, selezione), nulla possono fare. Io stesso ho inutilmente denunciato che per 2-3 anni una regata di match race a Trieste veniva organizzata in poche settimane e sempre in perfetta sovrapposizione con il Campionato Italiano Classi Olimpiche o la Coppa Primavela, rendendo arduo il compito dell’ufficio stampa FIV che doveva convincere i media a parlare di ragazzini o atleti poco noti, piuttosto che di Russell Coutts o Francesco De Angelis. E in tempi più recenti (l’anno scorso) addirittura la Giraglia dello Yacht Club Italiano si spostò in sovrapposizione delle regate di Punta Ala, facendo infuriare lo YCPA. C’è poco da fare, una volta successo. Il punto è: prevenire.

2) Gli armatori, i velisti quindi, hanno un grande potere in questa situazione, un potere che non dovrebbero sottovalutare: la possibilità di scegliere. Possono decidere loro a quale regata partecipare, se desiderano punti per selezionarsi a un campionato, o cantare in piazzetta a Capri, o seguire l’evento che viene meglio organizzato e gestito. La scelta degli armatori è in qualche modo l’unico elemento che può fare il “mercato”, spostandolo dall’attuale confronto – apparentemente astratto – tra Club e Sponsor. Con le Istituzioni spettatrici impotenti. (Nella foto: Ischia, Lacco Ameno vista dall'alto)

Detto questo vi riepiloghiamo le date, considerando la vicenda per quello che è: un gioco tra ricchi e privilegiati, che coinvolge però anche molte professionalità e l'impegno di tante persone, per questo deve seguire regole e buon senso:

20-23 maggio - Ischia - Campionato Nazionale del Tirreno - Tre Golfi (CRV Italia)
26-28 maggio - Capri - Rolex Capri Sailing Week (YC Capri)
28 maggio - Napoli - Regata dei Tre Golfi - offshore (CRV Italia)

lunedì 8 marzo 2010

Auckland, Italia



Ritorno (con nostalgia) all’Hauraki Gulf. Auckland, Nuova Zelanda, la città della vela che fu teatro dell’ultima epica sfida vincente della vela italiana in Coppa America, quando nel 2000 Luna Rossa conquistò la Louis Vuitton Cup contro AmericaOne di Paul Cayard e divenne sfidante ufficiale degli (allora) imbattibili kiwi di Team New Zealand. Il resto è storia quasi antica: il 5-0 con la testa sanguinante del prodiere di Luna Rossa Max Sirena, la Coppa successiva con lo squadrone di Russell Coutts “assoldato” da Ernesto Bertarelli e il trionfo della meteora Alinghi, Poi Valencia 2007 e ancora, dopo tre anni di tribunali, Valencia 2010, la supersfida tra i supermultiscafi. Se avete le vertigini, basta respirare forte e magari sorseggiare una birra lungo il Viaduct Basin, nel cuore velico di Auckland, laggiù nell’isola dimenticata in mezzo all’oceano, che da oggi torna protagonista della grande vela.

Torna la Louis Vuitton (stavolta si chiama Trophy e non Cup, ed è una sottogliezza per palati fini), torna ad Auckland perché c’è da rendere omaggio alla storia di una nazione di velisti (che vincono alle Olimpiadi, al giro del mondo e all’America’s Cup), e perché quel marchio di lusso non ha mai rinunciato a essere, più che uno sponsor, un incubatore di passioni, di personaggi, di luoghi, tutti uniti da un filo conduttore: il fascino della sfida all’America’s Cup.

Si dice Louis Vuitton ma si pensa alla Coppa America. Soprattutto questa tappa di Auckland (città che ha vissuto di persona ben due edizioni del trofeo) si vive tutta in chiave futura, con l’occhio alla XXXIV Coppa America, quella targata BMW Oracle-Mascalzone Latino Audi. Se infatti il circuito Louis Vuitton era nato anche per risposta alla crisi della Coppa fermata nei tribunali dalla lite Bertarelli-Ellison, questa volta con l’Auld Mug tornata negli States è inevitabile prefigurare gli scenari futuri. Le barche con cui si gareggia sono “vecchi” AC versione 5 stretti e pesanti, e già tutti immaginano la prossima classe AC, probabilmente un monoscafo più leggero e veloce. L’ipotesi-multiscafo non scalda molti. Tra i partecipanti (oltre al challenger of record) molti non fanno mistero di puntare a una sfida. Dagli inglesi di Teamorigin (sarebbero stati loro i primi sfidanti in caso di vittoria di Alinghi), ai padroni di casa kiwi, agli svedesi di Artemis, ai francesi di Bertrand Pacè. E naturalmente Azzurra, alla ricerca di sponsor per progettare il ritorno in grande stile.

E’ questo che si respira alla tappa di Auckland 2010 del circuito Louis Vuitton? Allora ecco spiegata la significativa presenza italiana. Per quantità (unica nazione con due team, come a Valencia 2007 eravamo gli unici con tre sfide) e per qualità. Il tricolore sventola sulla poppa di due team che hanno valide ragioni di copertina. Eccoli: Azzurra, espressione dello Yacht Club Costa Smeralda, guida sportiva affidata a un armatore competente e sensibile come Giovanni Maspero, timoniere Francesco Bruni, tre Olimpiadi e talento in piena maturazione, affiancato dall’esperienza mai fuoriposto di Tommaso Chieffi, squadra italianissima. E Mascalzone Latino Audi, brand velico di Vincenzo Onorato, armatore due volte (come velista e come imprenditore), cuore napoletano e testa anglosassone, guidone del Club Nautico Roma, con un pozzetto da leccarsi i baffi: Gavin Brady (NZL) al timone, Morgan Larson (USA) tattico e Flavio Favini (da Luino) navigatore. Potrebbe bastare a giustificare l’orgoglio velico nazionale, ma c’è molto di più.

Il team Azzurra arriva infatti a Auckland come squadra da battere, avendo vinto a Nizza la prima tappa del circuito (si corre con barche uguali, fornite dagli organizzatori, della vecchia Classe America’s Cup versione 2007), dove battè in finale proprio Emirates Team New Zealand. Quanto a Mascalzone Latino Audi, nelle ultime settimane è sulla bocca di tutti, essendo diventato il nuovo Challenger of Record, primo sfidante di Golden Gate YC San Francisco (BMW Oracle). Significa che Onorato in persona scriverà insieme a Russell Coutts (sono molto amici, da anni) le regole della 34ma Coppa, attesa per il 2013 negli USA. La vela italiana detta insomma i tempi, in acqua e fuori. Fossimo inglesi, grideremmo “Britannia Rules The Waves”. Ma siamo italiani. E allora ecco strisciare le prime gelosie, l’aria da derby (quello tra i team di Azzurra e Mascalzone Latino Audi è in programma nella notte di mercoledi), i problemi da risolvere. Come quello, spinoso, dell’organizzazione della tappa italiana del Louis Vuitton Trophy, già in calendario a metà maggio di quest’anno, ma in un posto chiacchieratissimo come La Maddalena…

Gli altri team in gara: Emirates Team New Zealand (NZL), skipper Dean Barker; Aleph Sailing Team (FRA), Bertrand Pacé; All4One (FRA/GER), Jochen Schümann; Artemis (SWE), Paul Cayard; Synergy Russian Sailing Team (RUS), Karol Jablonski; e Teamorigin (GBR), Ben Ainslie. Nel primo turno Mascalzone Latino Audi ha di fronte i franco-tedeschi di All4One, mentre Azzurra sfida subito il grande Ben Ainslie (4 medaglie olimpiche) e il forte team inglese.

Vela e web matrimonio perfetto: dopo il successo delle dirette della 33ma Coppa America, le regate di Auckland saranno in live streaming su Internet, sul sito ufficiale www.louisvuittontrophy.com (anche con commento in Italiano).

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