martedì 10 novembre 2009

Torben Grael e Anna Tunnicliffe Velisti Mondiali Rolex ISAF 2009

IL VIDEO DELLA PREMIAZIONE


Rolex ISAF World Sailor of the Year 2009: vincono Torben Grael e Anna Tunnicliffe. L'eroe brasiliano ha aggiunto alla super-collezione di medaglie olimpiche l'ultimo giro del mondo Volvo Ocean Race da trionfatore. La laserista statunitense oro a Qingdao, nominata anche nel 2008 ma battuta dalla striscia storica di Alessandra Sensini che col suo argento cinese divenne la prima donna a conquistare quattro podi olimpici, si è ripresa il titolo grazie a un'annata di successi sia in Laser Radial che nel match racing. Nella serata di gala al Busan Yacht Club emozionati i due vincitori, che succedono nell'albo d'oro del premio a personaggi del calibro di Peter Blake (NZL), Ellen MacArthur (GBR), Robert Scheidt (BRA), Russell Coutts (NZL). Nel 2008 i Awards vincitori furono per l'appunto Ben Ainslie (GBR) e Alessandra Sensini (ITA). La vicepresidente FIV, però, non era della serata: è impegnata a Nizza quale team manager del team Azzurra al Louis Vuitton Trophy.

Ritorno a Valencia?


(La Coppa America fotografata al Museo delle Scienze di Valencia - americascup.com)

Alla fine di tutto, dopo i settecento giorni che hanno messo nel frullatore l'evento sportivo più antico della storia e il più ambito dello yachting, l'America's Cup potrebbe davvero tornare a Valencia.

E' lo stesso legale di SNG (Societé Nautique de Geneve) e Alinghi a proporre Valencia a febbraio 2010, in una lettera inviata oggi alla Giudice Shirley W. Kornereich della Corte Suprema di New York. Lei aveva insistito perchè i contendenti si parlassero nel week-end, ma ancora una volta la riunione era stata senza esito. Così adesso Alinghi spinge ancora sull'acceleratore. Un'altro tiro in porta, dopo il catamarano, l'elicottero, Genova, Ras Al Khaimah, l'Australia. Non si può dire che Ernesto Bertarelli abbia giocato di rimessa, all'italiana. Dall'altra parte, da Golden Gate Yacht Club-BMW Oracle, Larry Ellison, Russell Coutts e soprattutto Tom Ehman, hanno alternato: bordate legali tremende (con un trend invidiabile di vittorie nelle decisioni della Corte), il trimarano, la richiesta insistita di Valencia (l'ultimo a pronunciare il nome della città spagnola era stato Russell Coutts, pochi giorni fa), la vela rigida wingsail, altre bordate legali.

Oggi Alinghi accetta Valencia, "propone" Valencia: vista la storia potrebbe sembrare una resa alle condizioni dell'avversario. E invece ha le sembianze dell'ennesimo contropiede. La proposta-accettazione infatti vuole in cambio il ritiro di tutte le cause legali da parte di BMW Oracle. Non a caso Brad Butterworth ha dichiarato oggi che BMW Oracle negli ultimi giorni ha l'obiettivo "di ritardare lo svolgimento della regata perchè non sono pronti. Originariamente sono stati loro a insistere per Febbraio 2010, quando questo era ancora un vantaggio a loro favore. Ora devono accettare quella che è stata la loro stessa prima scelta." Alle 18,30 di oggi, due ore dopo la lettera di Alinghi, da San Francisco è silenzio.

Le cause legali pendenti non sono di poco conto, riguardano aspetti centrali della gestione tecnica e dell'organizzazione (primo tra tutti la scelta della Giuria Internazionale) della 33ma Coppa America. Regole che Alinghi ritiene talmente importanti da volerle difendere al punto di accettare di regatare con i fragili mega-multiscafi al freddo di febbraio a Valencia. Dall'altro versante, le stesse questioni sono ritenute egualmente così importanti da tenere in piedi le cause davanti alla Corte con il potenziale effetto di ritardare ulteriormente il momento delle regate. Sta qui, oggi, il confronto. Mentre shore e sailing team sontuosi si lucidano due mostri velici che spaventano anche loro.

Se nel diabolico timing delle "litigation" entrambe le parti hanno posto sempre grande attenzione allo status dei rispettivi team velici, chi si sente forte avanza proposte e chi si sente debole la butta sul legale. Le parti si sono scambiate più volte in questi due anni. Ma ora siamo al finale, e si guarda alle previsioni meteo. Oggi il barometro pende verso Alinghi e il catamarano: il defender ha preso il centro del ring e concedendo Valencia ha tolto fiato a BMW Oracle e al trimarano. Almeno per qualche ora. Presto arriverà il comunicato americano (in serata Tom Ehman si è detto felice per la scelta di Alinghi, ricordando però che è ancora pendente il ricorso svizzero contro la sentenza della Corte che ha dichiarato illegittima Ras Al Khaimah). Intanto, da San Diego arriva questa foto, che mostra l'installazione su USA90 del nuovo albero con la wingsail integrata. L'avevamo detto: ci sarà da divertirsi...

Gary Jobson Presidente US Sailing

IL DISCORSO DEL NEO PRESIDENTE DELLA FEDERVELA USA
Link alla sezione Video & Podcast dell’US Sailing: http://tinyurl.com/GJ-10-25-09

Gary Jobson, 59 anni, di Annapolis, Maryland, è stato eletto nuovo Presidente della US Sailing, la federvela degli Stati Uniti. Gary è un guru della vela: skipper di Coppa America (che ha vinto nel 1977 come tattico di Ted Turner), velista oceanico (vincitore del Fastnet), commentatore tv (vincitore di un Emmy per la sua copertura televisiva della vela ai Giochi di Seul 1988; e ha bissato il riconoscimento nel 2006 per la Volvo Ocean Race; produttore delle immagini veliche di Qingdao 2008 per NBCOlympics.com), autore di 15 libri (uno dei quali, “Fighting Finish”, nominato Best Sports Book dall’Independent Publisher Book Awards) e collaboratore delle riviste Sailing World e Cruising World. Vincitore nel 1999 del Nathanael Herreshoff Trophy, il più prestigioso premio della vela statunitense. Inserito nel 2003 nella America's Cup Hall of Fame dall’Herreshoff Marine Museum. Ha iniziato la sua carriera velica al College (è stato membro delle squadre e due volte Intercollegiate Sailor of the Year), diventando poi Istruttore di vela e allenatore, attività svolta alle Accademie della Marina mercantile e militare USA. Da crocierista esperto ha svolto viaggi in Artico, Antartico e Capo Horn. Regata tuttora sulla classe Etchell, possiede un Sabre 402 e una quota di uno Swan 42 Club. Alcuni anni fa Gary Jobson si è sottoposto a lunghe e difficili cure per un cancro: dopo la sua battaglia vinta si è occupato delle associazioni di malati e ha organizzato evento velici per raccogliere fondi per la ricerca e l’assistenza: è il presidente del comitato organizzatore della Leukemia Cup Regatta e del Leukemia & Lymphoma Society's sailing program. Ha fondato una società (Jobson Sailing Inc.) con la quale è stato protagonista di oltre 2000 eventi in tutto il mondo.

Un bel presidente, non c’è che dire. Il suo discorso di insediamento lo trovate nel video che pubblico in questo post, preso facilmente dalla bella sezione Video & Podcast del sito della US Sailing (che tra le altre cosine carine ha una sezione con i documenti PDF dei verbali completi di ogni riunione del Board of Directors, l’equivalente del nostro Consiglio Federale...). In esso il guru-Gary dice alcune cose interessanti non solo per la federvela USA. La sua priorità assoluta sarà di rendere più visibile lo sport della vela. Niente di nuovo: più o meno ci si prova tutti e con alterni risultati. Ma se ci prova lui... Secondo: nei cinque mesi prima della sua elezione annunciata, Jobson ha viaggiato gli USA e incontrato tantissimi dirigenti di circoli, e oggi che è presidente ha annunciato di voler potenziare la struttura dirigenziale, basata sul volontariato, che oltre al Consiglio (ridotto nel 2005 da 49 a 15 membri) prevede un House of Delegates, una sorta di congresso permanente composto da 50 membri che a loro volta fanno riferimento a un grande numero di Comitati (l’equivalente dei nostri Gruppi di lavoro o Commissioni): altri 50. (--> Praticamente l’opposto di quanto ha fatto la nuova dirigenza FIV in Italia, che ha demolito il sistema dei volontari lasciando solo ai “politici” i 5 Settori dell’attività). Terzo argomento trattato da Gary: è importante capire “chi siamo” e “quanti siamo”, attraverso apposite ricerche di mercato, con l’obiettivo di aumentare i tesserati. (--> Questa mi pare di averla sentita: ah si, era il 2007 quando abbiamo promosso con l’Università la prima ricerca di mercato in Italia su “Vela e Velisti”, che prevedeva notevoli sviluppi. E che è stata ignorata e accantonata dalla Nuova FIV). Conclusione: Big Gary President ricorda a tutti una cosa che è bene tenere a mente: la vela non è fra le cose fondamentali delle nostre vite: non riguarda la salute, i figli. E’ solo un piacere, e tale deve essere. Ed è una disciplina capace di rendere le persone migliori. Se saremo capaci di rendere la vela facile e piacevole per tutti faremo un ottimo lavoro.

Buon lavoro Gary, e che invidia.

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