giovedì 30 luglio 2009

Under 16 Underground


(Un servizio della rivista francese "Voiles et Voiliers" che ha messo a confronto 7 derive giovanili, divise per fasce di utilizzo ottimale. Optilene (un Optimist-scuola in pvc) e Laser Bug per iniziare; O'Pen Bic e Twiner per divertirsi; Optimist, Zoom8, RS Tera per le regate)

Sono i giorni del fantascientifico progetto Under 16. Illustrato finalmente in una versione scritta al Consiglio Federale del 21 luglio, e quindi presentato ai suoi destinatari principali: i presidenti di Zona nella Consulta del 22. Come annunciato. Una news federale spiega anche che ora le Zone "avranno tempo fino ai primi di settembre per presentare le proprie osservazioni, i primi suggerimenti e definire una progettualità di Zona". La stessa fonte il giorno prima aveva citato il Presidente Croce: "Quello che vi presentiamo oggi è un lavoro in progress, che richiederà poi un approfondito confronto con la base".

Quanto più è considerato importante il rinnovamento progettato, tanto più deve essere ampio il confronto con la base. Bene. Vediamo allora il progetto. Anzi, diffondiamo il progetto, facciamolo circolare, facciamolo vedere ai tecnici di Zona, agli allenatori di circolo, organizziamo il dibattito. Eccolo, arriva. Dov'è? Ce l'hai tu? Ce l'ha tizio? Il mistero del progetto che c'è, dev'essere confrontato con la famosa base, ma nessuno ce l'ha. Dalle alte sfere mi dicono che il file della versione cartacea sarà presto distribuito alle Zone e alle Classi, quindi sarà presto di dominio pubblico. Poche ore dopo la strategia cambia: niente file, solo il cartaceo che hanno Consiglieri e Presidenti di Zona. Nessuna distribuzione a testate giornalistiche, per non fare favoritismi. L'ufficio stampa FIV, al quale richiedo il progetto, scrive che il progetto è in-progress quindi non ancora pubblico, appena definito sarà pubblicato sul sito. E chi lo definirà? Come si discuterà se non si fa circolare il testo? Lo dico anche da vicepresidente di una società affiliata. Vi prego: non ditemi che sono il solito arrabbiato. Stavolta vorrei solo leggere, condividere, partecipare a un progetto che reputo interessante. Ma non posso. E come me, ritengo, non può neanche la famosa "base". Ma il presidente lo sa? La solita trasparenza?

ECCO LE LINEE GUIDA DEL PROGETTO
Qualcuno può spiegarci cosa ci sarebbe di controproducente al progetto se esso fosse ampiamente comunicato e diffuso? Sentite qua, per esempio: Linee Guida, Piano di Formazione Under 16. Poi una Premessa. Quindi 10-punti-10 che riassumono gli "Obiettivi" del progetto. 1) Contrastare l'abbandono prematuro della pratica velica; 2) Migliorare l'intervento didattico e formativo; 3) Promuovere il lavoro di qualità rivolto ai giovani; 4) Elaborare attività differenziate per fasce di attività e livello; 5) Passare da una attività specializzante di classe che riproduce pratiche da adulti, ad un approccio alla vela multifunzionale con una preparazione multilaterale, sviluppando competenze in più classi, le capacità di addestramento e l'ampliamento delle esperienze tecniche; 6) Far crescere la vela giovanile secondo le indicazioni del CONI e le più recenti ricerche mondiali sullo sport giovanile (bibliografia); 7) Formare un ricco bagaglio di esperienze tecniche e motorie per stimolare l'interesse dei giovani; 8) Multilateralità come variazione e arricchimento fisico e psicomotorio; 9) Manuale pratico per aggiornamento e uniformità dei metodi didattici; 10) Migliorare le relazioni tra Istruttori e Zone sul progetto Under 16. Segue Struttura del Piano diviso in 1) Iniziazione; 2) Perfezionamento; 3) Pre-agonistica; 4) Attività sportiva agonistica. Seguono altre considerazioni, che si intersecano con le "voci" (in mancanza d'altro, noi "base" a qualcosa dobbiamo fare riferimento, no?) sulle maggiori risorse alle zone, sui nuovi parametri allo studio per assegnare questi contributi, sul passaggio di maggiori competenze, in tema di affiliazione, dal centro alle Zone. Di operativo non c'è niente, ma è giusto così, a stagione finita e con l'obiettivo di recepire le indicazioni della base e procedere al testo definitivo in autunno.

Ai fini della migliore realizzazione del progetto, c'è qualcosa di male nel diffondere e far circolare un documento simile a quello che vi ho "fantasiosamente" descritto? Se c'è io non la vedo. Piuttosto vedo che la Nuova FIV ha una forma spontanea di riservatezza (in questo caso completamente fuori luogo: nascondere ai destinatari il contenuto di una riforma che può offrire a tutti strumenti e benefici!) quasi patologica, sembra voler distillare la conoscenza, selezionare i destinatari del sapere. Un'atmosfera rarefatta, come d'alta quota, che può anche far girare la testa. La concorrenza che si sta scatenando tra le Zone, sebbene utile a livelli normali, rischia di degenerare. Col progetto ancora segreto, c'è la corsa a chi organizza prima e meglio i "raduni sulla multilateralità", pensando che in questo modo sarà in pole-position per ricevere i futuri contributi. Ehi, è un progetto, perdipiù in-progress, non se ne sa nulla, che raduni organizzate?

Ritorniamo sulla terra. Il progetto sul rinnovamento culturale dell'approccio giovanile alla vela è un atto importante e dovuto. Il mondo dello sport cresce seguendo i ritmi di sviluppo sempre più veloci dei nostri tempi, che coinvolgono l'educazione e la pedagogia. Per una federazione adeguarsi e aggiornarsi è essenziale, il futuro non aspetta. Grazie al cielo, la FIV, vecchia, vecchissima e Nuova, si è sempre guardata intorno. La vela è una disciplina nobile e in quanto tale, grazie a dirigenti illuminati e personaggi di cultura e capacità, ha saputo stare al passo con i tempi. Dai mitici Corsi Olimpia ai trionfi degli anni Novanta. Ora inizia un nuovo processo di aggiornamento, che deve essere il benvenuto. Che non deve avere padri e madri, ma deve essere di tutti. Tutti, non pochi selezionati.

martedì 28 luglio 2009

Centri Federali, ci pensa Aldo


(Nella foto uno scivolo con 470 e sullo sfondo gommoni al gavitello. Cascais 2007, ISAF Worlds)


Ora che anche il Consiglio Federale ha deliberato, l’incarico di Aldo Tomasina è ufficiale. E’ lui l’uomo dei Centri Federali che verranno. Un manager, come previsto dal presidente Croce. Un manager amico, di estrazione Yacht Club Italiano, e sicuramente capace. Chi è, come sta lavorando e come svilupperà il suo incarico? Come devono comportarsi i (tanti) circoli velici affiliati o le Zone che vogliono proporre una location quale sede di un Centro Federale?

Aldo Tomasina, 49 anni e tre figli, è un imprenditore nautico (il suo Toy Marine realizza yacht a motore dall’inconfondibile stile “lobster boat”) con una solida formazione manageriale: ha lavorato con le più importanti multinazionali USA nei beni di largo consumo, laureato in Economia, inizi in Unilever come Marketing Manager, poi Jacob Suchard, Kraft, Philip Morris. Nella vela (che è una sua passione) è entrato dopo un incontro con Patrizio Bertelli che lo ha voluto come general manager di Prada America’s Cup 2000, quella della vittoria di Luna Rossa nella Louis Vuitton Cup. Come era andata, me lo raccontò in un capitolo del mio libro su Luna Rossa, da cui traggo alcuni dei brani dell’intervista che segue, insieme alla chiacchierata fatta oggi.

“Un amico lavorava per Patrizio Bertelli, il fatturato di Prada già all’epoca cresceva di quasi 200 miliardi all’anno (non erano ancora i tempi delle acquisizioni), e lui era quindi sempre a caccia di nuovi manager. Così ho avuto un paio di colloqui con Patrizio Bertelli, senza esito immediato ma probabilmente con l’inserimento nella sua casella ‘manager’. La seconda occasione di incontro è data dalle banchine di alcune importanti regate del Mediterraneo, incontri tra marinai, a parlare di barche, di progetti. Credo di essere entrato allora nella seconda casella: ‘velista’. Un giorno di febbraio, ero tornato dagli Stati Uniti nel pomeriggio e la sera ero già a mangiare da lui. Mi ha chiesto cosa stessi facendo, ma non mi ha fatto neanche finire: - Noi facciamo la Coppa America, lei cosa fa? Ho fatto finta di pensarci, ma avevo già accettato. Perché un progetto come questo, da qualunque parte lo si guardi, è splendido. Sia sotto l’aspetto manageriale che per il fatto di fare una cosa che ti piace. Il massimo.”

Così l’allora quarantenne Aldo si ritrova nel bel mezzo della più bella coppamerica a memoria di contemporanei italiani, e fa la sua figura. Deve far ruotare bene l’organizzazione, i budget, le persone, i designer, i velisti, la ricerca, la logistica...

“La Nuova Zelanda è a più 35 giorni di nave dall'Italia, e abbiamo lavorato per quasi tre anni alternando periodi di sei mesi in Italia ed in Nuova Zelanda per non interrompere mai il programma sfruttando le stagioni invertite. Abbiamo dovuto costruire ed allestire due basi operative, ognuna con uffici, capannoni e officine oltre alla veleria alla palestra ed al nostro ristorante. Poi ogni sei mesi chiudi da una parte e riapri dall'altra e trasferisci tutto quello che serve all'attività e le persone dall'altra parte della terra e ricominci a lavorare cercando di minimizzare i tempi di fermo.”

Un bell'esercizio organizzativo e di pianificazione.

“Il progetto globale deve comunque essere inquadrato in una logica di pianificazione, tutto ha il suo risvolto economico. Il nostro direttore finanziario ha un compito delicato, si trova a lavorare con personaggi poco abituati a fare previsioni di spesa, a dover fare i conti con ordini, fatture e bolle di accompagnamento. Eppure se un timone deve arrivare in un certo momento devi avere controllato e pianificato anche gli aspetti economici, non sbarcano il piombo per fare un bulbo se non hai il contante pronto. E’ un progetto dove deve essere tutto molto ben organizzato per funzionare bene, perché ci sono 80 persone nel Team con fornitori in tutto il mondo, piani di lavoro che si devono incontrare, come le vele (fatte in Nevada) con gli alberi (fatti ad Auckland). La coerenza del progetto: la pianificazione dei tempi ed il controllo della spesa sono un bell'esercizio di managment.”

Un esercizio piacevole, quando hai 50 milioni di dollari di budget dichiarato a disposizione, per vincere la coppamerica.

“Il budget era impostato all’inizio e suddiviso per centri di costo. Avevamo un controllo mensile dell’avanzamento del budget, affidato a una struttura amministrativa con metodologie aziendali: ogni mese controllava le risorse che venivano riallocate secondo le esigenze. Tutto questo è possibile grazie al fatto di sapere fin dall’inizio la disponibilità finanziaria per il progetto. Il nostro era un budget ampio, ma chiuso. Ciò costringe a fare delle scelte e focalizzare le risorse sui singoli aspetti.”

Proviamo a fare una suddivisione del budget tra i vari settori della sfida?

“Quello che è andato direttamente sulle barche è il 40-45%. Che significa programma di ricerca e sviluppo, design, costruzione delle barche (anche in questo caso la filosofia del controllo e gestione delle risorse in prima persona è stata applicata in pieno, visto che abbiamo fatto un nostro cantiere), progetto delle vele: in altri termini tutto quello che è finalizzato alla velocità delle barche. Poi c’è un 25-30% di logistica pura, gestione della base, manutenzione, programma legato all’attività tecnica delle barche in mare per due anni, gommoni, benzina, modifiche all’attrezzatura, bulbi di prova, spostamento materiali tra Italia e Nuova Zelanda, etc. etc. Infine un 25% che è andato sui costi di gestione più tradizionale: vitto, alloggio, l'abbigliamento gli stipendi delle persone, le spese generali, spese legali eccetera.”

In tema di management, Patrizio Bertelli ha sorpreso tutti con una serie di affermazioni sul marketing: in sostanza il capo di Prada afferma che tutte le regole e le ipotesi dei guru del marketing servono a poco…

“Il marketing come disciplina teorica può essere qualcosa di superfluo se il manager è un talento naturale, come nel caso di Bertelli. Lui non arriva a certi risultati seguendo complicati processi di analisi, ma spontaneamente, riuscendo sempre in operazioni straordinarie. Non teorizza le sue scelte attraverso impostazioni concettuali, che infatti spesso lo annoiano, perché arriva d’intuito dove altri giungono attraverso trattati, analisi, ricerche. Se poi vai a vedere le cose che fa, scopri veri capolavori del marketing. E’ un marketing naturale.”

Quali sono i momenti più significativi, quelli che il general manager ricorda di più di questi tre anni?

“Sono i momenti più belli, le emozioni. Ce ne sono stati tanti, una delle prime, quando la prima barca è arrivata a Punta Ala dal cantiere di Grosseto. La prima Luna Rossa, c’era, era reale. L’ultima al rientro dalla finale della Louis Vuitton contro AmericaOne, 10 elicotteri sopra, 1500 barche intorno, Auckland che ribolliva, con la gente in banchina e dalle finestre. E’ incredibile come, in un progetto di questo tipo le cose che fai sono concrete, arrivi a qualcosa di nuovo, qualcosa che hai costruito. Da quel punto di vista è un progetto fantastico, emozionante. Se penso che tre anni fa non c’era niente e mi guardo intorno vedo tutte le persone che lavorano qua, che ho visto arrivare una per una, che sono state inserite nella struttura, il progetto della base, il costruirla, le barche. Poi si è passati dai risultati organizzativi a quelli sportivi. Ma sempre crescendo e ottenendo nuovi traguardi.”


(Il trionfo di Luna Rossa nella Louis Vuitton Cup 2000, celebrato a bordo dal team pochi minuti dopo la regata decisiva contro AmericaOne di Paul Cayard. Aldo Tomasina è stato direttore generale di Prada Challenge per l'America's Cup del 2000)

Dopo quell’esperienza Tomasina è sbarcato da Luna Rossa ma è rimasto nella nautica. E oggi Carlo Croce lo ha ripescato per assegnargli un altro ruolo da manager.

“C’è la vecchia idea di Carlo Croce di riprendere il concetto di Centro Federale, com’era quello di Livorno. Attualmente siamo in una fase di studio, io ho iniziato a guardare ai vari aspetti, sono ancora poco operativo. Si tratta di trovare i posti giusti che consentano di rimettere in piedi il concetto del Centro Federale: uno o più, questo non spetta a me deciderlo. Adesso siamo ancora in una fase esplorativa, vediamo quali sono le opzioni in campo. Candidature ne sono arrivate e continuano ad arrivarne un po’ da tutta Italia”.

Sulla base di quale comunicazione arrivano le candidature? Esiste una sorta di “bando”?

“In questa fase di impostazione del progetto non c’è una comunicazione specifica oltre a quella istituzionale di cui si occupa l’ufficio stampa ISM, il resto è comunicazione interna seguita direttamente dai consiglieri di ciascuna zona. Dopo la candidatura, di solito io vado a vedere i posti, avendo in testa un riferimento, sapendo ciò che vogliamo portare a casa.”


(Il Centro di Preparazione Olimpica FIV di Livorno, chiuso circa 10 anni fa per decisione della proprietà)

Qual è l’idea di Centro Federale che ti stai facendo?

“La struttura-tipo deve essere autosufficiente, con una parte tecnica e una parte adibita a foresteria, e offrire ambiente e situazioni che consentano agli ospiti, atleti e tecnici, di allenarsi avendo risolto tutti gli altri problemi. Quindi ottime strutture per la gestione delle barche e delle attrezzature, ricettività in foresteria, ristorazione, un posto dove la concentrazione resti sull’allenamento, dove c’è tutto quello che serve, senza andare a cercare hotel e ristoranti in giro. Naturalmente per saperne di più sto parlando con i tecnici federali, che saranno i principali utenti del Centri.”

Benvenuto e buon lavoro federale ad Aldo Tomasina. Che già aveva iniziato ben prima della delibera del Consiglio (non è una novità per la Nuova FIV, sempre incline alle scorciatoie), e la cui notizia era stata data da questo minuscolo blog qualche mese addietro. Metti un turbo nel motore e non lo dici in giro? Le stranezze della “comunicazione” FIV non finiscono mai. Anche perchè su un tema come questo, manager "presidenziale" a parte, è importante la circolazione delle notizie e delle regole, la collaborazione e il coinvolgimento di tutti, a partire da quanti a livello territoriale si danno da fare per proporre strutture valide per la FIV. Insomma, la collegialità. Ora che i riflettori sono accesi, seguiremo tutti con attenzione il progetto, le selezioni, le scelte e l’attivazione dei nuovi Centri Federali. Almeno noi.


(La barche prodotte dal cantiere Toy Marine, di cui Aldo Tomasina è co-fondatore)

sabato 25 luglio 2009

Pensierini in un week-end di mezza estate


In attesa di preparare il penultimo capitolo del Check-up FIV ("Dalle parole ai fatti"), il post-consiglio federale ci propone una riflessione di tipo geografico-politico sugli equilibri (o squilibri) della Nuova FIV. Ricapitoliamo brevemente.

Presidente è Carlo Croce, che è anche presidente "dimissionario" ma operativo dello Yacht Club Italiano (I Zona), vicepresidente vicario Glauco Briante, tesserato per il Circolo Nautico Santa Margherita Ligure (I Zona), vicepresidente Alessandra Sensini tesserata Yacht Club Italiano (I Zona). Ora arrivano gli incarichi ai cosiddetti "manager" su argomenti specifici. Eccoli: al posto del Gruppo di Lavoro "Sviluppo Tecnico e Ricerca" (tra gli smantellati per fare economia), l'ultimo consiglio - come ci informa una news sul sito federale - ha dato incarico a un coordinatore: "Luca Devoti coordinerà tale attività avvalendosi anche del contributo tecnico offerto dal CONI, dall’Istituto di Fisica Nucleare, dall’Università di Pisa, dal Politecnico di Milano e dalla Vasca Navale di Roma". Luca Devoti è tesserato Yacht Club Italiano (I Zona). Poi, annunciata un paio di mesi fa da questo minuscolo blog e annunciata solo adesso che "Aldo Tomasina è stato incaricato di sviluppare il progetto Centri Federali". Aldo Tomasina è tesserato per il Gruppo Vela LNI di Milano, ma da tempo è un dirigente dello Yacht Club Italiano (I Zona), per il quale si è occupato anche dei rapporti tra AIVE (Vele d'epoca) e lo sponsor Officine Panerai, nonchè di incarichi minori. Giova ricordare anche che i Direttori Tecnici delle squadre nazionali federali, gli unici tecnici il cui contratto supera i 12 mesi, sono Luca De Pedrini, tesserato per il Circolo Nautico Loano (I Zona), e Paolo Ghione, tesserato per il Club Nautico Bordighera (I Zona).

Si tratta nella quasi totalità dei casi di nomi importanti, validi dirigenti o manager, atleti medagliati alle Olimpiadi, gente con curriculum notevoli. Ma non vi sembra una federvela che dal vertice in giù si sta sempre più ligurizzando? Una sensazione che pur non coinvolgendo come ho detto le capacità e la bravura dei personaggi, tra i quali annovero cari amici, resta poco confortevole. E alla quale si sarebbe potuto ovviare mantenendo in vita le Commissioni e i Gruppi di Lavoro, coinvolgendo più persone e soprattutto più Zone. E' un difettuccio di crescita, di quelli che alla lunga fanno mugugnare, anche al di là della volontarietà dell'opera prestata da ciascuno. La considerazione che si sarebbe potuto evitare suona anche come una "sveglia" al resto del Consiglio: la campagna elettorale è finita, basta aspettare a bocca aperta, è il momento di rimboccarsi le maniche e dire quello che c'è da dire, quando serve.

giovedì 23 luglio 2009

7 agosto: Alinghi 5 vola in elicottero sul San Bernardo e atterra a Genova!

La saga di Guerre (Veliche) Stellari legata alla XXXIII America’s Cup si prepara a girare alcune scene in Italia, a Genova. Varato sul Lago di Ginevra il supercat Formula 18 pantografato che sarà il defender contro il trimarano sfidante di BMW Oracle, Alinghi ha annunciato in un media-day tra i monti le prossime mosse e il feeling del team dopo gli ultimi sviluppi alla Corte di New York.

Ernesto Bertarelli ha confermato: “Questa sarà la campagna di Coppa America più costosa in assoluto, ma non ho rimpianti: abbiamo dovuto rispondere alla sfida di BMW Oracle, e alla fine abbiamo realizzato Alinghi 5, questo catamarano rappresenta qualcosa di unico, un tributo a tutto il team di Alinghi”. E ancora: “Il 6 agosto comunicheremo la località che ospiterà le regate nel febbraio 2010, e il giorno dopo Alinghi 5 volerà a Genova, dove ci alleneremo per un mese e mezzo”.

Ecco alcuni passi salienti delle dichiarazioni del patron di Alinghi.

BERTARELLI PARLA DELLA SFIDA GARDESANA GREEN CHALLENGE DEL CV GARGNANO: “SPERIAMO GLI AMERICANI ACCETTINO LA SFIDA ITALIANA, QUESTO TIENE L’ITALIA IN CORSA PER OSPITARE LA COPPA”


BERTARELLI PARLA DI GENOVA, DELLO YACHT CLUB ITALIANO E DEL “COMANDANTE CROCE”


BERTARELLI IL MULTISCAFISTA: MEGLIO TRIMARANO O CATAMARANO? “LO SAPREMO SOLO A FEBBRAIO DEL 2010”


Ormai abituati ai colpi di scena, alle teatralità, alle dimensioni stratosferiche, alle accelerazioni del duello personale tra Larry & Ernesto nella guerra di posizioni intorno alla benedetta brocca d’argento di Garrard, quasi ci dimenticavamo che siamo arrivati ai momenti decisivi: il 6 agosto Alinghi comunicherà la località delle regate del febbraio 2010. Quale sarà? Proviamo l’esercizio di fare l’identikit della location perfetta per Bertarelli & C:

- deve esserci poco vento
- deve esserci il sole e caldo per regatare anche a febbraio
- devono esserci parecchi soldi per creare l’evento
- devono esserci porti, aeroporti, facilities logistiche per spostarvi il circus dei multiscafi giganti

Adesso provate a mettere in lista le (poche) località nel mondo che rispondono a tutti questi requisiti, e avrete la lista delle finaliste. Alcune ipotesi girano, si parla sempre molto di varie opzioni in paesi arabi (Dubai esclusa perché lì di vento ce n’è abbastanza), l’unica sorpresa potrebbe arrivare se dal compound di Alinghi si decidesse di rinunciare all’unico elemento dell’identikit di cui può fare a meno: il caldo. In questo caso potrebbe spuntare persino una località italiana: l’inverno sulle coste del Mediterraneo offre numerose giornate con vento leggero, ma anche irregolare, e questo a un defender che ritiene di avere la barca più veloce non conviene tanto... Intanto la scelta di Genova, che sarà ultimo scalo di Alinghi 5 prima della sede di Coppa, può offrire ulteriori riflessioni: oltre a usare la darsena tecnica del cantiere Amico che ospita la vela al salone nautico, infatti, la città è porto di partenza di molte navi che possono caricare il supercat e trasportarlo praticamente ovunque...

Intanto, visto che siamo alle guerre stellari, attendiamo il prossimo colpo: stavolta da Larry Ellison e BMW Oracle.

mercoledì 22 luglio 2009

I suoi primi sessant'anni


Il Finn, il singolo per eccellenza, la classe olimpica dei duri, degli atleti, dei timonieri dal bordeggio di classe, deriva tosta per pesi adeguati, compie in questi giorni 60 anni. E’ incredibile la longevità di una barca a vela nel mondo e nell’economia globalizzati del terzo millennio, che spesso brucia brand e prodotti con grande voracità. Ma è anche una delle garanzie della vela: questo ricorso alla sua storia e ai suoi valori come rifugio, le certezze che resistono all’usura del tempo e alle offese dei mercati e delle mode. Il Finn disegnato dallo svedese Richard Sarby nel 1949, apposta per le Olimpiadi di Helsinki 1952 (quelle dell’oro di Straulino e Rode, nella Star), e dai Giochi non è mai più sceso, poche volte persino messo in discussione. Risultato, oltre che della straordinaria validità tecnica e marina del progetto, anche della capacità di adattarsi ai nuovi materiali e alle nuove tecnologie. Dai Finn con scafo e albero in legno, ai Lanaverre di vetroresina flessibile, oggi siamo a scafi rigidissimi, antenne di carbonio, pozzetti ergonomici e autosvuotanti: lo “strumento” resta ben difficile da suonare, il peso e la superficie velica sono rimasti gli stessi, e le prestazioni sono sempre quelle di un singolo armato a catboat con sola randa, quindi lento di bolina e dispettoso in poppa. Impressionante la catena di celebrità che hanno fatto la storia del Finn, paragonabile forse solo a quella della Star, della quale non a caso è considerato propedeutico: da Paul Elvstrom a Valentin Mankin, da John Bertrand a Russell Coutts, da Lasse Hjortnaes, Harry Lemieux, Cam Lewis, fino al mito vivente di Ben Ainslie. Per vincere sui 4 metri e mezzo del Finn devi essere un talento del vento e del mare, e questo dato di fatto – certezza e non moda, appunto – ha fatto e continua a fare la fortuna del Finn. Una barca vera che mantiene quello che promette. Proprio l’opposto di tanti prodotti usa-e-getta del mondo moderno, anche nella nautica. Prendiamo esempio.
La festa dei sessant’anni del Finn è in programma al Nord: a Uppsala, organizzata dall’associazione di classe svedese. Star assoluta della regata-evento: il Finn con il numero velico 1 (!), per l’occasione prestato dal Museo marittino di Helsinki visto che fu usato per la prima volta ai Giochi in quella città. Già oltre 60 gli appassionati iscritti. Previsto anche un libro di 224 pagine per celebrare la grande festa di questa super-barca. E da noi?

www.finnclass.org

martedì 21 luglio 2009

Consigli ai consiglieri


(Nella foto di Carlo Borlenghi (Alinghi): la prima uscita sul lago Lemano del megacat defender di coppamerica: tanto per capire le proporzioni e i livelli del "possibile", oggi, nella vela moderna. Mi è sembrato un utile corredo al post - sotto - su alcuni temi per il Consiglio Federale che si svolge oggi)

Oggi Consiglio Federale (ed è già una notizia, visto che sono così poche le riunioni di questo organo fondamentale del funzionamento della macchina federale), con presentazione del nuovo Segretario Generale Gianni Storti e del testo del progetto Under 16. Più cose minori. Nell’augurare a tutti i consiglieri Buon Lavoro, ci permettiamo qualche piccolo “avviso ai naviganti”: si tratta di sensazioni, idee e attese, divise per parole o argomenti e captate nella cosiddetta “base”, cioè coloro che li hanno votati. In molti casi sono temi trattati anche dai presidenti di Zona, in altri offrono uno spunto per iniziare il necessario confronto “dalle parole ai fatti” (penultimo capitolo del nostro check-up dei primi 200 giorni della Nuova FIV). Conoscerli è senz’altro utile, tenerne conto è atto di sensibilità, e questa non è uguale per tutti.

Velascuola – A dispetto delle promesse, è la voce più deficitaria della nuova gestione, un vero e proprio progetto “dimenticato”, come accade a una pianificazione di marketing al cambio di management in azienda. Velascuola non è un fuoco che bastava accendere: è iniziativa difficile, che richiede impegno, sforzi, spiegazioni, convincimenti. E soprattutto una guida che faccia da traino e metta in piedi uno staff operativo. Questo c’era con Francesco Ettorre e il team di coordinatori (uno per zona) che bene avevano fatto nella start-up del progetto nel 2008. Ora che Ettorre ha finito l’impegno con i Giochi del Mediterraneo, si potrebbe ricominciare. Il momento è giusto: le scuole sono finite e a settembre si può lavorare bene per proporre gli eventi Velascuola. Ma è chiaro che allo stesso consigliere di presidenza non basta la buona volontà: serve il via libera politico del presidente. Serve capire se per la Federazione Italiana Vela nel 2010 portare lo sport della vela nel mondo scolastico in tutta Italia in collaborazione con i Ministeri competenti e le direzioni didattiche, è una priorità oppure no. C’è sempre la possibilità di lasciarlo fare alla Lega Navale Italiana.

Premi olimpici – Una trentina di ragazzi e ragazze italiane, atleti veri, stanno scegliendo di mettere la prua della loro vita sui Giochi Olimpici. Qualcuno sa già di cosa si tratta, per altri è una strada nuova. La preparazione olimpica presentata a marzo a Ostia e sbandierata come novità, non può essere la loro “casa” per quattro anni. Al di là dei programmi, delle date delle selezioni del 2011 o 2012, dei raduni tecnici e degli impegni richiesti agli atleti, ciò che occorre assolutamente sono le garanzie economiche per la loro attività. Gli sponsor, di questi tempi, non si trovano neanche nei saloni dello Yacht Club Italiano (anche se con qualche eccezione, come vedremo), ma non per questo si può far lavorare atleti e tecnici senza budget. Dopo un 2009 di tagli selvaggi, nel 2010 la FIV deve destinare tante risorse alla vela olimpica, garantire i rimborsi, ripristinare le diarie giornaliere e anche i premi-risultato: un sistema che in passato aveva dato ottimi frutti, sia sportivi che di gestione della squadra.

Alessandra Sensini – La recordwoman mondiale di medaglie olimpiche nella vela, vicepresidentessa federale, stravotata (45.000 preferenze, metà tesserati FIV) ma non eletta parlamentare europea, team manager in stand-by per Joe Fly e la possibile sfida in Coppa America, è tornata. Non solo a Genova in Consiglio (che non è poco comunque), ma anche in attività, in corsa per Londra 2012. Forse la vedremo già ai Mondiali RSX di Weymouth (tanto per saggiare subito il campo olimpico) ai primi di settembre. Fare ciò che sa fare come nessuna al mondo è sempre la scelta migliore, anche se la sua figura rischia di fare ombra alle emergenti Linares e Tartaglini. Da atleta Alessandra potrà confermare anche la citata necessità di adeguati budget per la vela olimpica.

Segretario Generale – Presentazioni ufficiali, strette di mano, pacche sulle spalle e tanti “benvenuto” e “buon lavoro”. Dunque, benvenuto e buon lavoro a Gianni Storti, Maestro dello Sport, segretario generale già in 4 diverse federazioni sportive (Sport Ghiaccio, Nuoto, Atletica Leggera e Sport Invernali). Rispetto ai suoi predecessori (a ritroso e fino al 1965 Antonio Micillo, Mauro Tirinnanzi, Giuseppe Gentile, Giovanni Tintori, Gianfranco Bertelli, Giuseppe Ghibaudi), Storti ha un’età più avanzata (per il CONI è in pensione e questo comporterà un’attenta definizione del rapporto di collaborazione con la FIV), esperienza con presidenti federali di peso, e ottimi rapporti con i vertici CONI. Un ruolo nevralgico agli ultimi Giochi del Mediterraneo lo ha fiaccato molto, e le attese dopo 7 mesi senza segretario rischiano di sovraccaricarlo subito. Meglio lasciarlo tranquillo, l’estate aiuta. A settembre potrà prendere per mano la FIV.

Vela Giovanile – Carlo Croce, Pino Barbieri, Paolo Ghione, Luca De Pedrini, Anna Bacchiega sono solo i principali “cervelli” del piano Youth o Under-16 che verrà reso noto oggi ai consiglieri (speriamo con un nome ufficiale per identificarlo). Attività sotto ai 16 anni devoluta alle Zone e FIV che entra in scena solo dai 16 anni in su, prendendosi cura di campioncini già conclamati. Più risorse alle zone, più classi per la multilateralità, nuovi criteri per la formazione e la didattica, un occhio all’educazione marinara di base, l’idea di una strada tracciata per chi si avvicina alla vela e intende restarci. Queste in sintesi le cose sentite sin qui. Adesso leggeremo il documento e vedremo cosa è confermato e soprattutto quali sono gli strumenti proposti, la road-map di un piano che oscilla dal rivoluzionario al visionario, ma che senza uno stretto controllo di rotta può ridursi a un flop. Consiglio, reiterato: ora che c’è il piano scritto, diffondetelo più possibile, inviatelo ai 650 circoli affiliati, discutetene in occasioni pubbliche, ascoltate le osservazioni di istruttori e dirigenti di club. Se elastico il progetto può decollare, se troppo rigido può spezzarsi e spezzare la vela italiana. Che francamente non se lo merita.

Tecnici – Sono arrivate in FIV una sessantina di risposte al modulo per tecnici federali diffuso sul sito web. Molti più del previsto, ed è un buon segno. Ora solo una preghiera: massima trasparenza nella gestione e nel processo di scelta fra tante domande. Qui si gioca una bella fetta di credibilità, oltre che l’affidabilità tecnica di chi deve guidare i migliori velisti.

Formazione Istruttori – Le Zone hanno chiesto a gran voce di avere più autonomia nel formare i propri Istruttori, almeno a un livello iniziale. Sandro Gherarducci difende la politica FIV di una cabina di regia (e di verifica tecnica) nazionale. Forse il confronto si può smussare, e ne può uscire una soluzione valida: la penuria di Istruttori è un problema atavico che si ripropone ad ogni stagione di scuola vela, un entry-level può essere data a Circoli e Zone, poi entrerà in scena lo staff di formatori nazionali FIV. Ma questo non è l’unico nodo: ci sarebbe da definire meglio le candidature per i Livelli superiori, specie III e IV; c’è da tenere sempre aggiornati i programmi e i criteri della formazione (tanto più adesso con la multilateralità); non sarebbe male riannodare i discorsi con le cosiddette scuole private iniziati nel 2007 con buoni auspici. Idea: in questo campo la politica deve avere la capacità di lasciare spazio ai tecnici. Non farsi da parte, ma farsi guidare secondo un piano condiviso e di lunga gittata. Se il piano manca si vive alla giornata, come adesso, e non si arriva da nessuna parte.

Scuole Vela – Sembra tutto nello stesso calderone, e se il Piano Youth, digerito, emendato, fatto proprio dall’Italia velica, dovesse passare, potrebbe essere davvero così. Ma intanto è passata una stagione e le scuole vela federali sono state lasciate sole, in trincea, in un ruolo insostituibile che è quello di reclutare e imbarcare tesserati, perlopiù giovani. Sole senza un Gruppo di Lavoro, sole senza materiali, senza diplomini, senza manuali, a volte senza tessere. Ahi, PIC. Pensateci adesso, per la prossima stagione.

ISAF – Una ventina di desaparecidos: questo sono i delegati italiani alla federazione internazionale della vela. Nessuno racconta, non si sa nulla di cosa accade all’ISAF, nonostante nell’era della globalizzazione il suo ruolo sia essenziale. Anche nella vela, nonostante un ruolo nei G8 che ci siamo ritagliati negli anni, rischiamo di uscire dal giro internazionale che conta. E forse appare più chiaro, oggi, che la nomina di un vicepresidente italiano è stata solo una vittoria di facciata. A meno che non si volti pagina, già dall’Annual Confrerence di novembre. Il Consiglio Federale (vecchi e nuovi) non sia timido, e pretenda di conoscere per dettare le politiche italiane.

Bilancio – Vi siete rilassati? Tappato il fantomatico buco, la voragine invisibile? Deja-vu della politica, succede anche negli enti locali: i nuovi amministratori che arrivano trovano i conti in rosso e ne soffrono in pubblico, ma poi il loro impegno trionfa e si annuncia il risanamento. Del resto sul tema vigono regole precise di trasparenza e sono al lavoro persone di cui fidarsi. Le voci sono positive e il feeling con il portafogli FIV è più fluido che ad inizio anno. Allora adesso è il momento di tornare a distribuire le risorse (lo si dovrà comunque fare in autunno col bilancio preventivo, tanto vale prepararsi: ci sono alcuni consiglieri che lamentano di essere stati poco impegnati: può essere il loro turno).

Presidente – Comincia a serpeggiare qualche interrogativo che un “comunicatore” come Carlo Croce dovrebbe captare: si può essere allo stesso tempo presidenti (de-facto) di FIV e Yacht Club Italiano? (Ho ricevuto anche lettere in tal senso e mi riservo di riprendere l’argomento con la calma necessaria). Si può scegliere di andare al Mondiale ORC di Brindisi e non andare al Mondiale 49er di Riva del Garda? (E questo sia detto con la massima consapevolezza di quanti chilometri sta facendo lungo lo stivale). Se lo ha fatto da presidente federale (e non ci sarebbe da obiettare), dovrebbe esporre al Consiglio l’andamento del lavoro di quattro mesi in segreto per preparare un consorzio italiano alla prossima Volvo Ocean Race guidato da Giovanni Soldini (per il quale a quanto pare sponsor si sono trovati), o la partecipazione di Nave Italia al G8. Ci sono apposta per questo le “comunicazioni del presidente”. Ancora ubriacati dal carico di aspettative incentrate sull’uomo, oscilliamo a nostra volta nel dubbio: a volte ha una marcia in più da vero leader, altre volte si perde in chiacchiere allo specchio e sembra mal consigliato o persino manovrato. Tifiamo per il primo, ma lo tiri fuori più spesso.

Per un Consiglio di mezza estate ce n’è fin troppo. Rinnoviamo l’auspicio di buon lavoro: farà bene a tutti noi.

lunedì 20 luglio 2009

Ma quante belle vele Madama Dorè



A Genova lo sanno bene quanto è importante la vela per "vendere" il Salone Nautico Internazionale di Genova. Statistiche confermate indicano che dei 300-350mila visitatori della fiera, oltre un terzo, quindi più di 100mila, viene per le barche a vela. Un fenomeno singolare considerando che queste ultime rappresentino solo il 5-6% dell'esposizione genovese. Non solo: all'UCINA (Confindustria nautica) sanno bene da sempre che per avvicinare ai giovani al mondo delle barche non si può certo partire da un motoscafetto o da un gommoncino o da una navucola: il battesimo del mare per i più piccoli, gli scolaretti sotto ai 10 anni, è a vela. Da qui l'avvio di una serie di contraddizioni, tentativi, strategie, politiche. Che non coinvolgono solo UCINA e Fiera di Genova.

L'invito riprodotto nell'immagine sotto al titolo è per la conferenza stampa di presentazione del 49° Salone Nautico di Genova, in programma a Milano mercoledi prossimo. Qui si è addirittura esagerato, e conoscendo l'ambiente mi attendo critiche ai vertici di UCINA da parte di molti operatori e costruttori di barche a motore: tutte vele, nient'altro che vele, volanti in un cielo azzurro, tutte con la prua verso un obiettivo unico e luminoso: il logo del salone genovese (che a sua volta, ma questa non è una novità, si basa sull'immagine di una vela sulle onde e col sole alle spalle). Un invito onirico, una speranza, un contropiede? Vedremo a Milano (e vi riporteremo fedelmente) quanta vela sarà annunciata dagli organizzatori per il prossimo salone. Intanto qualche anticipazione.

La crisi economica ha colpito la nautica e molti temevano un salone con spazi vuoti: pare che non sia così, gli organizzatori confermano la presenza di tutti i più grandi nomi (guardate che non è poco: nel mondo dei motori ci sono ogni giorno defezioni stratosferiche che inducono saloni alla chiusura: è molto probabile ad esempio che salti il Motor Show di Bologna), forse si è solo ridotta la storica lista d'attesa di gente che voleva esporre ma non trovava spazi liberi. Naturalmente auguriamo al salone nautico ogni successo, che starebbe anche a significare la capacità della nautica di trainare o surfare la ripresa dell'economia. Ma non abbiamo le bende agli occhi e vediamo le difficoltà di moltissime aziende. Esiste il rischio che anche chi ha mandato l'iscrizione al salone non la confermi. E questo giustifica l'anticipo a luglio della conferenza stampa che solitamente si svolgeva a metà settembre: occorre una spinta di ottimismo anche dai media, sulle aziende che stanno confermando la partecipazione al nautico. Entro settembre va saldata la quota di partecipazione e quindi sono settimane decisive. Sarà anche interessante vedere se in questa situazione il Gruppo Ferretti adotterà la stessa strategia del salone precedente, quando allestì in grande stile il "Palaferretti", praticamente un salone-nel-salone. E veniamo alla nostra vela.

La Vela al 49° salone nautico sarà concentrata nella stessa area della scorsa edizione: in acqua nella darsena nuovissima ricavata in fondo al quartiere fieristico, e a terra sotto alla tensostruttura che ospita "Mondoinvela", già ridotta del 50% nel 2008 per le richieste del cantiere proprietario dell'area. Dalle prime informazioni, la linea che i cantieri stanno seguendo è quella di partecipare "tagliando", e la prima mossa è esporre meno barche (per fare un esempio, Beneteau nel 2008 esponeva 13 yacht a vela, quest'anno ne prevede 8). Negli accessori e nell'abbigliamento c'è aria di parecchie defezioni specie per marchi stranieri. Velerie e derive sono aziende ormai strutturalmente assenti dal salone di Genova, tanto più nella sua ultima evoluzione in senso "floating". Il quadro come si vede non è proprio roseo.

Come se non bastasse, UCINA pare aver rinunciato anche alle iniziative favorevoli alla vela almeno formalmente, come la Commissione Vela sorta e sviluppata in seno all'associazione, e presieduta da uno dei Vice di Anton F. Albertoni, Francesca Radice. La Commissione si è riunita un ultima volta a dicembre a Roma, poi si è come dissolta. I suoi componenti non hanno ricevuto comunicazioni o aggiornamenti. Gli argomenti posti sul tappeto dalla Commissione Vela riguardavano soprattutto e proprio il salone nautico, per il quale la Vela chiedeva spazi e servizi migliori, più attrezzati e meno decentrati, e quindi un investimento in termini di immagine e promozione dell'area velica e delle sue specificità. Di tutto questo non si sa più nulla. E forse non è un caso che molti operatori della vela stiano pensando a forme associative alternative a UCINA, o comunque a momenti espositivi specializzati sulla vela, in varie zone d'Italia. Per UCINA le prossime settimane suonano come un ultimo appello: deve capire che rischia davvero di "perdere" la componente vela. E una volta persa, come saranno gli inviti alle conferenze stampa?

PS-Due parole, oltre alle news di qualche giorno fa sul "gioco al ribasso", per inquadrare il ruolo e la presenza FIV in questo momento nei rapporti con UCINA e nella prospettiva di dover progettare e realizzare una presenza al salone nautico con lo stand e la relativa trattativa, la "Piazza Vela" (ma quella l'ho inventata io, non vorranno certo replicarla), le collaborazioni con gli organizzatori per gli eventi al Teatro del Mare, gli eventi con i personaggi FIV sia a terra che in acqua e la gestione dei relativi inviti, i rapporti con i propri sponsor e con i media, la collaborazione con l'ufficio stampa della Fiera di Genova per veicolare alle tv presenti i volti più rappresentativi della vela e dell'attività federale, i campioncini della vela giovanile o gli atleti vittoriosi (e non ne mancano grazie al cielo), la valorizzazione delle migliori attività periferiche degli affiliati... Mi fermo qui. Dicevo due parole per inquadrare cosa fa il Settore Promozione Immagine e Comunicazione FIV, sulla cui tolda troneggia il VPV Glauco Valerio Briante: indietro tutta.

domenica 19 luglio 2009

Grazie lo stesso (perchè è un bronzo che vale)



DALLA LOTTERIA DELLA MEDAL RACE (CONCLUSA AL 7° POSTO), I SIBELLO CHIUDONO IL MONDIALE 49er AL 3°

Pietro e Gianfranco Sibello hanno inseguito e avvicinato, accarezzato e allontanato il Mondiale 49er 2009 edizione gardesana. Alla fine conquistano il 3° posto e un bronzo iridato nella classe acrobatica della vela olimpica, sulla quale navigano dal 1997, alle spalle dell'australiano Outteridge (bis mondiale dopo il titolo vinto a Melbourne nel 2008) e degli inglesi Pink-Peacock (questa si, una notevole sorpresa). La Medal non era iniziata male: ottima partenza, prima boa davanti agli australiani, poppa di controllo ma gran ritorno dei rivali, poi sono iniziate delle scelte tattiche sbagliate e il finale negativo, con un sorpasso finale sull'arrivo che li ha privati dell'argento.

Nella lotteria della Medal Race finale, affrontata a 5 punti dal primo, e quindi obbligati ad attaccare (cosa sempre complicatissima nel "match-race" tra i top-10), hanno concluso solo settimi la finalissima, mentre i rivali Outeridge-Jensen (Australia) hanno chiuso secondi alle spalle dell'equipaggio danese. Un DEN che vince la Medal che doveva essere nostra, dev'essere un brutto flashback per i due fratelloni alassini. E' proprio questa la chiave per leggere il mondiale di Riva del Garda: prima, durante e dopo.

Prima: Pietro e Gianfranco escono distrutti dall'esperienza olimpica con la medaglia "elastica", vinta, persa, rivinta e ripersa definitivamente. La medaglia di legno di solito è un macigno che toglie agli atleti voglie e stimoli. Non per loro. Dopo pochi mesi erano di nuovo in barca, il programma dei prossimi quattro anni della loro vita già pianificato, la rabbia dentro tenuta a bada, metabolizzata, trasformata in energia positiva. Si sono allenati bene, a lungo, come al solito, meglio del solito, con la grinta buona di Luca De Pedrini e quella loro dolcezza timida che abbandonano (quasi sempre) in acqua, faccia al vento.

Durante: Questo mondiale un po' se lo sentivano e lo volevano, Pietro, Gianfranco e Luca. Allenatissimi, levigati, tirati a lucido, difficile arrivare più preparati all'appuntamento. Perdipiù nelle acque amiche del Garda, quelle dove si allenano da dieci anni, secondo le scelte e i programmi che furono dei Gaibisso, dei Mankin, dei De Pedrini, e che adesso sono dei Croce, dei De Pedrini e dei Ghione. Stesso Peler, stessa Ora, stesse onde, stesso hotel, stessa cucina. Strategia pianificata: non strafare, controllare, regatare conservativi senza rischi. Funziona. Avanzano, restano al vertice, molti fanno su e giù loro sono costanti anche se non mancano un paio di scivoloni (scartati). Malino il penultimo giorno (6-6-14), meglio stamattina nelle ultime curve prima della Medal Race (1-7), che affrontano con 4 punti da recuperare ai campioni in carica aussie. Anzi 5: perchè in uno strano turbinio di proteste e controproteste il punteggio viene cambiato e i Sibello sono gravati di 1 punto. Non è una cosa da poco, nella MR significa una barca in più da mettere tra te e i rivali da rimontare. Significa dover attaccare, fare la faccia feroce, rischiare l'osso del collo. E puoi pianificare tutto, ma non cambiarti il dna: Pietro e Gianfranco sono veloci e preparati, bravi come e più dei migliori della flotta, ma la faccia feroce ancora devono provarla meglio, anche con se stessi. Finiscono settimi e terzi in generale come raccontato. E chissenefrega se la MR la vince DEN. Il passato è sepolto.

Dopo: perchè questo bronzo mondiale dimostra proprio questo, che Qingdao è dimenticata, che Sibello nel mondo 49er è sinonimo di bravi e forti, che nessuno del podio olimpico e pochissimi di quella MR olimpica sono oggi così in alto quanto Pietro e Gianfranco. Avanti. Battistrada nella maratona verso Londra 2012. Poteva essere il loro Mondiale, e lo è stato. Sono terzi, è un bronzo che vale, perchè chiude i conti col passato e apre definitivamente la corsa alla prossima fermata: l'oro di Londra. Unico ingrediente che serve aumentare: il senso del killer, un po' di quella cattiveria che ti da la freddezza decisiva nel momento in cui affondi il coltello.

I MIGLIORI RISULTATI DEI SIBELLO AI MONDIALI 49er E NON SOLO
Il 3° posto di Riva fa coppia con lo stesso risultato ottenuto nel 2006 (Mondiale ISAF) e nel 2005. Poi due quarti posti nel 2007 e nel 2008. Dal 2003 hanno vinto ovunque nelle cattedrali della vela olimpica: Palamos (2003), Hyeres (2004), Kiel (2004 e 2006), Medemblik (2007). In termini di piazzamenti i Sibello non hanno praticamente rivali.

LA STORIA DEL MONDIALE 49er
Nei primi tre anni (1997-1998-1999) tripletta australiana di Nicholson-Phillips, poi 2000 Lopez Vazquez-De La Plaza (ESP), 2001 (a Malcesine) Jonathan e Charlie McKee (USA), 2002 Martinez-Fernandez (ESP), 2003 Draper-Hiscocks (GBR), 2004 Martinez-Fernandez (ESP), 2005 Luka-Leonchuck (UKR), 2006 Draper-Hiscocks (GBR), 2007 Morrison-Rhodes (GBR), 2008 Outteridge-Austin (AUS). Outteridge è dunque il terzo timoniere a vincere per due volte il titolo, che ancora attende un trionfo azzurro.

Adesso buone vacanze e godetevi la famiglia. Ne riparleremo e gliela faremo vedere.

RIALZARSI DOPO LA CADUTA E' PROPRIO DEI GRANDI DELLO SPORT

sabato 18 luglio 2009

Chiarisce Pipitone (VII Zona)

Ho risposto alla breve intervista di Fabio, come ho scritto, con uno spirito di critica costruttiva (“siamo solo all’inizio, siamo tutti sulla stessa barca e quindi bisogna essere costruttivi e navigare, ma certe cose meritano approfondimenti critici”), che spero sarà compreso fino a fondo.

Ci tengo a precisare un paio di cose:

1) l’espressione “i due mega tecnici surfisti” non deve essere in alcun modo intesa in senso negativo o dispregiativo. Per uno come me che "lavora" nella vela, il windsurf nella nostra isola sta diventando la storia della vela, quando dico “surfisti” mi riferisco alle origini di questi due ottimi tecnici, che sono poi assurti a impegni tecnici nella preparazione olimpica. Dal punto di vista della considerazione tecnica dei due DT la mia definizione l’ho intesa in senso migliorativo e non diminutivo. Forse non si è capito, spero che adesso sia più chiaro: adesso sono i “nostri” allenatori, ci tengo in modo particolare a loro e non voglio alimentare equivoci proprio su questo.

2) Sempre nello spirito di fornire una visione critica che potesse suscitare discussioni evolutive, ho detto altre cose: che si decide in pochi e che secondo me è stato un errore eliminare gruppi e commissioni, che i dirigenti sportivi non devono occuparsi di tutto ma avere delle loro specializzazioni, che la vela deve avere uno stile e una tradizione che pure in una fase di rinnovamento vanno tutelati. Prima che qualche reazione alle mie considerazioni si spinga in avanti sarebbe meglio interagire, rispondere alle segnalazioni e visioni di tutti coloro che "lavorano" controbattendo e spiegando con altre idee e visioni, dobbiamo fare Sport e non politica e anche con molta modestia; portare Vento sulle nostre Vele, sono sempre stato a disposizione e penso che così facendo potremo tutti crescere.


Ignazio Florio Pipitone
Presidente Comitato VII Zona FIV


--> Pubblico quanto ricevuto dal Presidente della VII Zona, non come "commento" al post con le interviste a tutti i presidenti delle 15 Zone d'Italia, ma con una visibilità autonoma. E' un intervento accorato e un chiarimento che penso vada letto attentamente. So che molte sono state e sono le reazioni e i commenti all'inchiesta con i presidenti di zona. Come è stato evidente, la maggior parte degli interventi è apparsa favorevole al nuovo corso federale: proprio per questo mi meraviglia sapere che ci sono state reazioni "nervose" ai pochi interventi critici o interrogativi. Che la comunicazione FIV sia insufficiente è evidente e confermato un po' da tutti (compresa buona parte dei positivi a oltranza), ma che sia anche allergica alle libere discussioni critiche e incline alle "scomuniche", mi fa specie.

Saudade italiana: il Mondiale Youth ISAF si chiude con 2 medaglie

NELLA GIORNATA FINALE ARRIVA ANCHE IL BRONZO NELL'HOBIE CAT, MA SFUMA QUELLA DEL LASER MASCHILE.
IL BILANCIO AZZURRO



Si concludono i Mondiali ISAF Youth a Buzios in Brasile: con meteo complicata (tanto, poco, bonaccia, ieri ventone e onda, due giorni senza regate, corrente: un bel mix per i giovani velisti mondiali), la solita grande festa con quasi 300 ragazzi e più di 60 nazioni, tre classi, sei categorie, la voglia di vincere, emergere, divertirsi, guardare cosa fanno gli altri paesi. Con un Torben Grael in più, però. Il più titolato velista vivente è stato infatti l'icona del mondiale e che invidia vedere i francesi festeggiare il Volvo Trophy per nazioni (foto di apertura) con il mito-Torben sotto il palco, elegantissimo in un doppio petto bianco che ricorda lo yachting d'altri tempi... Ma grazie al cielo Torben è di questi tempi: i nostri.
La vela azzurra conquista la sua seconda medaglia e ferma a due il bottino. E' un bronzo dall'Hobie Cat dove partivamo dalla speranza d'oro, ma va benissimo così: da giovani ci si deve anche saper accontentare e chi avrebbe pronosticato il bronzo nel catamarano? Qualche delusioncina finale, le solite "crisette" psicologiche italiane, ma nel complesso una buona trasferta. Ecco il dettaglio, e bentornati a casa, azzurretti.

420 M – Podio GBR-FRA-CHI, con un discreto 5° posto finale per Davide Vignone e Matteo Ramian (Circolo Nautico Albenga) che migliorano nuovamente nel finale e chiudono con un pizzico di rammarico per le tre prove negative della fase centrale del campionato: imprendibili gli inglesi, gli altri due posti del podio erano ampiamente alla loro portata (6-5-7-2-19-12-11-4). Occasione persa o straordinaria esperienza? Il tempo lo dirà.

420 F – L’argento prezioso di Camilla Marino e Claudia Soricelli (Circolo del Remo e della Vela Italia), celebrato ieri con un giorno d’anticipo come si addice ai “grandi”, alle spalle della reginetta locale Martina Grael, vale molto e conferma le napoletane che già avevano conquistato significativi successi. Sul futuro c’è già la loro firma (1-8-4-9-3-3-3-2). Il bronzo va a Singapore, new entry di questa vela globalizzata, con Griselda Khng e Cecilia Low.



HOBIE CAT 16 – Volata sfortunata: non ce l’hanno fatta i due catamaranisti braccianesi Francesco Porro e Luca Marsaglia (Centro Velico 3V) a conquistare l’oro: sono stati in testa a lungo, si sono presentati al comando appaiati agli australiani, ma sono scivolati proprio sul finale, con un 7° posto (contro il 3° di Waterhose-Darmanin) che alla fine è costato loro anche il secondo posto, superati sul filo di lana dai campioni uscenti francesi Romain e Valentin Bellet (un 1° nell’ultima prova). Una medaglia è sempre una medaglia, e complimenti ai due giovanotti: resta il fatto che ci accade troppo spesso di non reggere lo stress nei momenti decisivi. Vale per i grandi e anche per i più giovani: siamo italiani.



LASER RADIAL M – Una delusione doppia, quella di Francesco Marrai (Circolo Nautico Livorno) che era sul podio prima della giornata finale, e scivola invece al 5° posto superato oltre che dal neozelandese Meech (oro già ieri), anche dall’argentino Pellejero (argento), dal danese Timshel (bronzo) e dallolandese Moerman. E’ vero che la classifica era cortissima, e che Francesco ha chiuso a 6 punti dal bronzo, che comunque un 5° su 56 concorrenti è eccellente (anche considerando che era il più giovane dell'intera flotta), ma questo non fa che aumentare il dispiacere. Resta in ogni caso l’impressione di un ragazzo su cui lavorare, e che ha nobilitato il suo mondiale ISAF con la vittoria della quarta prova. (6-35-12-1-20-8-8-12).

LASER RADIAL F – Un oro per Singapore, con Elizabeth Yin straordinaria scoperta di questi Mondiali giovanili, argento alla danese Rindom e bronzo alla francese De Kerangat. L’absolute beginner Laura Marimon (Associazione Velica di Bracciano) chiude al 27° posto, ha dato quanto poteva, è stata costante con piazzamenti regolari, aprendo e chiudendo con due trentesimi ((30)-28-23-21-24-23- 21-30). Nei prossimi mesi si vedrà a cosa è servita l’esperienza brasiliana. La notizia clamorosa è vedere la timoniera inglese al 21° posto, tale Hannah Tilley. Uno scivolone che non si addice ai dream-team britannici.

RSX M – Nell’ordine oro al francese Gueguen, argento al cipriota Malekkides, bronzo al brasiliano Do Amaral Silva. L’azzurro Davide La Vela (Canottieri Marsala) non è riuscito nell’impresa di risalire dal 6° posto finale su 24 concorrenti. Ha spunti, è stato costante, ha avuto solo un calo brusco nel finale: il siciliano merita ancora attenzione ed è nel giro delle squadre federali. (8-5-3-4-4-4-9-8).

RSX F – Oro a Hong Kong con Hei Man Chan, argento alla britannica Isabel Hamilton e bronzo alla francese Leonore Bosch, allenata da Faustine Merret (vecchia conoscenza di Alessandra Sensini: è la “cugina” che le strappò l’oro dal cuore ad Atene 2004). Ha dato quello che poteva Catherine Fogli (Compagnia della Vela Grosseto), ancora un po’ acerba, e ha chiuso 9° (7-5-9-11-9-10-9-8), soffrendo forse più di altre le condizioni meteo complicate.

VOLVO TROPHY
L’Italia conquista il terzo posto nella classifica per nazioni che vale il Volvo Trophy. Non è un podio o una medaglia, come qualcuno vorrebbe farla passare: il Volvo per nazioni si vince o si perde, anche arrivando secondi: il gusto sta nell’alzare il trofeo e sbatterlo in faccia alle nazioni avversarie (simpaticamente e sportivamente, s’intende), come nello spirito sportivo, e come nella splendida festa azzurra proprio a Weymouth nell’edizione 2007 dei Mondiali Youth. Ma il terzo su oltre sessanta nazioni conferma pur sempre che l’Italia è nell’elite, nel G8 della vela planetaria, e a volte sa spingersi anche più su. Questa semplice osservazione varrà pure qualcosa, in un tempo nel quale la nuova dirigenza federale ha imposto una filosofia della “rivoluzione” del “cambiamento profondo”, della “leggerezza” e della “modernizzazione” delle attività veliche in Italia e della loro gestione da parte dell’ente, non sarà il caso di notare come la nostra vela – per l’ennesima volta – si conferma in salute, forte, bella come i volti dei nostri ragazzi e ragazze, debole con le loro debolezze caratteriali italiche, ma in grado di essere sempre uno dei paesi di riferimento in campo mondiale per questo sport? Cambiamo dunque si, ma con calma, per piacere, e secondo progetti condivisi. Non per capriccio.

LE TOP-20 NAZIONI A BUZIOS 2009
1 FRA 34.00 36.00 36.00 36.00 33.00 32.00 36.00 36.00 279.00
2 GBR 23.00 35.00 32.00 33.00 28.00 23.00 24.00 19.00 217.00
3 ITA 27.00 21.00 28.00 36.00 24.00 26.00 21.00 19.00 202.00
4 BRA 27.00 13.00 23.00 28.00 24.00 22.00 27.00 24.00 188.00
5 NZL 28.00 12.00 8.00 15.00 31.00 32.00 33.00 19.00 178.00
6 AUS 19.00 17.00 10.00 8.00 19.00 21.00 27.00 15.00 136.00
7 SIN 22.00 17.00 8.00 18.00 15.00 20.00 16.00 12.00 128.00
8 POL 16.00 12.00 7.00 13.00 10.00 24.00 21.00 21.00 124.00
9 DEN 19.00 5.00 17.00 14.00 12.00 17.00 22.00 12.00 118.00
10 ARG 14.00 13.00 0.00 8.00 22.00 16.00 23.00 9.00 105.00
11 ESP 6.00 21.00 4.00 25.00 21.00 13.00 9.00 3.00 102.00
12 NED 8.00 14.00 11.00 2.00 20.00 17.00 19.00 10.00 101.00
13 GER 19.00 16.00 11.00 12.00 17.00 6.00 9.00 9.00 99.00
14 HKG 9.00 12.00 17.00 9.00 10.00 14.00 10.00 10.00 91.00
15 ISR 13.00 7.00 24.00 12.00 8.00 7.00 8.00 7.00 86.00
16 USA 5.00 18.00 10.00 11.00 11.00 8.00 0.00 1.00 64.00
17 CYP 9.00 8.00 0.00 4.00 8.00 13.00 7.00 8.00 57.00
18 RSA 9.00 8.00 6.00 3.00 3.00 5.00 9.00 9.00 52.00
19 NOR 7.00 0.00 4.00 8.00 3.00 8.00 7.00 8.00 45.00
20 CAN 5.00 7.00 1.00 0.00 9.00 9.00 6.00 8.00 45.00

BILANCIO AZZURRO
Il bilancio azzurro si chiude quindi con due medaglie: l’argento del 420 femminile e il bronzo del catamarano maschile, oltre che con l’appena descritto terzo posto nella classifica per nazioni. La squadra si appresta a tornare in Italia e con essa lo staff tecnico: Anna Bacchiega, team leader e coach del 420, Marco Iazzetta, emergente e rampante tecnico “multilateralista” e qui con i “suoi” Hobie, e Marco Superina che continua a remare controcorrente sui Laser. La Bacchiega rientra da Buzios appena in tempo per il Consiglio Federale del 21 luglio nel quale presenterà la prima stesura del Progetto Youth o Under 16, di cui tanto si è detto e discusso ma di cui ben poco si conosce di concreto. Chissà se alla professoressa è servito guardarsi intorno al Mondiale Youth ISAF, tra le sessanta e oltre nazioni della galassia velica, ciascuna con il proprio modo di intendere la promozione, lo scouting, la programmazione sportiva e la crescita dei giovani talenti, chissà se l’esperienza ISAF potrà suggerirle qualche ulteriore adeguamento del progetto federale. Tutto fa brodo: il mondo velico è una grande famiglia, anche a livello internazionale.

venerdì 17 luglio 2009

Mondiali Youth ISAF, prima medaglia azzurretta (nel giorno della Francia)


BRAVA CAMILLA, BRAVA CLAUDIA (ARGENTO NEL 420)!

Penultimo giorno di regate dei contrastati Mondiali Giovanili ISAF a Buzios in Brasile, resi difficili da condizioni meteo limite (poco o troppo vento). E’ stato il giorno della Francia, che con un giorno di anticipo si è assicurata tre medaglie d’oro e la vittoria del Volvo Trophy per nazione. La squadra italiana resiste al terzo posto per nazione anche se le classifiche individuali si complicano un po'. Ma arriva la prima medaglia sicura, con l'argento nel 420 F di Camilla Marino e Claudia Soricelli. Dopo G&G (Giulia Conti e Giovanna Micol, regine del 470 olimpico), la vela femminile azzurra scopre un'altra supercoppia: benvenute C&C.
E nell'Hobie Cat 16 siamo ancora in corsa per l'oro...

420 M – Primo posto e oro sicuro per gli inglesi Sparks-Gratton, sui francesi Scokzek-Soler e i cileni Ahrens-Infante. Per gli azzurri 6° posto di Davide Vognone e Matteo Ramian (6-5-7-2-18-12-11), in discesa verticale dopo l’ottimo avvio da podio.

420 F – L’oro carioca ha il sorriso di papà Torben e gli occhi di mamma Andrea: Martina Grael sale sul podio del mondiale ISAF Youth in casa con la prodiera Kahena Kunze. Una medaglia nella vela: quando si dice un vizio di famiglia... Qui c’è anche l’argento aritmetico delle azzurrine Camilla Marino e Claudia Soricelli, prima medaglia italiana a questo mondiale brasileiro. E se è un caso noi diciamo di no: è una medaglia che arriva dalla classe “curata” (a Buzios, s’intende) come tecnico dalla consigliera federale Anna Bacchiega. Professoressa con passato da velista di eccelso rispetto (mondiale 470 e azzurra alle Olimpiadi con Nives Monico), scrittrice-capo del testo sul Piano Under 16 ormai prossimo alla presentazione (il 21 luglio ai consiglieri, il 22 alla consulta dei presidenti di zona), la Bacchiega ci ha messo sicuramente qualcosa di suo, di quella solidità che serve a vincere. Terze Kiss-McKenna (USA), ma il resto del podio è ancora da decidere con l’ultima giornata.

Hobie Cat 16 – Duello forte quello del catamarano tra gli australiani Waterhouse-Darmanin e gli azzurretti Francesco Porro e Luca Marsaglia: sono a pari punti e a +3 dal terzo, i fratelli francesi Brellet detentori dell’oro allo scorso Youth... Che volata si attende. Forza Bracciano.



Laser Radial M – Francesco Marrai ha tenuto duro e si presenta sul rettilineo finale con un ottimo 3° posto, da difendere con i denti (è a +2 sul 4° (il danese Timshel) e sul 5° (lo svizzero Girod). In testa già oro il kiwi Meech e argento l’argentino Pellejero (eredi di Diego Romero?)

Laser Radial F – Elizabeth Yin di Singapore, bella faccia e bella storia, è oro giovanile ISAF nel singolo olimpico. Il resto è da definire con la danese Rindom seconda, la francese De Karangat terza. L’azzurretta Laura Marimon, all’esordio assoluto in campo internazionale, si è un po’ ripresa dagli smarrimenti iniziali ed è risalita al 27° posto. Per lei un’esperienza.

RSX M – Nelle tavole il francese con un nome quasi cinese, Gueguen, ha l’oro nel mirino ma resta da vincere la resistenza del cipriota con un nome cipriota, Malekkides, che lo tallona a 1 solo punto. Terzo il brasiliano col nome brasilianissimo, Do Amaral Silva. E l’azzurro, col nome che più azzurro non si può: Davide La Vela? Era secondo, è sceso al 6° posto, preceduto da Israele e Germania. Ma nome a parte, Davide ha carattere, speriamo lo tiri fuori nel finale perché il podio è comunque solo a 4 punti, il miracolo si puo’ fare.

RSX F – L’oro, quell’oro che è stato a lungo nelle mani marsalesi di Laura Linares, è volato a Hong Kong, dalla leggiadra Hei Man Chan, che proprio di Laura fu rivale agli ultimi mondiali. Seconda Hamilton (GBR), terza Bosch (FRA). L’azzurra Catherine Fogli, che aveva iniziato alimentando speranze, si è un po’ persa per strada ed è all’8° posto, col 7° lontano 10 punti. Anche per lei comunque un’esperienza preziosa di cui fare tesoro.

VOLTO TROPHY
La Francia allunga e vince aritmeticamente (243 punti), seguita da Gran Bretagna (198) e dall’Italia che difende un ottimo podio (182), dall’assalto del Brasile (160) e dalla Nuova Zelanda (153). In attesa del sipario, il bicchiere azzurretto è ancora mezzo pieno. Una medaglia in più sarebbe la ciliegina sulla torta. A domani.

(PS-En passant, e con un misto di ilarità e disappunto, rilevo che per tutta la mattinata, quindi parecchie ore, questo minuscolo e "unofficial" blog è stata l'unica fonte italiana sul bel successo azzurro nella vela. Il web federale ci ha pensato in tarda mattinata, mentre dall'"ufficio stampa federale" non è giunto alcun segnale. Prosit)

giovedì 16 luglio 2009

Niente vento a casa Grael: stop all'ISAF Youth Worlds


Buzios, Brasile, è un posto ventoso, oltre che splendido e colorato, romantico e così carioca. E' una capitale della vela mondiale, anche perchè è qui che fa base Torben Grael, il più titolato velista vivente. Ma ai Mondiali Youth ISAF ha tradito le attese. Su tre giorni utili, solo uno ha consentito le regate, per altri due ci si è arresi, prima alla bonaccia e poi a 30 nodi di vento. "Dopo un giorno con tanto vento di solito ne viene uno con un po' meno vento - dice un locale - ma è rarissimo che si resti completamente senz'aria come successo oggi". Pazienza. Il Mondiale va avanti e spera nei prossimi giorni, per dare un senso e validità tecnica anche ai tanti sforzi dell'ISAF, della federvela brasiliana e di tutte le nazioni presenti. Il colpo d'occhio è splendido con tanti ragazzi di razze diverse accomunati da una passione intensa per la vela. Classifiche e piazzamenti azzurri invariati (potete vedere il riassunto nella colonna di destra sotto al logo ISAF Youth Worlds.


(Gli azzurrini in testa nel catamarano Hobie Cat 16: Francesco Porro, classe 1991 e Luca Marsaglia, classe 1994 del Centro Velico 3V del lago di Bracciano. Una conferma di come la vela italiana riesca a fabbricare campioncini)

THE VOLVO TROHPY
Passa il tempo e l'attenzione si concentra sulla classifica del Volvo Trophy, la sfida tra le nazioni partecipanti. Con l'Italia al terzo posto sale la voglia di fare bella figura, in una manifestazione che ha visto la vela azzurra tradizionalmente fare ottime figure. Ecco la classifica (prime 20 nazioni su oltre 50) aggiornata alle ultime prove.

1 FRA 34.00 36.00 36.00 36.00 142.00
2 GBR 23.00 35.00 32.00 33.00 123.00
3 ITA 27.00 21.00 28.00 36.00 112.00
4 BRA 27.00 13.00 23.00 28.00 91.00
5 SIN 22.00 17.00 8.00 17.00 64.00
6 NZL 28.00 12.00 8.00 15.00 63.00
7 ESP 6.00 21.00 4.00 25.00 56.00
8 ISR 13.00 7.00 24.00 12.00 56.00
9 GER 19.00 16.00 11.00 10.00 56.00
10 DEN 19.00 5.00 17.00 14.00 55.00
11 AUS 19.00 17.00 10.00 7.00 53.00
12 POL 16.00 12.00 7.00 13.00 48.00
13 HKG 9.00 12.00 17.00 9.00 47.00
14 USA 5.00 18.00 10.00 10.00 43.00
15 NED 8.00 14.00 11.00 7.00 40.00
16 ARG 14.00 13.00 0.00 6.00 33.00
17 CRO 0.00 7.00 9.00 12.00 28.00
18 MEX 1.00 5.00 15.00 5.00 26.00
19 RSA 9.00 8.00 6.00 3.00 26.00
20 CHI 7.00 14.00 0.00 4.00 25.00

FIGLIA D'ARTE: FASCINO E STILE DI MARTINA GRAEL


(Martina Grael corre sul 42o a Buzios, subito dopo avvierà una campagna olimpica in 470. Papà Torben è visibilmente fiero: la dinastia continua)

mercoledì 15 luglio 2009

Chi ci mette (e chi ci perde) la faccia

Allora, ricapitoliamo: in questo preciso momento ci sono (almeno) due manifestazioni che per lo sport della vela e per la vita di una federazione valgono una stagione. Il Mondiale della classe olimpica acrobatica 49er, in Italia a Riva del Garda e con due azzurri favoriti, e il Mondiale ISAF Youth, in Brasile con tutti i migliori velisti giovani del mondo, con i nostri che puntano a qualche medaglia. Se gli eventi valgono una stagione significa che sono importanti, ergo sono da comunicare. Enfatizzare, creare aspettativa, interessare, entusiasmare. Prima, durante, dopo. Comunicare ai mezzi di informazione, ai media.

Potreste immaginare che la FIV, pur dotata di un ufficio stampa potente, affidato a una società con numerosi collaboratori, non ha emesso un solo comunicato rivolto ai media in preparazione-presentazione dei due eventi? E che non ha iniziato a emetterne di quotidiani a seguito delle notizie sulle regate (non tanto male, come potete leggere sulla colonna di destra di questo blog)? Forse si prepara un bel comunicato stampa conclusivo, di quelli in cui si sottolinea "l'impianto tecnico" della squadra federale. Chissà. Noi speriamo sempre.

Intanto ci metto la faccia: qualcuno può spiegarci perchè la Nuova FIV ha risparmiato su tutto tranne che sull'ufficio stampa, il quale come già scritto percepisce emolumenti pari al precedente pur svolgendo attività di gran lunga più "compassate"? E perchè, visto l'ottimo (e impegnativo) lavoro svolto da due dipendenti degli uffici federali nello scrivere le notizie per il sito, non si da incarico agli stessi di inviare quelle news sotto forma di comunicato stampa? O magari le due strutture potrebbero incontrarsi e coordinare un piano d'azione? Tutto, fuorchè questo andamento rilassato.

E non dite che questo è rancore: è solo la verità sotto gli occhi di tutti. Questo blog è un rifugio, altro che rabbia: mi fa felice e siamo in tanti. Seguiamo a modo nostro tutte le vele azzurre nel mondo, e non solo. E poi, io ci metto la faccia. Qualcun altro forse la sta perdendo.

martedì 14 luglio 2009

La parola al Territorio

INCHIESTA-INTERVISTE CON TUTTI I PRESIDENTI DEI COMITATI DI ZONA FIV



La parola ai Governatori del Territorio. Sono i Presidenti di Zona, gli uomini in trincea 12 mesi all'anno, le cerniere tra il governo federale e i 650 Circoli velici affiliati. Spesso stretti in mezzo. Un lavoro difficile, fatto con una passione incrollabile e investendo tutto il proprio tempo libero. L'identikit del Presidente di Zona è molto vario: quattro sono cambiati rispetto alla tornata elettorale precedente, mentre undici sono stati confermati. Ci sono alcuni giovanissimi e parecchi giovani, ma anche navigatori di lungo corso. Gente con esperienza di dirigente anche da altri sport, molti Ufficiali di Regata, nella vita sono professionisti, dirigenti o imprenditori, ma qualcuno è anche pensionato. E sono tutti velisti (un paio li abbiamo "scovati" in regata o in crociera). Macinano chilometri e soprattutto batterie di telefonino, per stare in connessione con le proprie società. Hanno tanto da dire, e la FIV sembra essersene accorta dal momento che li convoca con una frequenza sconosciuta in passato. E tanto ci hanno detto, anche in queste prime brevi chiacchierate, sulle prime impressioni dal "territorio", quella che in FIV si è sempre chiamata "periferia", sul nuovo corso federale. Il terzultimo capitolo del Check-Up FIV dei primi 200 giorni. Un altro strumento al servizio della comunicazione così necessaria per il confronto e il funzionamento dell'ente.

Sono emersi molti temi, anche se in poche righe. C'è una sostanziale maggioranza che accoglie positivamente i cambiamenti in atto nella FIV, pur con osservazioni interessanti da leggere tra le righe. Ci sono naturalmente voci critiche, sempre animate da spirito costruttivo, e qualche giudizio severo, nella migliore tradizione della dialettica della "famiglia" federale.

Grazie a tutti i Presidenti di Zona, buon vento a loro e ai loro Circoli, e buona lettura a tutti.


Tonino Viretti (I Zona)
Sono un fan di Carlo Croce e quindi soddisfatto. Indubbiamente ci sono state difficoltà, perché il lavoro da fare è grande e la mancanza di segretario generale non ha facilitato le cose: presidente e vicepresidente fanno un lavoro che gli impedisce di pensare alle cose più vaste. Come I Zona continuiamo come prima a fare le nostre cose, e mi pare che anche le altre zone si stiano muovendo bene. Alla riunione di Bari c’è stata una bella coesione fra zone, e devo dire che Raffaele Ricci (il rappresentante della Consulta dei Presidenti di Zona, ndr) sta facendo un lavoro eccellente, e lo dico io che all’inizio non lo preferivo. Le zone hanno sempre chiesto di essere più ascoltate, anche durante la presidenza di Sergio Gaibisso: adesso mi sembra che il nostro parere arrivi ai vertici e sia almeno valutato. Qualcosa si comincia a ottenere anche se non mancano le resistenze. Abbiamo chiesto maggiore snellezza nella formazione degli istruttori, che servono sempre, chiediamo soprattutto di far funzionare al meglio la cosa più interessante per noi, le Scuole Vela. Va bene quindi la tessera ridotta per gli allievi delle scuole, la tessera gratuita per Velascuola. Poi sta alle stesse zone fare promozione: noi ad esempio stiamo per partire con uno spot tv su un canale locale (Primocanale Sport), 90 secondi per promuovere le scuole di vela liguri. Ci è costato solo 1500 euro per 60 passaggi, grazie alla politica di apertura del canale verso la vela, oltre ai costi di produzione, che sono coperti dal contributo di 10.000 euro che ogni anno riusciamo a ottenere dalla Regione Liguria. Tra le cose che ci mancano...una politica più lungimirante e di maggiore apertura da parte della Fiera di Genova, che – oltre ai prezzi salatissimi del salone nautico – non ci lascia usare le strutture a mare che restano a lungo inutilizzate per gran parte dell’anno. Con Ucina la FIV dovrebbe riprendere certi discorsi.

Fausto Meciani (II Zona)
Sicuramente abbiamo visto cose positive innegabili, penso alla preparazione olimpica e all’elaborazione in corso sui progetti che partono dai bambini e prevedono un percorso-trafila, un disegno che sta emergendo, per portare i ragazzi dalle classi giovanili fino alle classi olimpiche. E’ un bell’inizio, al quale le Zone possono agganciarsi bene sul piano progettuale e propositivo. Vedo come una novità anche la preparazione multidisciplinare, per non avere più un velista “monotematico”, sono cose che avranno un input anche sulla formazione. Nel rapporto con la FIV nazionale non ho avuto informazioni o comunicazioni particolari, ma chi vuole riesce a essere informato e anche a partecipare. Come Zone abbiamo presentato le nostre idee riguardo al progetto giovanile, direttamente a Luca De Pedrini e Paolo Ghione: c’è un dialogo aperto e la possibilità di interazione.
Trovo la FIV un po’ meno presente sui problemi più specifici di ogni Zona: gli argomenti affrontati finora dalla nuova dirigenza sono tutti di calibro nazionale, ma non esauriscono certo le attività della federazione. Su temi come affiliazioni, esigenze dei circoli, politiche sociali, ogni Zona ha sensibilità e esigenze di confronto con la FIV, che per il momento è in “stand-by”. Pesa forse la mancanza del segretario generale. Molto impegno è andato a elaborare le linee generali e sportive, ma ora attendiamo qualcosa sul fronte del rapporto e del confronto pratico con le esigenze della periferia. Si parla di un “referente per le Zone”: sono scettico sul ruolo, rischia di confliggere con la Consulta, con la Commissione Periferica, con i consiglieri federali in rappresentanza delle società di ciascuna Zona. Può essere un funzionario di riferimento, una interfaccia tecnica e pratica, ma io vorrei un confronto politico con la FIV, colloqui politici.
Non credo si possa dire che nei nuovi progetti federali non si tenga conto della promozione: quando si parla della non-specializzazione, nella capacità attrattiva della vela, nel recupero della “marineria”, nell’apertura a tutto il mondo velico, tutto questo comprende la promozione. Certo è un lavoro lungo e ci vorranno anni per cambiare le abitudini mentali. Ora la FIV ha chiesto a ogni Zona di indicare una figura di Formatore che sia referente tecnico, credo siano destinati a confrontarsi con i direttori tecnici per iniziare a informare e creare una rete di soggetti per il “nuovo verbo”. Dovrebbe esserci un corso di 3 giorni a ottobre. Quanto alle Zone, tornano di nostra competenza i primi ingressi degli allievi istruttori.
In generale direi un buon inizio, anche se spesso c’è uno stop-and-go su certi argomenti pratici, alcune cose sono decisamente ok, su altre aspettiamo risposte. Questo stato per quanto mi riguarda, e sono un presidente di zona “navigato”, può durare fino all’autunno, non oltre. Poi bisognerà far quadrare i discorsi e risolvere le discrepanze con le Zone.

Pietro Sanna (III Zona)
Io sono nuovo, quella che si chiama “new entry”, quindi non posso valutare la nuova federazione facendo un raffronto con la precedente. Siamo in un periodo di grande attività, nel pieno della stagione, tutti i circoli stanno facendo i salti mortali per soddisfare le esigenze che derivano da regate e manifestazioni, e come Zona abbiamo il dovere di fornire risposte immediate a tali esigenze. I circoli elaborano attraverso i rispettivi direttivi le proprie strategie e i programmi. Come Zona siamo in mezzo: da una parte i circoli e dall’altra la FIV, possiamo dire che prendiamo “botte” da una parte e dall’altra... A parte le battute devo dire che i 40 circoli della III Zona confermano l’ottimo livello della vela in Sardegna, sia sotto l’aspetto degli atleti che dell’organizzazione, e questo è frutto del lavoro di chi mi ha preceduto. In questo week-end abbiamo 52 Ufficiali di Regata impegnati in tutta la Zona. Questo è un tema importante che interessa davvero tutti i circoli, e che le Zone hanno posto alla federazione: da un lato bisogna rimettere in discussione il modo di fare il calendario, e ripulirlo di certe regate “minori” o sociali; dall’altro bisogna facilitare il percorso di ingresso per diventare UDR e Istruttori, creare le figure dell’istruttore e dell’UDR di circolo. Credo che Croce abbia recepito questa esigenza fondamentale.
Dalla FIV per il momento non emerge niente di particolare: a parte il programma olimpico presentato a Ostia a marzo, altri indirizzi strategici non ce ne sono, quindi non ho troppi elementi per definire le prime impressioni. Ritengo che con una nuova dirigenza si debba attendere almeno la fine della stagione agonistica, per capire come intende la FIV del futuro il presidente Croce e il suo consiglio. C’è difficoltà, questo si, a comunicare, ad avere riferimenti in federazione, a parte la disponibilità del presidente stesso, che però non può essere tirato in ballo per ogni cosa. In tutta onestà bisogna anche riconoscere le difficoltà oggettive che l’impegno arduo di dirigere una federazione comporta.
Sui progetti giovanili, so che è convocata una riunione del consiglio il 21 e della consulta il 22 luglio, ma non ho ancora ricevuto l’ordine del giorno e gli allegati, per il momento si ragiona solo sul sentito dire, e non si puo’ parlare per “sentito dire”, quando leggeremo capiremo o chiederemo chiarimenti.

Alessandro Mei (IV Zona)
In questi primi mesi abbiamo fatto due riunioni della Consulta di tutte le Zone, a Ostia e Bari. C’è un buon collegamento tra i presidenti di Zona, e per quanto mi riguarda ottime comunicazioni con la FIV, gli uffici, i consiglieri. C’è comunicazione e coinvolgimento. Noi abbiamo anche messo in calendario un primo raduno giovanile zonale a fine luglio, con Pino Barbieri e Larissa Nevierov c’è un confronto aperto sullo sviluppo dei nuovi progetti. Siamo in una fase di definizione, come Zona abbiamo fatto una serie di proposte, alcune delle quali già attuate in Zona, per esempio la giornata dedicata alla “vela per tutti”, che a Genova stanno pensando di attuare a livello nazionale nei prossimi anni. Poi la convenzione con l’Università IUSM (Scienze Motorie), per la formazione di studenti in funzione di un possibile futuro da tecnici federali, e per collaborare con i nostri attuali tecnici. Entrambe queste iniziative del Lazio sono state anche accolte a livello nazionale. In cantiere abbiamo anche un corso di formazione per Istruttori e Giudici finanziato dalla Regione Lazio, che sottolinei anche gli aspetti della sicurezza e le tecniche del soccorso in mare.
Il progetto giovanile è un grande elemento di novità, il gruppo redigente si è incontrato spesso, anche a Pescara durante i Giochi del mediterraneo, noi andiamo avanti comunque a livello zonale: il 26 luglio abbiamo organizzato un primo raduno sul tema della “multilateralità”. E’ chiaro che prima avremo le linee del progetto e prima potremo adeguarci ad esse nei raduni, ma intanto iniziamo con i nostri criteri, cercando di captare le loro intenzioni. Secondo me, una volta definita la loro strategia a livello nazionale, dovranno aprire un confronto con le Zone, per capire nel dettaglio quanto e come è attuabile il tutto. Multilateralità vuol dire tutto e niente: ci vogliono barche, mezzi, risorse. Noi in IV Zona stiamo già bene, abbiamo le 555FIV, i catamarani giovanili, barche assegnate. Di sicuro è un percorso difficile, si parte praticamente da zero. La scelta è stata di ristrutturare un settore, riorganizzare tutto rispetto al passato, la filosofia è “far scoprire la vela”, e non solo per le attività agonistiche, ma sottolineandone i vantaggi dal punto di vista sociale, motorio eccetera.

Gianni Pellizza (V Zona)
Io ho prima di tutto una paura: che Carlo Croce, arrivato come risolutore della vela italiana, in realtà non sia il personaggio-chiave del nuovo sistema. L’ho sentito prima delle elezioni, mi aveva assicurato che mi avrebbe richiamato per parlare della Zona, ma non l’ho più sentito. La comunicazione tra Genova e la periferia, al momento, è un grosso problema, forse per la mancanza della segreteria generale. C’è un’altra cosa un po’ così: nel discorso di insediamento il presidente ha detto “quattro anni e passo la mano...” Non è il tempo che si dà uno che deve rifondare. Da qui i miei dubbi. Dopo 20 anni Sergio Gaibisso era oggettivamente debole, ma sostituirlo è arduo, e che Carlo Croce sia la soluzione è difficile da dimostrare: lo dissi allora e lo ridico oggi. Ciò non toglie la mia amicizia con tutti e la fedeltà alla FIV anche per i convincimenti e per l’esperienza: sono dirigente zonale dai tempi di Beppe Croce, il papà di Carlo, ero direttore giovanile, sono Istruttore dal 1971, ho fatto il I Grado con Mario Capio e Franco Ceresa, insomma sono nel sistema federale da quarant’anni. Anche per questo dico che certi accordi non scritti, certi agreement storici, non si dovrebbero violare. E invece nel caso dell’ex vicepresidente Gianfranco Busatti questa violazione c’è stata. Lo dissi a Croce subito dopo l’elezione: come Zona disapproviamo la non rielezione di Busatti, perché viola il patto “geografico”, sulla distribuzione delle cariche più importanti. Questi equilibri risalgono addirittura a Beppe Croce, in tempi nei quali il presidente di Zona era nominato da Genova, come un prefetto. Oggi è diverso, ma all’assemblea meno di 10 persone possono controllare e indirizzare il grosso dei voti.
A questo proposito, è tutto da vedere cosa succederà per le modifiche allo Statuto: chi fa le regole del gioco? Dobbiamo avere la massima attenzione, stiamo facendo le verifiche, è da vedere quali cambiamenti saranno proposti. Non so se tra un anno tutti la penseranno ancora allo stesso modo del dicembre scorso.
Il piano Under 16 mi ha favorevolmente impressionato, mi sono detto: “cominciamo a navigare”, ho apprezzato le idee di fondo. Certo, dopo l’entusiasmo c’è l’attuazione che è la fase più difficile, e comunque in V Zona nessuno è venuto ancora a spiegarci. A Bari si disse che a giugno sarebbero partite le iniziative verso le società, ma stiamo ancora aspettando. I Circoli sono senza Manuale dell’Allievo, senza Diplomini delle scuole vela, senza Regolamento di Regata, manca il materiale per lavorare. Ci è stato detto che avremmo avuto il Manuale dell’Allievo in CD, ma a inizio luglio ancora niente. Di positivo, invece, c’è la novità nel sistema degli istruttori di circolo, con l’autonomia alle Zone nel primo ingresso tra gli allievi istruttori.
Si è parlato molto di “economia”, in nome dell’economia si sono smantellate troppe cose costruite nel tempo in federazione, non ci sono più tante commissioni, gruppi di lavoro, organismi.

Fabio Colella (VI Zona)
I primi 6 mesi sono stati di attesa per noi delle Zone: è cambiato tutto, c’è stata la rivoluzione, siamo passati dalle certezze di un ventennio alle incertezze delle tante novità. Per lo più quello che si è mosso ha riguardato i piani alti, a livello di Circoli o di Zone si è recepito ancora poco. Noi sul territorio abbiamo bisogno di tante cose, le stesse che chiedevamo anche quando era presidente Sergio Gaibisso. Non ci servono regate, quelle sono anche troppe, ci servono più attenzione, più servizi, aiuti su problematiche quotidiane come il demanio, tanto per fare un esempio. Ci servono più raduni zonali o interzonali e meno nazionali. Un primo risultato a quanto pare lo stiamo ottenendo con il ritorno alla gestione zonale della formazione degli allievi istruttori, si tratta di piccole conquiste che facciamo riunione dopo riunione. Come Consulta stiamo facendo molte riunioni, assai più che in passato: credo questo dimostri che il Presidente Carlo Croce ha capito che senza le Zone non si va avanti, penso che lui tenga in conto le Zone forse anche più degli stessi consiglieri federali.
Il problema comunicazione sussiste, anzi si sono fermate alcune cose che erano appena partite negli ultimi anni. Io ero alla famosa riunione della Biblioteca, quando riuscimmo a varare la riforma del sito web federale, quello è stato il primo passaggio, ma noi in periferia abbiamo bisogno di pubblicazioni, materiale cartaceo e promozionale, per fare “marketing” in favore della vela, manifesti, volantini. Perché si è fermato tutto? Adesso io mi sto stampando da solo, e a mie spese, i manifesti della Scuola Vela, riprendendo quelli fatti dalla FIV due anni fa. Mi chiedo: cosa può arrivare in termini di beneficio diretto a un circolo sperduto a Sibari, dagli accordi con qualche tv satellitare? Meglio continuare a puntare sul progetto Velascuola. Noi in Calabria ci abbiamo creduto, abbiamo fatto il record del tesseramento, ma ora ci sentiamo un po’ abbandonati, il materiale non ci arriva, non mi pare siamo sulla buona strada...
C’è questa idea della FIV “leggera” come l’ha spesso definita Croce, senza gruppi di lavoro e commissioni, dove sono in pochi a decidere. Le commissioni secondo me erano un bene, erano la possibilità di contare qualcosa in federazione, di fare esperienze dirigenziali. Oggi come Zona ci sentiamo molto meno rappresentati, non contiamo niente in federazione, e non solo perché come è noto la scelta del consigliere è stata fatta senza il nostro consenso.
Il risparmio non può essere selvaggio: abbiamo un raduno Cadetti a fine luglio in Zona e la consigliera federale della giovanile non puo’ venire perché la FIV non le paga l’aereo.
Il progetto Under 16, per dire tutta la verità, non l’abbiamo ancora capito bene, nonostante abbiamo richiesto spiegazioni e informazioni. Aspettiamo una sua presentazione più dettagliata. Non siamo critici in modo preconcetto, anzi siamo aperti alle novità. Ridurre solo alle Zone l’attività giovanile non puo’ funzionare, ci vuole almeno una attività interzonale, con 2 o più regioni: solo in Zona non si cresce. E a questo proposito: teniamo d’occhio la tentazione di ridurre il numero delle Zone, con un processo di accorpamento: la forza della nostra federazione è nella sua capillarità sul territorio, più zone ci sono più la FIV è forte, altrimenti ci riduciamo come la Motonautica o altri sport, presenti solo in alcune aree e assenti in altre. Da noi, grazie al nostro impegno, l’assessorato al Turismo della Regione Calabria ogni volta che c’è da discutere un progetto chiama al tavolo la FIV. E’ importante per la nostra crescita, bisogna capire che la vela è turismo e che non c’è furturo senza questo legame, sarebbe un errore tremendo lasciare questo aspetto nelle mani di altri, per esempio la Lega Navale...

Ignazio Florio Pipitone (VII Zona)
Io sono la voce critica, sono sempre stato il “rompiscatole” anche nella precedente gestione, ma cosa dire adesso? Dal mio punto di vista, dalla Sicilia, la FIV è ferma, la FIV non c’è. A Genova stanno lavorando in pochissimi, una manciata di persone, e questo perché hanno ucciso le Commissioni, una stupidaggine perché il sistema poteva funzionare benissimo anche a costi ridotti. La gente doveva essere tenuta in considerazione, ci sarebbe stata una migliore distribuzione del lavoro, invece adesso quattro gatti vorrebbero fare tutto e il risultato è che non ci riescono. Molte cose sono ferme, il palazzo è fermo. E’ stato un errore restare senza segretario generale, in attesa di una figura ligure che era impegnata in altro. Sarà un anno di transizione, ma rischia di essere un anno perso.
La comunicazione FIV-Zone è fallimentare: noi non abbiamo idea di cosa stiano facendo. E’ inutile fare tante riunioni della Consulta, spendendo molti soldi, per non dire niente di concreto. Sul tema della rivoluzione giovanile, stanno facendo tutto i due mega-tecnici surfisti, di più non si sa, solo cose di cui “si parla”, come più soldi alle Zone e valorizzazione delle classi di interesse federale per favorire il passaggio anticipato di un anno dei migliori dall’Optimist. Questa è una cosa positiva, mi fa piacere. Ma ne vogliamo parlare, discutere? Nessuno sa niente e all’improvviso ogni tanto si sente parlare di “novità”. In Consiglio di Presidenza ci sono dirigenti bravi ed esperti con esperienza nell’amministrazione precedente, poi ci sono i nuovi che sono ancora un po’ spaesati, oppure tendono a strafare, a occuparsi di tutto, fare i tuttologi, spesso scavalcando passaggi e soggetti istituzionali. Bisogna rispettare i ruoli: il vicepresidente deve fare il vicepresidente, non convocare un seminario sul regolamento di regata. Insomma: siamo solo all’inizio, siamo tutti sulla stessa barca e quindi bisogna essere costruttivi e navigare, ma certe cose meritano approfondimenti critici. Come lo scandalo dell’articolo su un quotidiano economico che propagandava investimenti immobiliari in una località della costa Toscana sfruttando l’immagine FIV per un possibile centro federale che sarebbe sorto nella zona. Inammissibile. La vela è uno sport e un ambiente meraviglioso, ma troppo spesso ultimamente vedo in giro mancanza di stile, e questo non lo concepisco.

Raffaele Ricci (VIII Zona)
Prime impressioni? Si continua a lavorare sulla falsariga di prima. Due riunioni della Consulta delle Zone hanno tracciato cose che ci servono da vicino. Andiamo avanti, il punto lo faremo a primavera, finite le selezioni Optimist, i raduni eccetera, si chiude il semestre e si cercherà di capire lo sviluppo. In Zona ho fatto un aggiornamento con gli Istruttori sulla “multilateralità”, con docenti della Scuola di Scienza dello Sport del CONI, perché poco se ne sapeva. Sono state ore di seminario interessante, dal quale è stato tratto materiale su molti argomenti, compresa la responsabilità civile e penale dell’Istruttore o il doping giovanile: abbiamo dato tutto il materiale all’area tecnica FIV a Genova, come contributo della nostra Zona. Da ex allenatore di Atletica e Decathlon, questa “multilateralità” si è sempre saputa, si tratta di un discorso molto difficile ma stuzzicante. Noi dovremo lavorare con i giovani istruttori per impostare un cambio culturale, e questo si scontrerà con gli insegnamenti sempre seguiti nei corsi anche di I, II, III Livello. Nei precetti che si trovano nella dispensa inviata alla FIV ci sono pedagogia, psicologia, didattica dell’insegnamento, ci sono le idee e i sistemi di studiosi e scienziati, come il prof. Piero Incalza che preparò i migliori maratoneti azzurri, c’è una ricerca sulla multilateralità anche da docenti stranieri. L’abbandono dei ragazzi a 15 anni è un problema di tutti gli sport, non certo solo della vela. E la risposta sta nell’aiutarli prima possibile a capire “chi sono”, evitare di creare talenti inespressi. E’ un discorso lungo, richiede almeno due quadrienni di lavoro. Finora ci sono state accennate cose generiche, adesso aspettiamo gli sviluppi. Pochi giorni fa la FIV ci ha chiesto di indicare un coordinatore per Zona, poi ci sono i tecnici a lavoro nelle classi, spero che tra poco inizi il “tam-tam”. Una volta c’erano i “Formatori”, in 2-3 riunioni si decideva la strategia. Ora capisco che siamo nel pieno di un grande cambiamento, ma non può passare un anno intero. Per il dopo scuola vela sono fiducioso perché abbiamo istruttori super-preparati, e per la promozione vanno coinvolte di più le classi.
La federazione è una struttura che si basa sul processo elettivo: chi è eletto ha l’incarico di un organo federale e dobbiamo lavorare tutti insieme.

Pierluigi Ciammaichella (IX Zona)
Mettere insieme tutte le idee e lavorarci sopra: mi pare questo il procedimento che Carlo Croce e il nuovo consiglio sta attuando, costruendosi un’idea del futuro della federazione. Il problema è trasformare tutto questo in normative adattandole alle strutture organizzative federali e del CONI. Modificare un sistema che pure ha funzionato fino al 31 dicembre scorso è problematico. Ora siamo in un periodo di interregno, ci troviamo con nuove idee ma con una programmazione che risale allo scorso anno: CICO o Primavela sono state decise nel 2008, per esempio. Ma sotto c’è il disegno della federazione del futuro. Il 21 verrà presentato ai consiglieri federali e il 22 alle Zone il Piano Strategico Generale nella sua versione che riguarda le Zone, i Circoli, le Classi e per le attività Under 16. Dal 21 sapremo come è stato pensato da Carlo Croce e dai due Direttori Tecnici. Da quanto sappiamo è chiaro che le Zone avranno compiti completamente diversi, l’attività della preparazione dei velisti Under 16 sarà a carico loro. La periferia diventa territorio. E’ una sfida: se non raggiungi gli obiettivi prefissati non puoi prendertela con nessuno, nasconderti dietro a un dito. Dal 2010 se qualcosa non funzionerà la responsabilità sarà delle Zone, e questo carico comporta ovviamente la disponibilità di maggiori risorse per lavorare. Questo è il modello che si sta pensando: è giusto anche che in questa fase ci siano poche informazioni dettagliate: il 21-22 luglio questo piano non verrà approvato ma solo presentato, e si chiederà a tutti di esprimere il proprio parere, ci sarà spazio a possibili critiche, nei prossimi due mesi è giusto che circolino le osservazioni. Personalmente se il 22 non sarò d’accordo con qualcosa nel progetto, non starò zitto. Le problematiche non mancano: qui si rovescia completamente una organizzazione, perché se non si riesce a conservare i giovani all’attività vuol dire che non si lavorava bene. Da parte dei circoli che magari sottovalutavano la scuola vela, da parte degli istruttori che forse hanno caricato troppo certi giovani, da parte dei dirigenti che non si sono resi conto fino in fondo del valore istituzionale del CONI e di come la vela debba avere la dignità di sport come le maggiori discipline. Dal 2010 siamo tutti sulla graticola, già questo mi piace. Se è una sfida io dico: ci sto, mi prendo la responsabilità. Gli obiettivi sono quelli del sistema sportivo: Olimpiadi, Olimpiadi giovanili, Mondiali ISAF, Giochi del Mediterraneo. Il sistema che sta nascendo secondo me è più utile all’istituzione sportiva, rispetto al precedente, e può aiutarci a far diventare la vela più sport e meno passatempo. Molti dei nostri circoli sono “ottocenteschi”, abbiamo circoli cittadini che fanno “anche” un po’ di vela. E anche i dirigenti fanno altri lavori e si occupano di sport nel tempo libero. Altre discipline hanno già fatto il salto verso il professionismo o comunque sono in grado di valorizzare questo volontariato. Non critico la FIV degli anni passati, ma oggi lo sport è cambiato, oggi o entra il professionismo o si dedica lo stesso impegno dei professionisti. Altrimenti una federazione finisce per lasciare lo sport di vertice alle società professionistiche. E’ più giusto che la FIV si occupi di professionismo, e destini le risorse recuperate al territorio. Questo mobilita nelle Zone energie nuove e positive, allenatori giovani, programmi con medici, psicologi, tecniche nuove, ne abbiamo già qualche esempio.
La promozione dovrà addirittura aumentare, e Velascuola dovrà essere sempre il motore della federazione, magari ritarato secondo i nuovi programmi. Qui da noi solo 4 società hanno fatto oltre 600 tesserati, chi si muove con le scuole ha una accoglienza splendida, bisogna crederci. E sono certo che quando il segretario generale prenderà a operare, molti consiglieri potranno tornare a occuparsi direttamente di cose come, ad esempio, Velascuola.
E’ un progetto a lunghissima gittata, è il progetto dei prossimi quarant’anni... Ma dal 2010 ci sarà la prima verifica: da quell’anno sapremo se la direzione è giusta. Ma intanto, mi piace questa strada.

Carlo Ondedei (X Zona)
Mi sembra che ci sia da parte del nuovo consiglio una buona dose di rinnovamento. Alcune richieste della Consulta sono state accolte, almeno in parte, sul tema degli istruttori e degli ufficiali di regata. Bisognerà attendere ancora un po’, ma finora vedo segnali positivi, sono favorevole.
La comunicazione può migliorare, andrebbe rinforzata, anche tenendo conto che tutte le zone hanno un sito internet anche se un po’ farraginoso. Le cose possono sempre migliorare, ma onestamente non posso dire di aver riscontrato difetti, sia come Zona che a livello personale.
Sul programma Under 16 abbiamo una posizione di attesa: sto aspettando di sentire gli umori dei circoli. L’idea fa sempre parte del rinnovamento introdotto all’interno della federazione, mi sembra giusta e valutabile positivamente, anche se bisogna considerare che negli ultimi anni l’iniziativa Velascuola era andata benissimo.
Complessivamente tutta la nostra Zona è fiduciosa, abbiamo riscontrato anche un certo snellimento burocratico, visto che il consiglio ha sbloccato in breve tempo le pratiche di affiliazione che avevamo in piedi da un po’. E anche questo è un buon segno. C’è tanta voglia di lavorare, la carne al fuoco è molta, diamo tempo alla nuova federazione di prendere forma.

Maurizio Pavirani (XI Zona)
(in crociera tra le isole dalmate, 16 ore di navigazione da Cervia)
La prima impressione di questo nuovo corso è che è stato introdotto un elemento di programmazione strategica. Anche prima, soprattutto i Circoli si sforzavano di avere una programmazione, ma ora questo concetto è più inciso. Adesso cercheremo di declinarlo a livello della nostra Zona, per farlo il primo problema è capire esattamente gli obiettivi e quali attività portare avanti. Le rivoluzioni “epocali” sono rare e traumatiche, le proposte nuove non dovrebbero mai essere disgiunte dal passato: da noi i Circoli e la Zona hanno sempre lavorato tanto e con successi organizzativi, ma si sentiva la necessità di progettare. Io vengo dall’esperienza del circolo di Cervia col quale abbiamo fatto un progetto pluriennale che ha dato ottimi risultati: oggi abbiamo un buon gruppo di soci e squadre agonistiche che sono un punto di riferimento. La programmazione paga: è importante applicarla secondo le esigenze di ciascuna Zona.
Per quanto riguarda il progetto Youth o Under 16, cominciamo col dire che le cose del passato che funzionano non vanno abbandonate, saremmo degli incoscienti. L’Optimist ha una attività che funziona bene, è capillare e diffusa, è uno strumento per portare la gente in mare e la classe ha un’ottima organizzazione. Di ciò non va buttato via nulla. Quello che mi è piaciuto del nuovo progetto è la possibilità di offrire altre esperienze ai ragazzi, abituarli a stare nell’acqua, a giocare (il gioco è competitività), non agganciare alla naturale voglia di sport dei ragazzi elementi di esasperazione da parte dei circoli o delle famiglie. La tendenza all’agonismo deve maturare spontaneamente. Non stiamo interpretando questo progetto come un progetto di “divieti”, ma di “indirizzo”. Lo scopo è allargare la base.
Il 26 giugno è venuto da noi Paolo Ghione e abbiamo approfondito il progetto, è stato utile anche perché alcuni istruttori non avevano capito bene, ne dobbiamo parlare molto e ci si deve lavorare. Tornando al passato, quello che noi a Cervia abbiamo fatto non aveva un indirizzo nazionale, invece chi volesse partire oggi ha il vantaggio di avere una linea cui ispirarsi. Le risorse e le barche saranno spostate dall’attività Under 16 alle Zone. Noi aggiungiamo anche che stiamo aprendo un dialogo con le Istituzioni, la Regione, le Provincie e i Comuni, per far accreditare e riconoscere la vela tra gli sport da seguire. Certo c’è tanto da lavorare, ho dovuto ribaltare il mio concetto di partenza: pensavo a una Zona “leggera” in cui spronare i Circoli a lavorare, ma ora con il piano Youth dovremo organizzare le squadre regionali. C’è bisogno di più comunicazione.

Enrico Zaffalon (XII Zona)
Preferisco soprassedere e non rilasciare dichiarazioni.

Giorgio Brezich (XIII Zona)
(in regata al Mondiale Master Snipe a Trieste)
Secondo me le cose sono cambiate parecchio, ed è quindi giusto prevedere tempi di assestamento. Le intenzioni mi sembrano interessanti, poi saranno da verificare le cose realizzate. C’è una maggiore determinazione a mettere in pratica le decisioni, mentre prima c’era una tendenza al compromesso. C’è sempre l’annoso problema tra volere e potere, ma il desiderio e la buona volontà di partenza ci sono.
Questo nuovo indirizzo sulla gestione dei giovani è una delle cose interessanti, ora si tratta di vedere come sarà gestito, come saranno realizzati i progetti tecnici. Si dice che noi Zone dovremo occuparci dei giovani. E’ corretto e realistico: ma come? Quali saranno le leve per far funzionare il tutto? A Bari alla riunione della Consulta sono state prospettate maggiori risorse per le Zone, con criteri differenziati e non basati solo sul tesseramento, ma anche sull’attività giovanile e altri parametri.
Secondo me siamo in una fase ancora embrionale, appena abbozzata, ed è giusto che in questa fase siano a lavoro solo poche persone. In seguito, fatta l’impostazione e chiarita la cornice in cui muoversi, sarà necessario il coinvolgimento di tutti, Zone e Circoli, a quanto pare auspicato e gradito anche dalla stessa dirigenza federale. L’idea è di fare altre 3 Consulte entro l’anno, per continuare il processo di conoscenza dei nostri programmi e delle nostre idee. E’ importante dirsi tutto: quando faccio una osservazione critica non è solo antagonismo o voglia di ostacolare un processo, ma è necessario inserire input diversi da quelli iniziali, per aiutare e far capire le peculiarità della periferia federale. Questa dirigenza è eletta per quattro anni ed è giusto al di là di tutto lavorare insieme ciascuno secondo le proprie capacità. Raffaele Ricci come responsabile della Consulta delle Zone sta facendo un ottimo lavoro, lo scambio via email è veloce e produttivo.
Credo che le scuole di vela si stiano modificando nel tempo, almeno per l’esperienza dei Circoli della mia Zona. Oggi entrambi i genitori lavorano assai più che in passato, per questo la scuola vela è visto come un parcheggio estivo dei figli. L’approccio è diverso, la nostra utenza aumenta e questo amplia la base su cui lavorare, alla fine abbiamo maggiori probabilità di trovare giovani che proseguono l’attività. In precedenza avevamo meno base ma più motivazione. Poi c’è la promozione, e per quella è stata creata VELASCUOLA: purtroppo non è stata capita dai Circoli e dalle Zone, noi abbiamo un paio di scuole che lo fanno con ottimi risultati, le altre si scontrano con altri problemi e con altri sport.
Ci sono tre cose da valutare: 1) il cambio “epocale” della dirigenza, 2) la mancanza del segretario generale, 3) i Giochi del Mediterraneo. Questi tre elementi hanno condizionato l’attività del Consiglio Federale. E’ vero che c’è stato un cambiamento persino esagerato, ma credo che in questo modo sia più facile il vero rinnovamento: se si procede per gradi spesso i nuovi sono fagocitati dai vecchi e il cambiamento non avviene.

Domenico Foschini (XIV Zona)
C’è un po’ di incertezza. Si pensava di essere più partecipi, anche dopo la riunione di Bari. Avevamo anche chiesto una cosa simbolica: non essere più definiti “periferia” (da commissione periferica, ndr), visto che in fondo siamo l’emanazione diretta della FIV sul campo. Servirebbe magiore comunicazione, che non è mai stata tanta anche in precedenza. Oggi alcuni settori comunicano di più e sono più attivi, altri meno. Comunque quando ho chiesto qualcosa ho avuto risposta.
Su questo progetto “multilaterale” non sappiamo molto, ma il 22 luglio a Genova ci dovrebbe essere una presentazione, stiamo aspettando l’invito. Sinceramente, senza fare polemica, i nuovi dirigenti federali si sono trovati a fare fatica. Comprensibile: anch’io in Zona ho faticato, ho avuto molte critiche, nessuno ha la bacchetta magica. Comunque prima di criticare lasciamo lavorare e poi potremo verificare.
In Zona nel preparare questo raduno “multilaterale” abbiamo incontrato problemi ad avere le barche dai cantieri, tranne l’O’pen BIC, e gli RSFeva e RSTera in uso. Anche la Negri ha dato dei Laser Bug a Torbole, ma ci mancano i catamarani, su questo la FIV dovrà darci una mano in qualche modo.
Il nostro programma in Zona va avanti, abbiamo ottimi risultati dal consorzio di circoli sul programma della classe 420, che dal 2000 ha portato successi sportivi e un vivaio di atleti che stanno anche diventando tecnici, adesso vorremmo inserire anche il 29er nel consorzio. I Laser vanno avanti da soli, forti del fatto di essere una classe comoda per genitori, circoli e allenatori. Guardiamo un po’ a tutte le nuove classi giovanili, come quelle citate in precedenza, ma l’Optimist resta la scelta migliore per un certo tipo di attività e fino a una certa età.
C’è un po’ di delusione per la questione della normativa istruttori: a Bari c’erano state dette cose poi non mantenute con il rischio di aver sprecato 5 ore di riunione. Infine, è sempre aperta la questione della “scissione” alla quale stanno ancora lavorando gli amici trentini, sulla quale vorremmo capire da che parte si pone la federazione.

Carlo Alberto Zerboni (XV Zona)
Le prime impressioni sono abbastanza negative, anche se l’anno è iniziato con molte speranze di un rinnovamento vero che aspettavamo da qualche tempo e speravamo di poter ottenere. Invece oggi la situazione è d’acqua stagnante. Non si muove niente e nessuno. Mi è capitato di fare delle richieste e di non ottenere una risposta. Credo che una risposta, anche negativa, sia dovuta se un dirigente locale scrive una lettera, almeno per educazione. Riscontro anche una generale mancanza di conoscenza. I nuovi dirigenti hanno fatto un bel “can-can” elettorale, hanno ottenuto ampia fiducia perché tutti si aspettavano un rinnovamento ed erano d’accordo sulla necessità di questo rinnovamento, ma alla fine quello che si è fatto è dare mandato a persone che non sanno cosa è la vela, cosa c’è dietro il nome FIV, cosa fare e quali le esigenze del nostro mondo. Non fanno altro che rimandare, non rispondere, non prendere decisioni.

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