domenica 30 agosto 2009

Paul non stacca mai!



Paul, Paul e ancora Paul: Cayard non stacca mai, la sua è fame di vela, in tutte le sue forme. Come giudicare uno che ha vinto (quasi) tutto nella carriera velica, ha trionfato al giro del mondo, nel giro della Coppa America, nella grande altura, ha fortemente voluto e raggiunto le Olimpiadi in Star, e in una stagione definita “di transizione”, a causa della crisi economica mondiale, è passato allegramente dalle TP52 AudiMedcup series di Portimao in Portogallo alla “sua” San Francisco per il Mondiale della storica e acrobatica deriva 505, a prua di un suo amico?

Guardatelo come si diverte al trapezio, e sentite quello che racconta dopo la fine del campionato: “Sono così felice che Howie mi abbia chiesto di fare questa regata! Mi sento come se avessi nuovamente 20 anni. Essere un velista professionista ti allontana da queste barche che sono ‘fichissime’, e che usavamo solo da ragazzi. Sono le barche che ci hanno insegnato a veleggiare, ci hanno dato la sensibilità per capire come andare più veloci con qualsiasi altra imbarcazione. Cercherò anche in futuro altre opportunità di navigare sui 505, magari il Mondiale 2011 a Hamilton Island, con mio figlio Danny al timone. Ci sono tante porte aperte!”

Del resto Paul non “stacca” mai anche sulla rete: è forse il personaggio della vela che meglio sa interpretare la potenza del web per comunicare costantemente, 24 ore su 24 e in tutto il mondo, ai suoi molti fans. Il suo sito-blog – www.cayardsailing.com – è aggiornatissimo con i suoi pensieri, le immagini, i risultati, una sorta di diario sempre aperto. Un solo guaio: di Paul ce n’è uno solo...



Mondiale 470 del 2009, occasione sciupata



Si è concluso a Rungsted in Danimarca per l'organizzazione del Royal Danish Yacht Club, il Campionato del Mondo della classe olimpica 470, con 95 equipaggi maschili e 57 femminili. La vela azzurra torna a casa con un podio sfiorato (4° posto a -1 dal 3°) per Giulia Conti e Giovanna Micol, e un 13° in campo maschile con Luca e Roberto Dubbini. Non proprio una festa, per una classe nella quale consideriamo da anni di avere equipaggi di vertice assoluto. E' vero che è l'anno post-olimpico, la Nuova FIV è in piena fase di rinnovamento a tutti i livelli (anche quelli nei quali non ce n'era bisogno), e ci sarà tutto il tempo per riorganizzarsi, ma nelle classifiche fanno capolino nuovi equipaggi e scricchiolano le gerarchie consolidate: nella vela olimpica moderna (e nel 470 in particolare) non si può mollare neanche un mese. Insomma noi ci siamo, ma è guai a distrarsi.

G&G, PODIO SFIORATO IN SURPLACE
Giulia Conti e Giovanna Micol, “number-ones” della classe senza necessità di ulteriori conferme, chiudono al 4° posto il Mondiale della classe di cui sono campionesse europee, e a un solo misero punto dal terzo posto sul podio. Le azzurre hanno concluso al 6° posto una Medal Race sfortunata (condizioni variabilissime, che gli atleti hanno descritto “come quattro stagioni nella stessa giornata”), a lungo condotta nelle prime due, tre posizioni e dominata dalle olandesi volanti Lisa Westerhof e Lobke Berkhout per una giusta cavalcata verso il titolo iridato.

Così in classifica generale sono precedute, oltre che dalle olandesi campionesse del mondo, anche dalle giovani spagnole Tara Pacheco e Berta Betanzos, nonché dalle francesi Ingrid Petitjean e Nadege Duroux. Per capire come beffardamente sia sfumato il podio per G&G basta considerare che le due francesi hanno concluso la Medal Race al penultimo posto. Decisiva la terza bolina e l’ultima poppa, nelle quali G&G hanno perso posizioni decisive, e una piccola avaria che le ha rallentate proprio sul traguardo. Il quarto posto conferma comunque Conti e Micol nel supervertice della classe, anche nell’anno post-olimpico. Per quanto si è visto in Danimarca, la coppia italiana ha grande velocità, è mancata in costanza e fortuna nei frangenti decisivi.

Le altre azzurre al Mondiale: 40° Eugenia Di Giacomo e Marianna Cicala, 44° Francesca Komatar e Sveva Carraro, 45° Giulia Tobia e Giulia Moretto, 55° Sara Quattrocchio e Camilla Baruzzi.

L’ANNO DI SIME FANTELA, E LA STORIA DEL NEO CAMPIONE DEL MONDO
In campo maschile, senza il caposquadra Gabrio Zandonà (impegnato nel concomitante Europeo Melges 24 a Hyeres con Joe Fly che si permette il lusso di schierare a bordo lui, Francesco Bruni e Alessandra Sensini...), al via una pattuglia azzurra molto giovane guidata da Luca e Roberto Dubbini, che hanno concluso con un più che onorevole 13° posto. E’ stato il gran Mondiale di Sime Fantela e Igor Marencic (medaglia d’argento ai recenti Giochi del Mediterraneo proprio alle spalle di Zandonà e Della Torre), la giovane coppia croata che da alcuni anni prosegue un crescendo senza soste, che li ha già portati a titoli juniores ed europei. Il biondo Fantela, allenato dal papà Edo, è una vecchia conoscenza dei campi di regata, considerato una sicura promessa già nel 1999-2000 quando mise in scena una significativa (almeno per chi ci crede...) doppietta con un 3° posto e una vittoria al Mondiale Optimist (classe nella quale ha esordito nel 1997 in Italia). Tre anni dopo (2003) era già campione europeo juniores 470!



Sime è spesso per regate e allenamenti in Italia e parla benissimo l’italiano. Il suo titolo iridato è anche un po’...tricolore?! Il suo Mondiale è stato perfetto: inizio fulminante che fa il vuoto e poi controllo degli avversari, fino al 2° posto nella Medal Race. Peccato non vedere il nostro senatore Zandonà in un Mondiale che poteva essere decisamente alla sua portata. Il secondo posto a sospresissima va alla coppia di semi-sconosciuti inglesi (ne sfornano in continuazione...) Patience Luke e Suart Bikell, il terzo ai giapponesi Harada Ryunosuke e Yoshida Yugo.

Poi in ordine sparso vecchie glorie ed equipaggi rampanti di una classe che si conferma sempre giovane ed effervescente, se molli un attimo sei fregato: quarti i fratelli olandesi Sven e Kalle Coster, quinti gli australiani Matthew Belcher e Malcolm Page, sesti gli austriaci Matthias Schmid e Florian Reichstaedter. Per i Dubbini un ottimo inizio e tanta sostanza, con l’impossibile sogno della rincorsa alla Medal Race fermata solo da alcuni brutti piazzamenti nelle finali. La responsabilità di giudare il team gli ha giovato.

Gli altri italiani (alcuni forse non esattamente pronti per un Mondiale, mentre sono spariti altri equipaggi di qualche esperienza, è una fase delicata da seguire con attenzione): 36° Fabio Zeni e Nicola Pitanti, 45° Andrea Airò e Nikolaos Masoli, 63° Francesco Bertone e Simone Malagugini, 64° Alfredo Capodanno e Mauro Caputo, 78° Nicolò Bertola e Danilo Alcidi, 90° Emanuele Savoini e Ezio Savoini, 92° Francesco Bertagna e Marco Giannini.

IL COMMENTO DEL TECNICO AZZURRO GUGLIELMO VATTERONI
"Un posto bellissimo, condizioni splendide e impegnative, con tutti i tipi di vento, corrente, onda, grandi regate tecniche. L'assenza di Zandonà era già prevista, ma resta un peccato: nella classifica di vertice manca solo lui, tra i soliti equipaggi visti vincere in questa stagione, e in più Gabrio ha spesso battuto Fantela. Pazienza. Grande sfortuna invece per Giulia e Giovanna, che sono state superate all'arrivo della Medal di 20 centimetri a causa della fuoriuscita dello spi che le ha rallentate, e hanno perso così un podio che strameritavano. Sono arrabbiate e le capisco, ma devono comunque considerare che, da campionesse europee in carica, si sono confermate al vertice per tutto il campionato e hanno battagliato per una medaglia. Va bene così."

Link classifica finale completa Mondiale 470 Maschile: http://www.worlds470.kdy.dk/uploads/men_final_290809.pdf
Link classifica finale completa Mondiale 470 Femminile: http://www.worlds470.kdy.dk/uploads/women_final_290809.pdf

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