domenica 31 maggio 2009

Bene bravo bis


Ecco una notizia attesa da almeno un anno: << (29.5.2009) La Federazione Italiana Vela ha definito un accordo di coproduzione con la Web Tv Sailing Revolution per la copertura in streaming dei principali eventi 2009 riservati alle classi olimpiche. Da oggi fino a martedì 2 giugno, collegandosi al sito www.sailrev.tv, sarà possibile seguire i Campionati Italiani Classi Olimpiche (www.cico2009.it) in programma a Cesenatico.>>

Avevamo appena dato la good news dell’apporto di un professionista del video come Luca Negro (ottimo lavoro a Riva del Garda) che da qualche direzione arriva una raffica a scompigliare tutto. Cosa succede? Dalla notizia, alla lettera: Coproduzione: “Uno o più soggetti fornisce ad un altro soggetto una partnership di tipo organizzativo o operativo per la realizzazione del progetto. Va oltre l’erogazione di un servizio, c’è un coinvolgimento diretto nel progetto (condivisione delle caratteristiche, degli scopi, degli obiettivi, dell’impostazione), dà luogo a benefici sul piano della visibilità e dell’immagine, può essere gratuita o con il rimborso delle sole spese vive o con un trattamento economico quantificato”. Streaming: “Trasmissioni video trasmesse via Internet. In questo caso le immagini (compresse) vengono inviate dal server direttamente una dietro l'altra ed immediatamente scompattate e visualizzate dal computer. Esistono altri metodi (non streaming) attraverso i quali i file vengono prima scaricati sul server, poi scompattati e visualizzati. Lo streaming video rende quindi possibile anche la visione in diretta”.

In pratica, la FIV (Federazione Italiana Vela, quella che non ha una lira, ha ereditato buchi in bilancio, taglia i raduni giovanili, i gruppi di lavoro e già che c’è le riunioni di consiglio, pur di risparmiare) ha concluso un accordo con una one-man web tv (Sailing Revolution, la cui costola tv si chiama Sailrev) che da poco più di un anno trasmette sulla rete filmati di vela, per “coprodurre” e trasmettere “in streaming” gli eventi 2009 della vela olimpica. Più direttamente, la proposta è stata fatta dal suo direttore Luca Bontempelli direttamente al presidente federale Carlo Croce, che ne è stato entusiasta. Vedremo quanti frutti (e quante dirette) arriveranno alla FIV da questo accordo entusiasmante, di sicuro intanto i frutti arrivano al coproduttore, che corona con questo accordo una lunga rincorsa iniziata già con il precedente presidente federale Sergio Gaibisso. Comprensibile: far quadrare i conti di una web-tv non è facile ed è legittimo cercare accordi che forniscano aiuti.

Tre noticine per inquadrare meglio il fatto.
1) La FIV paga già profumatamente un Nuovo ufficio Stampa, strano che delle sue prestazioni non faccia parte la produzione video (come avvenuto finora).
2) La FIV ha un accordo di cessione in esclusiva alla RAI dei diritti delle immagini dei principali eventi velici 2009: qualcuno ha verificato che questo nuovo accordo sia compatibile con esso?
3) Gran parte dei consiglieri federali non sapeva dell’accordo (se ne è fatto cenno solo in un Consiglio di Presidenza). Ennesimo brillante esempio di trasparenza e collegialità.

venerdì 29 maggio 2009

CICO, tutti insieme appassionatamente. Per l'ultima volta?


Definiti la mini-Olimpiade della vela tutta italiana. Da quattordici edizioni un evento unico in una località unica, per tutti i campionati italiani delle classi ammesse ai Giochi. Un’occasione per sperimentare capacità organizzative, per sviluppare conoscenze tecniche e amicizie tra equipaggi avvicinando i giovani ai team di vertice o agli ex componenti di squadre olimpiche, per aumentare la visibilità del settore. Ecco il dettaglio con tutte le edizioni dei Campionati che assegnano alcuni tra i pochi titoli di “campione italiano” della vela.

Si inizia nel 1994 sul grande lago con Olympic Garda; quindi nel 1995 tocca a Venezia (condizioni simili a Savannah, si disse...). Poi 1996, Palermo, e 1997, sul lago di Como mezzo allagato, l'edizione del diluvio. Dopo il 1998 a Napoli, con il Match race Soling sotto al Castel dell'Ovo, nel 1999 si riempie la Costa Etrusca (Follonica-Punta Ala). Il 2000 è la volta di Cagliari, come sempre grandi regate. Nel 2001 tutto il circo prende il traghetto e invade l'Isola d'Elba, ogni sera grandi cene in una piazza diversa. Ritorno in Adriatico nel 2002, per la sontuosa organizzazione di Cervia, seguita nel 2003 dalla tradizione di Trieste. Nel 2004, prima di Atene, tocca a Imperia coinvolgersi alla grande. Poi nel 2005 si vola lontano, a sud: Marsala in Sicilia, una regione si stringe intorno alla vela tricolore. Nel 2006 il primo "bis", con il ritorno a Napoli, nel 2007 si torna anche sul Lago di Como, organizzatissimo, e nel 2008 ritocca a Venezia, che mette tutti nel mega-camping del Cavallino e seleziona un certo Diego Romero per i Giochi di Pechino 2008... E quest'anno? Da domani a martedi 2 giugno tutta la scena della vela olimpica e i titoli italiani vanno in onda sul palcoscenico della riviera romagnola, a Cesenatico. www.cico2009.it.Tanti circoli consorziati, risorse pubbliche, tante barche e concorrenti, un logo e gli eventi collaterali.

I CICO sono durissimi da organizzare e da assegnare, ma restano bellissimi. Un patrimonio dell'organizzazione dell'attività della FIV da quindici anni. Spesso sono messi in discussione, c'è sempre chi vorrebbe tornare a disputare 10 o 11 campionati italiani, uno per ciascuna classe olimpica, in località diverse. Anche nella Nuova FIV non manca chi sogna di partire in contropiede e proporre al Consiglio di abolire i CICO. Speriamo di no.



(Nella foto in alto: bandiere di tutte le classi nei pennoni del CICO 2008 a Venezia. Qui sopra: Diego Romero e Fabian Heidegger, laserista e windsurfista, sulla spiaggia dei CICO a Venezia: lo scambio culturale e l'incontro tra gli atleti e gli azzurri è facilitato dalla riunione di tutti i campionati in un'unica sede)

giovedì 28 maggio 2009

Spies Wanted!


Questa è troppo simpatica. Vengo a sapere che in federazione (nella Nuova FIV, intendo), qualcuno ha avviato un sorta di ricerca di "intelligence", volta a individuare la "spia" che ha rivelato i contenuti della riunione tenuta a Genova sabato scorso con le Classi, e raccontata in questo blog nel post intitolato "L'agonismo logora chi non ce l'ha". Capito? Mica solo la coppamerica ha lo spionaggio. C'è anche chi crede che nel 2009 un giornalista specializzato basi i suoi resoconti su misteriose, e quasi fraudolente, soffiate. Al punto da avviare una indagine telefonica tra i partecipanti alla riunione. Immagino il disagio degli amici incaricati della delicata ricerca, e corro in loro soccorso: inutile cercare, sono tutte spie. Io, infatti, ho parlato (parlavo e parlerò) semplicemente con tutti. Una cosa alquanto normale per uno che fa il mio lavoro, è nella Vela dal millennio scorso e non ha bisogno di password o rassegne stampa per sapere le cose perchè conosce tutti. Si, proprio così: tutti. E adesso?

mercoledì 27 maggio 2009

Cambio cambio cambio, di mentalità...



Chiuso il sondaggio sull'Optimist troppo agonistico. I risultati parlano chiaro: alla domanda se l'attività Optimist sia agonisticamente troppo esasperata per i giovani, su 56 votanti, 27 (il 48%) hanno risposto SI, 13 (il 23%) hanno risposto NO, e 16 (il 28%) hanno risposto che l'attività "va regolata un pò". La discussione ferve ed è solo all'inizio, ma la maggioranza è netta: troppo stress per i piccoli Optimisti di oggi, e non va bene.

L'argomento è una minima parte di un processo di mutazione che, volenti o nolenti, coinvolgerà la vela, giovanile e non, italiana e non, negli anni a venire. Anzi la mutazione è già in essere. Se il mondo delle regate Optimist, ma anche di altre classi giovanili, si è sviluppato fino a dover essere definito "esasperato" o "stressante" per baby-atleti di 9-10-12 anni, il fenomeno ha origini lontane e mondiali. A guardare bene, gran parte degli sport a livello giovanile soffre da anni della tendenza alla ricerca prematura del campione, da coltivare sempre più giovane, al punto che siamo arrivati a organizzare le Olimpiadi giovanili (Singapore 2010, prima edizione). Di più: insegnare ai giovanissimi sempre più cose e sempre prima, coinvolge sport ma anche arti, mestieri, discipline, come sanno bene tutti i genitori (stressati a loro volta). E' il mondo, baby. Impossibile da cambiare. Forse.

O forse, provare a cambiare (almeno un po') è possibile. Premesso che sul palcoscenico non sta andando in onda un referendum pro-o-contro l'Optimist (piaccia o no, la barchetta funziona alla grande), torniamo sul Grande Progetto (nome in codice "Youth", tanto per anglosassonizzarci subito) che la FIV sta preparando sul tema della vela giovanile.

Chiariamo subito che il progetto Youth che la Nuova FIV ha in cantiere non attiene alla promozione della vela, nè alle scuole di vela, ma riguarda il "percorso" e il "reclutamento" tecnico di giovani velisti finalizzato al loro approdo sulle classi della Vela Olimpica. Così inquadrato, e pur nelle sue linee generali che sono state anticipate in queste settimane, il progetto resta comunque un bel salto, una novità profonda. "Non è un lavoro semplice, e non sarà breve, ma dobbiamo arrivare a un cambio di mentalità", è l'idea di Pino Barbieri, decano dei consiglieri di presidenza FIV e responsabile del Settore di competenza. "Il progetto mi sta impegnando a fondo, ci crediamo molto, è un tentativo che va fatto - continua Barbieri, che nel precedente quadriennio si è occupato con ottimi risultati delle Scuole Vela FIV - Troppo agonismo è riconosciuto anche dalla classe Optimist, e soprattutto va creata una "multilateralità" dell'accesso alla vela: i giovani devono provare più classi, singolo, doppio, tavole, multiscafi...dobbiamo creare prima di tutto dei marinai. Poi, dai 16 anni in su, chi avrà voglia, capacità e il fisico adatto, potrà specializzarsi con i nostri tecnici sul tipo di classe più adatto alle sue caratteristiche. L'importante è non specializzare un giovane a 12 anni".

Una rivoluzione "culturale", profonda, con argomenti interessanti, che per forza di cose coinvolgerà anche Scuole Vela e Promozione. Ma certo di lunga attuazione. "Un cambiamento del genere non si puo' fare con una Normativa - dice ancora Barbieri - Ci vorranno 4 anni e altri 4 per consolidarlo. Sempre che i riscontri siano positivi, e pronti a eventuali correzioni di rotta. In questa fase siamo alle linee teoriche. Ora viene il difficile, inserire i contenuti, gli aspetti formativi, i piani di fattibilità...la "creatura", cioè il progetto scritto, si vedrà non prima di 2 mesi. Per quanto riguarda l'attuazione - conclude Barbieri - è prevedibile che ci sarà più carico sulle Zone, braccio operativo del progetto, e quindi più risorse destinate a loro. Ma la FIV manterrà il controllo e l'indirizzo tecnico-politico".

Buon lavoro Pino, Anna, Luca e Paolo... Non sarà facile nè indolore, ma apprezziamo lo sforzo e da oggi aspettiamo fiduciosi gli sviluppi. Intanto continuiamo a ritenere: 1) che il progetto avrebbe dovuto fondarsi dall'inizio su un forte radicamento e coinvolgimento della base periferica (visto che toccherà a loro applicarlo), col vantaggio di nascere già arricchito dai consigli e dalle esperienze di chi la formazione dei giovani velisti la vive ogni giorno da decenni; 2) che il continuo riferimento a modelli anglofili sia fuorviante perchè siamo in Italia, in Mediterraneo, figli di mamma, e darwinianamente diversi dai sassoni; 3) che la multilateralità, ormai ampiamente adottata dalla Scienza dello Sport e anche applicata alla vela, così come il necessario riferimento al "gioco" per i bambini più piccoli, è un concetto da applicare nei tempi giusti e limitato alle fasi di approccio giovanile, perchè per ottenere prestazioni agonistiche è necessaria la specializzazione; 4) che le Zone, e ancor più i Circoli, vanno preparati per tempo, in strutture e mentalità, e non si puo' pretendere che siano in grado mettere in pratica da subito le novità; 5) che il "mondo Optimist" non va demonizzato e deve restare, con i necessari aggiustamenti, la grande risorsa che è oggi per la vela giovanile in tutto il mondo, sia dal punto di vista tecnico che umano per le competenze e le professionalità che esprime; 6) che bisogna considerare attentamente il rischio che la nuova impostazione sia praticabile solo da Circoli e strutture "ricche", e quindi escluda dallo sviluppo le realtà più piccole ed economicamente deboli.

La strada è lunga, ma mi piace. Perciò parliamone, senza paura, la trasparenza è questa.

martedì 26 maggio 2009

FIV, se ci sei batti un colpo (anche due)



Dal vocabolario della lingua italiana: COMUNICAZIONE, sostantivo femminile.

"Partecipazione ad altri, per scritto o a voce, di notizie, di determinati fatti, situazioni o propri stati d'animo; Comunicazione di massa: diffusione e propagazione collettiva di notizie, avvenimenti, documentari per mezzo di radio, televisione, giornali, ecc. (l'espressione talora è adoperata in luogo di mass-media). L'essere in collegamento, in contatto. Con riferimento al mezzo o al servizio che assicura il collegamento tra due località distanti. Possibilità di comunicare attraverso la linea telefonica, conversazione telefonica. Trasmissione di un movimento, di una forza attraverso una serie di passaggi o di collegamenti."

La FIV non comunica più. L'assenza di informazione soprattutto all'interno è una delle carenze più vistose di questi primi mesi, che peraltro hanno visto interessanti movimenti sulla preparazione olimpica, la vela giovanile, i centri federali, le Zone, l'amministrazione. Tutte cose che abbiamo raccontato da questa mini-tribuna (affollatissima, thanks) e che invece non hanno trovato che minima eco da parte dei potenti mezzi di comunicazione federale. Praticamente tutti i Settori hanno dato segni di vita, tranne quello intitolato "Promozione, Immagine e Comunicazione". Che peccato, che spreco.





Ho chiesto (e confido di avere presto) un'intervista al nostro Presidente Carlo Croce, da offrirvi a corredo del previsto check-up per i primi 200 giorni della Nuova FIV. So anche che il Presidente ha in animo di fare un intervento proprio per fare il punto sulle attività federali, in occasione dei prossimi Campionati Italiani delle Classi Olimpiche (Cesenatico 30 maggio-2 giugno, noi ci saremo).




In attesa, i numeri dicono che dal 1 febbraio a oggi (115 giorni) la "comunicazione FIV" ha emesso 11 comunicati stampa, mentre il sito web, affidato a bravi ragazzi che lavorano negli uffici federali, ha prodotto molte notizie dai vari comunicati stampa e dai campi di regata. In compenso è stata tagliata (si dice in attesa di qualcosa di "nuovo": ma allora è una fissazione!) la Newsletter, appuntamento settimanale per oltre 10mila utenti del sito web federvela.it. Niente di che, per carità: solo una foto-titolo carina e appassionata, e una selezione dei contenuti del sito. Sempre i numeri, dicevano che era gradita. Oggi è sparita. Ve la ricordate? Tra questo testo ne avete qualche esempio, magari vi viene voglia di chiedere alla FIV di ripubblicare questo piccolo e gratuito strumento...





(Se ve lo siete perso, fuori e dentro la FIV): Idee per la Comunicazione FIV 2009-2012



E da ultimo (sotto) questa copertina, preparata ma mai pubblicata.



PS-Se ricordare i bei tempi e le belle cose fatte con passione per la Vela e per la FIV è autocelebrazione (come qualcuno ha scritto), allora si: mi sto autocelebrando.

lunedì 25 maggio 2009

Jessica, ma papà ti manda sola?



Nella placidezza mediterranea della nostra Italia si discute se a 12-15 anni sia troppo stressante per un giovane fare regate in una vasca da bagno chiamata Optimist, intanto nel resto del mondo (anglosassone) sentite cosa accade...

Jessica Watson, Australia, ha 15 anni e ha annunciato che a settembre spiegherà le vele per un giro del mondo tutta sola, che batterebbe il record del più giovane circumnavigatore velico del globo in solitario. La minorenne ha il supporto dei genitori, a cominciare dal papà Roger che si è licenziato per aiutarla a preparare l’impresa. Ma altri si oppongono: come John Morrissey, dell’Australian Family Association che vede troppi rischi nel progetto di Jessica: “Ho insegnato per oltre 40 anni a giovani adolescenti, e non credo sia un’età che consenta tanta solitudine. Tanti giorni nell’isolamento del mare, possono essere affrontati da persone che a 50 o 60 anni hanno la maturità necessaria. Spero che i genitori ci ripensino e le impediscano di tentare”. “E’ da irresponsabili”, ha rincarato Bill Muehlenberg, segretario del Family Council di Victoria. In soccorso di Jessica arriva però Jesse Martin, che detiene il record per il giro del mondo più “giovane”, compiuto nel 1999 a 18 anni: “E’ una sua scelta, lei è la sola che puo’ prendere la decisione”. Anche papà Roger è deciso ad andare fino in fondo: “Chi oggi la critica dovrebbe venire qui e incontrare Jessica: sono sicuro che cambierebbe idea”. Le è tranquilla e ha una missione: “Vorrei ispirare tante altre ragazze a scegliere il mare e la vela”, ha detto a Brisbane a metà maggio, al varo della sua barca, il 10 metri “YoungestRound” donatale dall’avventuriero Don McIntyre. Lo start da Mooloolaba a settembre.

giovedì 21 maggio 2009

Grazie di blog (2 mesi)


Questo blog è online da circa due mesi e voglio ringraziare tutti coloro che scrivono mail, inviano messaggi, partecipano ai sondaggi, discutono di questi argomenti anche fuori dalla rete. In sessanta giorni si è raccolta una piccola straordinaria comunità intorno a questo sito "con i riflettori accesi sulla FIV". L'unico, di questi tempi. Un amico, un personaggio forte della nostra vela da anni, recentemente mi ha scritto via mail una cosa bellissima che chiudeva con "Continua con serietà, rimani l'unico riferimento". Grazie di cuore, anche se a pensarci non è propriamente una bella notizia. Per me è un onore restare "al servizio" della Vela e della FIV" facendo il mio mestiere. Senza rancore, solo per l'importanza di informare e raccontare, liberamente e serenamente.

lunedì 18 maggio 2009

L'agonismo logora chi non ce l'ha



Riunione a Genova, sabato 16 maggio, dei Segretari delle Classi di Interesse Federale e (nel pomeriggio) delle Classi Olimpiche. Non una riunione qualunque, di routine: un altro passo della Nuova FIV verso la sempre più ventilata, temuta, chiacchierata, ma non meglio chiarita e ancor meno dettagliata, "rivoluzione" che potrebbe riguardare il settore della vela giovanile Under 15. Un incontro esplorativo, per sentire le impressioni delle classi sulle (possibili) novità.

Si parte dalle ormai note premesse: A) l'attività agonistica, soprattutto nella classe Optimist, si è esasperata troppo, al punto da creare un percorso formativo sbagliato, con problemi psicologici e fisici che sono alla base della grande dispersione di giovani nel dopo-Optimist; B) per diminuire la tensione agonistica la Nuova FIV pensa di eliminare le attività internazionali (trasferte e squadre ufficiali, allenatori) e quelle tecniche nazionali (non più raduni giovanili); C) le risorse risparmiate andranno redistribuite alle Zone, per una attività giovanile che si immagina dunque più regionale e meno impegnativa.

Non è stato detto molto di più, anche se sono circolati documenti sui perchè della dispersione giovanile, ipotesi su come selezionare i giovani velisti dai 16 anni in poi per avviarli alle classi olimpiche, voci insistenti su un'allerta dell'antidoping federale per l'aumento dell'uso di farmaci diuretici (per diminuire peso) o peggiori, anche tra i giovanissimi. Un dato allarmante sul quale diventa imperativo fare chiarezza.

Le Classi non sono state colte di sorpresa dall'anteprima del progetto. In questo caso a descriverlo sono stati i due Direttori Tecnici Luca De Pedrini e Paolo Ghione, che per amicizia e qualità dell'impegno e dei risultati non si discutono, ma che in questa veste sembrano francamente un po' buttati allo sbaraglio, e non adeguatamente supportati politicamente. Come prevedibile, dalle stesse Classi non sono arrivate reazioni smodate (nè entusiasmo nè scetticismo), e tantomeno suggerimenti: permane in tutti il clima di vigile attesa. Inevitabile, visto che l'intero progetto continua a essere, per il momento, solo un insieme di premesse e parole d'ordine, privo di dettagli e programmi concreti. Come spiegato a Bari alla Consulta dei Presidenti di Zona, il progetto dovrebbe acquisire entro luglio una veste più completa ed essere presentato al Consiglio Federale (meglio se con qualche settimana di anticipo, per esaminarlo e valutarlo, non magari a 24 ore da una conferenza stampa, come accaduto per la preparazione olimpica). Fin qui la notizia, nuda e cruda.

Commenti e reazioni, che pure abbondano, per il momento (un breve momento) li lasciamo da parte. Con una sola eccezione: di metodo. Un processo di cambiamento così radicale come quello che riguarda un settore decisivo quale la Vela Giovanile, non puo' essere promosso e fatto avanzare senza la minima comunicazione all'esterno (divenuta una inquietante costante negli ultimi tempi), ma soprattutto senza un reale, profondo, programmato e condiviso, coinvolgimento delle strutture periferiche della FIV, la vera spina dorsale lungo la quale passa - per 300 giorni all'anno - la promozione vera della vela ai giovani, l'attività delle scuole e degli Istruttori, degli Allenatori e dei Formatori: i 15 Comitati di Zona e soprattutto i 700 Circoli Affiliati e i loro Direttori Sportivi e Direttori Giovanili. La frontierà, la realtà, è laggiù. Non al 16° piano di Corte Lambruschini.

sabato 16 maggio 2009

Pino Zucchinetti, buon vento per sempre



Ahi quante perdite, quanti lutti, quanti dispiaceri. Ci ha lasciato anche Pino Zucchinetti (classe 1924), alassino doc, tra i primi campioni della vela del dopoguerra. Prima con i Dinghy 12 (erano i tempi del maestro d'ascia Settimin e dei duelli con Lillo Gaibisso), poi sul mitico Classe 5.50. Con questa barca, insieme ai fratelli Domenico e Antonio Carratino, giunse fino alle Olimpiadi del 1968, ad Acapulco in Messico: il loro Twins XIV concluse con un ottimo 5° posto. Velista vero, purosangue, uomo di "campo", sempre in mare, al suo circolo (fu a lungo presidente del CNAM Alassio), Zucchinetti è divenuto poi un riferimento tra i Giudici di regata per lunghissimi anni, chiamato ai vertici delle maggiori regate nazionali e internazionali. Personalmente lo ricordo alle mie prime regate, tra fine anni Settanta e metà anni Ottanta, imperare alle varie settimane veliche preolimpiche di Roma ad Anzio. E' stato anche un grande seminatore di passione e qualità sportive: sua figlia Roberta è stata un'ottima velista, prima con l'Optimist quindi sul Laser. Con questa classe ha vinto due titoli europei femminili nel 1991 e 1992, oltre ai campionati italiani. A Roberta Zucchinetti è stato assegnato il prestigioso Trofeo Beppe Croce nel 1993 a Portofino, negli anni d'oro del Trofeo Zegna, che oggi non c'è più. Sereno, discreto, capace, marinaio. Pino ce lo ricorderemo a lungo, buon vento per sempre.

(Il funerale sarà celebrato lunedì pomeriggio alle 15.30 nella chiesa Parrocchiale di Santo Ambrogio in via Mazzini ad Alassio)

(Nella foto: Pino con la figlia Roberta a Portofino)

venerdì 15 maggio 2009

Bari: la prima volta del (nuovo) Consiglio di Presidenza



Si è tenuto a Bari il primo Consiglio di Presidenza della Nuova FIV. Il 12 e 13 maggio, cinque mesi dopo l'assemblea elettiva di Genova a dicembre, per di più richiesto a gran voce dai Presidenti delle 15 Zone, che con la stagione ormai in pieno svolgimento hanno voluto sentire da vicino la voce dei vertici federali, avere indicazioni, fornire le loro richieste, sentire insomma che aria tira.

La Consulta dei Presidenti di Zona e il CDP si sono riuniti prima singolarmente, e quindi in sessione congiunta. Più che decisioni o delibere urgenti si è trattato di un punto generale su varie situazioni in progress. In particolare le Zone hanno chiesto (e ottenuto) una revisone della Normativa sugli Istruttori, segnatamente per la parte riguardante la formazione degli allievi e praticanti. Si è parlato parecchio anche del Grande Argomento di queste settimane: la gestione dei giovani Under 16, l'Optimist da affiancare con altre classi, l'idea che la FIV "lasci" a Zone e Circoli, quando non ai singoli, l'attività giovanile, senza più allenatori FIV o squadre FIV per i baby-velisti. Il tema è scottante, le ipotesi sul tappeto prefigurano una rivoluzione epocale, che potrebbe partire dal 2010. Circolano sempre i riferimenti al "modello anglosassone", alla opportunità di allentare l'attuale tensione agonistica sui bambini dell'Optimist, al fatto che i grandi obiettivi della FIV restino due: 1) Olimpiadi e 2) Mondiali ISAF Youth (dove, beninteso, non è che l'Italia abbia fatto proprio figuracce negli ultimi lustri). Se ne discute e se ne discuterà ancora, fino ad arrivare a un documento (che starebbe preparando la neo consigliera federale Anna Bacchiega, insieme ai Direttori Tecnici) che potrebbe essere sottoposto all'esame del Consiglio Federale (il prossimo sarà a luglio).

L'amministrazione pare aver superato la fase di emergenza dei primi giorni dell'anno, sta entrando a regime, e il CONI stesso ha ripreso una certa regolarità nei pagamenti. Anche i singoli Settori lavorano in autonomia: per esempio l'Altomare si preparara varare una revisione della Normativa (e si ventila l'adozione di una figura professionale per gestire la delicata questione della classificazione degli atleti), così come la Programmazione dell'Attività Agonistica sta valutando varie azioni correttive all'annoso problema dell'affollamento dei calendari. Sarà intensificata l'attività antidoping, anche a seguito della segnalazione di un anomalo aumento delle denunce di farmaci non consentiti (forse provocato dalla sua obbligatorietà all'atto dell'iscrizione), che è sotto il mirino dei competenti uffici federali.

ALTRA IMPORTANTE RIUNIONE SABATO 16 A GENOVA: DI SCENA LE ASSOCIAZIONI DI CLASSE

Quasi tutti i segretari di classe saranno in FIV sabato 16, per un altro incontro dal sapore simile a quello voluto dalle Zone: "fateci sapere" dove stiamo andando. Sarò interessante sentire come si sviluppa il dialogo, tradizionalmente dialettico ed evolutivo, tra le Classi che sono la spina dorsale dell'attività velica, è i vertici federali. Noi continuiamo a predicare, da parte di tutti, flessibilità. E per quanto possibile, vi daremo conto anche di questa riunione.

(Nella foto in apertura: è il 13 dicembre a Genova, l'assemblea ha appena eletto presidente e nuovi consiglieri. Croce li incontra per un breve saluto informale, rinviando un ventilato Consiglio Federale, tenuto poi l'8 gennaio)

Ciao Pierre, sulle vette spazzate dal vento che guardano gli oceani



Un grave lutto per il mondo della vela e della navigazione, la scomparsa di Pierre Sicouri, navigatore solitario, skipper oceanico, amante del mare e della montagna, aveva 54 anni. Lascia la moglie Paola Pozzolini e tre figli, tutti velisti. La vela italiana ha perso un grande personaggio, unico per il modo di concepire l’andar per mare in lunghe imprese e la vela come velocità. Da quattro anni Pierre lottava contro un male inesorabile, la sua è stata una sfida estrema, condotta con grande dignità e fino all’ultimo: solo 15 giorni fa aveva veleggiato sul suo lago in catamarano.

Pierre Sicouri è nato il 10 ottobre 1955, le sue imprese veliche sono strettamente legate a Giorgio Falck, con il quale sui vari “Guia” ha partecipato a ben 3 edizioni del Giro del Mondo in equipaggio Whitbread Around The World Race. In aggiunta, Sicouri ha anche al suo attivo 2 Ostar, la prima transatlantica in solitario, e oltre 20 traversate oceaniche in tutto il mondo. Pierre Sicouri era lo skipper del “Rolly Go” di Giorgio Falk alla Whitbread, ed era al timone nella manovra effettuata per recuperare Paolo Martinoni, caduto in mare vicino a Capo Horn.

Negli ultimi anni, oltre a partecipare ancora con successo a regate d’altomare - come la Quebec-St Malo insieme alla moglie Paola nel 1996, alla Roma per 2, vinta nel 1997 con Vittorio Malingri, il Giro d’Europa nel 1999, tutte con il suo trimarano “Spirit” - si è impegnato a trasferire la sua passione per la vela ai figli, con grande successo. Ha regatato per cinque stagioni sul catamarano Formula 18 insieme al figlio Raphael fino a vincere il Campionato Nazionale nel 2005, e ha seguito attentamente le figlie Silvia e Lara divenute nazionali azzurre del catamarano Hobie Cat 16, con il quale hanno partecipato al Mondiale ISAF in Austria nel 2007. Sempre col figlio Raphael aveva partecipato al campionato italiano delle classi olimpiche nel 2007 sul lago di Como.

Nel 1984 insieme alla moglie Paola Pozzolini, a sua volta skipper e navigatrice solitaria, ha scritto per Zanichelli un libro intitolato: “Navigare in oceano. Come e perchè attraversare le colonne d'Ercole raccontato dalla più famosa coppia di navigatori italiani”.

Di lui ha un ricordo speciale il consigliere di presidenza della FIV Angelo Insabato, catamaranista e velista dello stesso lago: “E’ una perdita immensa per tutta la vela italiana, per il Centro Vela Dervio, per le classi dei piccoli catamarani, siamo un po’ tutti orfani della sua grande personalità e della sua storia”.

Da “Racers. Storie di uomini con la velocità nel cuore”, un ricordo di Franco Pivoli, guardando il video del trimarano Spirit: “Qui eravamo sui 33 nodi, circa 60 chilometri orari. Stavamo navigando nelle Bocche di Bonifacio, con 50 nodi di vento. Li vedi? Ridono e scherzano, ma a questa velocità basta poco. Un sacchetto di plastica in mare e si sfascia tutto. E’ come ritrovarsi a 300 chilometri orari su una Formula 1 senza lo sterzo. Ma a quella velocità, le sensazioni...Ti senti in caduta libera, costantemente...Sei sempre sulla cresta dell’onda, come fossi in picchiata, con una barca larga 16 metri che pesa 4500 chili e ha un albero di 700 chili alto 30 metri...”

Addio grande Pierre Sicouri, navigatore della vita, che ha regalato emozioni e storie grandi a generazioni di velisti e non solo in Italia. Ci mancherà il tuo modo dolce e sicuro di navigare, di parlare e di affrontare tutte le tempeste. Pierre era anche amante della montagna e di Courmayeur. I funerali si terranno domenica 17 alle 15 presso la Società delle Guide Alpine in Piazza della Chiesa a Courmayeur, dove ha voluto riposare. Sulle vette spazzate dal vento che guardano gli oceani.



(In questa foto, Pierre con le figlie e la moglie a Neusidersee in Austria, al Mondiale ISAF 2006)

mercoledì 13 maggio 2009

ISAF, questa sconosciuta



AD AGOSTO IL CIO DECIDE SULLA UNDICESIMA CLASSE DELLA VELA. L'ISAF DICE: SE SARA' SI, TORNA IL TORNADO

Si è svolto in una coltre di silenzio, almeno in Italia, il Mid-Year Meeting dell'ISAF, la federvela mondiale. Non una cosa di poco conto: l'ISAF infatti si riunisce solo due volte l'anno, a primavera e in autunno. Eppure, nonostante una vicepresidenza italiana, la FIV non sembra considerare utile dare informazioni su questa riunione. Provvediamo noi.

Il meeting si è svolto a Varsavia in Polonia, dal 9 all'11 maggio. Ha coinvolto il Council, l'Executive Committee, l'Events Committee, L'Audit Committee e la nuova Olympic Commission, ed è stato introdotto dal presidente Goran Petersson. Tema scottante, la questione del reinserimento della undicesima classe ai Giochi di Londra 2012, come l'ISAF ha richiesto al CIO. Una risposta del CIO è attesa per agosto, e questo timing ha reso un po' anomalo il mid-year, costretto a prendere decisioni "in pectore". Le possibilità che il CIO si pronunci favorevolmente al reintegro dell'11ma classe nella vela non sono moltissime, anche se dall'ISAF c'è speranza. ma si fa sapere che sul tavolo di Losanna ci sono ben 32 richieste di eventi addizionali, da parte di 15 federazioni sportive internazionali, che porterebbero a un incremento di 815 atleti. Mentre il CIO lotta contro il gigantismo olimpico. Senza considerare che sempre il CIO ha intenzione di inserire due nuovi sport.

In attesa del fatidico agosto, la vela mondiale ha discusso e deciso la sua parte. L'Events Committee (al quale ha partecipato il rappresentante italiano, l'ex vicepresidente federale Gianfranco Busatti, che si era precedentemente consultato con il presidente Croce sulla linea politica italiana), ha prima respinto una submission australiana che proponeva di attendere la decisione del CIO; quindi si è espressa favorevolmente su una submission sudafricana: in caso di decisione favorevole del CIO, l'11ma classe dovrà essere comunque un Multiscafo; e infine, su proposta dell'Associazione di classe internazionale Tornado, l'Events ha scelto questa classe. Tutto questo è finito sul tavolo del Council sotto forma di "racomandazione", secondo il consueto iter decisionale degli organi ISAF. Del Council ISAF fa parte l'ex presidente federale Sergio Gaibisso, il quale ha nominato per l'occasione quale suo "alternate member" il presidente onorario Carlo Rolandi, presente a Varsavia. Spesso il Council (il governo ISAF) ha clamorosamente ribaltato in passato le recomandation dei suoi comitati tecnici consultivi, suscitando non poche polemiche. Ma stavolta si è adeguata. La decisione, anche se vagamente salomonica, è stata: ad agosto la decisione del CIO sarà comunicata al più presto a tutti i velisti, successivamente la scelta della classe da proporre (se la decisione fosse positiva alla undicesima medaglia) sarà presa dall'Executive (l'organo operativo, formato dal presidente e dai 7 vicepresidenti, tra i quali l'Italiano Marco Predieri). Il quale dovrà tenere conto che a Varsavia sia l'Equipment che l'Events Committee si sono espressi favorevolmente al Tornado (in ballo fino all'ultimo anche l'Hobie Tiger). Insomma la vela fa quadrato, almeno nella forma politica, intorno al multiscafo e al Tornado. Con una sottile vena di ipocrisia: si vota Tornado adesso, sapendo che fra due mesi ci sarà una decisione finale di altri (difficile e improbabile), dalla quale dipenderà la sorte del catamarano, che a suo tempo era già stato scaricato.

Decisioni minori: due new members della famiglia ISAF: Tanzania e Aruba. E due nuove classi: Class 40 e Classe Maxi hanno avuto lo statusi ISAF provvisorio (potranno svolgere i Mondiali 2009).

Ci voleva tanto?

martedì 12 maggio 2009

Quelli che danno i numeri (sui siti web)



La misurazione dell'audience, si sa, è uno dei punti dolenti dell'intero sistema dei media. L'audience dei siti web, a dispetto della tecnologia che consentirebbe una misurazione quasi millimetrica, lo è ancora di più. E sul piccolo pianeta-vela del web, manco a dirlo, si scatenano balletti di cifre e classifiche che sfiorano il ridicolo, e suscitano grottesche (quanto ingenue) fiere delle vanità. Accendiamo i riflettori e proviamo a fare un po' di chiarezza.

Da qualche settimana ai piani alti di Corte Lambruschini dalle finestre (benchè prive strutturalmente di aperture) filtrano ventate di entusiasmo per una presunta crescita "boom" di audience del sito web della Federazione (www.federvela.it). Il sito, secondo qualche novello esperto della rete, avrebbe scalato una speciale classifica dei website velici italiani, passando dagli ultimi ai primi posti in poche settimane (provate a indovinare? Dall'inizio del 2009, come miracolato dalla Nuova FIV). Fonte degli infantili e post-elettorali entusiasmi è un sito USA di servizi Internet (alexa.com), ben noto agli esperti e opportunamente considerato per quello che è: scarsamente attendibile. Alexa offre ai credenti un miracoloso strumento in grado di estrarre una "ranking" basata sull'indice di "popularity" di un sito web, un mix tra accessi e views. Vai su Alexa, digiti il tuo sito e ti danno la tua posizione in classifica. Questo piccolo blog ultra-specialistico, per esempio, è oggi all'873.050° posto tra tutti i siti del mondo. Mica male.

La modalità di Alexa è basata sulle rilevazioni di un tollbar installato da chi ha aderito al servizio, senza regole di reclutamento che (tanto per parlare di marketing) definisca un campione rappresentativo, nè alcuna ricerca sulla popolazione di riferimento, nè filtri sui dati raccolti. Insomma, poco più di un giochino.

Un giochino fatto apposta per i facili entusiasmi. La ranking Alexa dei siti nautici in Italia vede in testa nauticexpo.it (un salone nautico virtuale), al 75.959 posto, seguito dal sito della rivista Nautica (nautica.it) al 79.045° posto. Quindi Yacht and Sail al 168.927°, e a seguire ecco la FIV: 246.986° posto della ranking per indice di "popularity". La stupefacente classifica vede poi degli outsider come il blog zerogradinord.it e il sito di "business nautico" sailbiz.it, che precedono riviste storiche come Fare Vela (338.492°), Bolina (360.587), Solo Vela (605.893°) e ancor più staccato Il Giornale della Vela (667.070°, praticamente insidiato dal nostro stesso minuscolo blog). Altro? Yachting World, leader mondiale di carta, è a un misero 793.187° posto, surclassato da un bel blog nostrano come velablog (357.428°); i bei filmati di sailrev.tv languono all'819.079° posto, mentre leader della vela mondiale è un altro blog, Sailing Anarchy (37.132°), assai meglio della stessa ISAF (167.857°). Dati incongrui, fasulli. Lasciamo brindare chi vuole, e passiamo alla prova del nove.

Due esempi della cristallina inattendibilità di Alexa, al confronto con l'unico strumento di misurazione ufficiale del traffico web in Italia: Audiweb, società di editori e utenti che offre misurazioni certificate e oggettive. Primo: Panorama ed Espresso, i due newsmagazine settimanali rivali storici in edicola, pareggiano in Audiweb, il primo con 57.557 utenti unici nel giorno medio, il secondo con 59.039. E per Alexa? Espresso è al 348° posto della ranking, mentre Panorama arranca al 15.344°. Secondo, due riviste mensili come Elle (femminile del gruppo Legardiere) ha 42.720 utenti al giorno, e Class (maschile dell'omonimo gruppo quotato in borsa) vicinissima con 42.101. Anche le "views" (il secondo criterio dell'allegra ranking Alexa) sono simili: 463 a 421. Lontanissimo dai dati (certi) di Audiweb, il verdetto di Alexa: Elle è brillante 23.531°, mentre Class sparisce al 419.745° posto. Dopo metà dei siti velici, FIV compresa. Audiweb smaschera Alexa.

Dato ad Alexa ciò che è di Alexa, sottolineo per tranquillità che esistono sul mercato società e servizi di rilevazione web ben più professionali e attendibili, su tutte citerei Nielsen, punto di riferimento del marketing anche su Internet. Ma c'è di meglio: i dati "veri", le statistiche automisurate dai gestori dei siti stessi. Come fa Google con questo blog (144 utenti medi al giorno). I propri dati "veri" sono facilmente e quotidianamente ottenibili dal proprio sistema. Facile e quotidiano anche per la Federvela, sia vecchia che Nuova. Da questi dati, fino al 31 gennaio in mio possesso, è emersa da due anni una crescita costante, mese per mese, a un tasso del 20-30%, che è facile immaginare sia proseguito anche da febbraio a oggi, anche se ad agosto prossimo sarà difficile battere i record del 2008, nel periodo olimpico. Chi segue il sito dovrà badare ad altri dati, come le views, che segnalano il gradimento dei contenuti, ma in sostanza su Internet la FIV è in salute. Anche senza scomodare i fuochi artificiali di Alexa.

Prima di concludere, voglio ricordare il mio legame più che professionale con il sito internet federvela.it, la cui attuale configurazione fu frutto di un ottimo lavoro di team durato parecchi mesi. Un sito moderno, veloce, completo e dotato di una flessibilità che gli consentirà ancora notevoli sviluppi. Un giusto mezzo di comunicazione per una federazione sportiva, ma anche un media della vela, destinato a crescere e informare una vasta comunità di appassionati, e promuovere la vela. Il suo sviluppo è iniziato il giorno stesso in cui è nato, l'onda lunga è proseguita e oggi continua a raccogliere i frutti di quel lavoro. Non per grazia ricevuta.

lunedì 11 maggio 2009

Good News



Cerca e ricerca, alla fine le buone notizie arrivano. Questa volta vi racconto la soddisfazione di aver visto sul sito federale, nella sezione Video-TV che noi avevamo attivato circa un anno fa, dei filmati belli, originali, ben fatti e postati velocemente e in quantità. Com'era e come dev'essere nel progetto di quella sezione.

E' successo da Riva del Garda, in occasione delle regate Eurolymp. Qui, a due ore da Milano, la struttura "media" della FIV ha finalmente attivato le prestazioni di un professionista, e i risultati si sono visti. Un operatore di esperienza come Luca Negro, che conosce la vela, ha apportato un servizio aggiunto: da un veicolo parcheggiato sotto la Fraglia Vela ha montato e inserito nel sito federale oltre una decina di video. Partenze, bordeggi, giri di boa, ingaggi, issate e ammainate, arrivi... Il tutto in presa diretta, solo con il rumore del vento e dell'acqua, spesso guidando il driver del gommone ad avvicinarsi agli equipaggi. Video intensi di 3-5 minuti l'uno, su tutte le classi, quello che ogni velista vorrebbe vedere.

Ora che la tecnologia lo consente, è doveroso da parte della FIV offrire questo servizio. Non a caso avevamo attivato la sezione Video-TV, che grazie all'apporto di un altro bravo operatore come Alessandro Cece già aveva contenuto filmati sui campionati italiani (sia delle classi olimpiche che d'altura), della settimana di Alassio o degli allenamenti di Alessandra Sensini, e così via, fino alle Medal Race di Pechino (Qingdao) 2008, "remixate" con una speciale cronaca dedicata. Basta scegliere e pagare bravi collaboratori (e nel campo delle riprese video le risorse alla FIV arrivano direttamente dalla RAI che ha acquisito i diritti della vela), quelli che fanno la differenza anche con le varie pseudo web-tv veliche che mandano video amatoriali. Quel lavoro la FIV sembrava averlo interrotto: adesso ricomincia. E questa è una buona notizia. Ora continuate così.

(Nella foto: a destra con la divisa FIV Alessandro Cece, regista e operatore per 18 anni al servizio della Federvela; a sinistra il suo collega Luca Negro, che ha fatto il suo esordio a Riva del Garda su incarico della ISM. Speriamo non sia un caso isolato.)

mercoledì 6 maggio 2009

Addio a Cesare "Popi" Biagi, una vita catamarana



La vela italiana ha perso non solo un nome ma un pezzo significativo della propria storia, con la scomparsa, avvenuta a fine aprile, di Cesare Biagi, prodiere del Tornado di Franco Pivoli olimpico a Montreal (Kingston) 1976, poi allenatore e dirigente FIV. Biagi aveva 77 anni.

La stella brillante di Cesare Biagi nella vela italiana è legata strettamente alla carriera di Franco Pivoli. La coppia Franco Pivoli-Cesare Biagi, però, non fu solo un sodalizio sportivo di brillanti risultati: Cesare infatti è stato per oltre 50 anni il patrigno di Franco, avendone sposato la madre. In questi lunghi anni è nata la passione per la vela, una vera e propria scoperta che da subito si è legata alla navigazione sui multiscafi, approdando infine al catamarano Tornado fino alla partecipazione olimpica. Un ricordo che rivive nel racconto di Franco Pivoli: “Iniziammo dal campeggio nautico e dopo due anni scoprimmo subito la bellezza dei multiscafi, con un trimarano di 9 metri, con il quale facevamo lunghe crociere. Poi sempre su piccoli multiscafi ci avvicinammo alle regate, vincendo insieme la “Uno per Classe” nel 1966. L’anno dopo ad Anzio vedemmo per la prima volta il Tornado, e fu un amore a prima vista. Con Cesare abbiamo fatto coppia fissa all’insegna della vela: lui me l’ha ha fatta scoprire, e io l’ho portato fino alle Olimpiadi, nonostante la complicazione dei ruoli: in barca comandavo io come timoniere, una volta a terra la situazione si ribaltava. Ma è stato divertente.”

Dopo i lunghi anni ai vertici della classe Tornado, culminati con il 7° posto ai Giochi di Kingston 1976 (“Potevamo chiudere al 3° posto, senza una squalifica nell’ultima prova – ricorda ancora Franco Pivoli – e nella circostanza ci penalizzò il fatto che Beppe Croce fosse presidente della federvela internazionale, perché non potè difenderci fino in fondo”), Cesare Biagi è rimasto nella vela agonistica, sia come allenatore federale del Tornado nel quadriennio 1977-1980, che come coach del catamarano Classe C italiano “Miss Lancia” che fu sfidante alla Little America’s Cup (sfida tra prototipi di multiscafi assai popolare a cavallo tra gli anni Settanta e Ottanta, tanto da meritarsi l’appellativo di piccola Coppa America, a dispetto del nome reale: International Catamaran Challenge Trophy) nel 1978 negli USA, battuto 4-0 da Patient Lady IV di Dave Hubbard.

Cesare Biagi, imprenditore nella chimica, è stato anche dirigente FIV: nel quadriennio 1977-1980 (presidente federale Beppe Croce), è stato Componente della Commissione Sportiva presieduta da Sergio Gaibisso e composta con lui da Maurizio Andreuzzi, Rodolfo Decleva, Ernesto Maggioni, Primo Paniccia, Bianca Maria Piccinini, Tullio Pizzorno, Livio Spanghero e Franco Visibelli.

Il 2 maggio Biagi è stato ricordato con una benedizione solenne a Venezia, la città dove viveva da alcuni anni, e il prossimo 19 maggio a Soncino (Crema) si terrà una messa presso la tomba di famiglia.

A Franco Pivoli e a tutta la famiglia le nostre condoglianze, e un ricordo affettuoso e grato per quanto "popi" ha dato alla vela italiana.

(Nella foto, Cesare Biagi in divisa FIV a una regata Tornado - Courtesy Franco Pivoli)

lunedì 4 maggio 2009

Deregulation, disimpegnation



Nell'ansia di allegerirsi, la cura dimagrante della Nuova FIV rischia di degenerare in anoressia. Il peggio è se la voglia di deregolamentare, disimpegnarsi, delegare le responsabilità, coinvolge anche la fonte stessa della vela: i giovani e giovanissimi.
Da sempre la vela giovanile è un fiore all'occhiello dell'Italia, spesso riconosciuta all'estero come esempio da seguire. E noi invece che facciamo? Cambiamo tutto, anzi chiudiamo baracca... Ecco cosa serpeggia (in attesa, tanto per cambiare, di un minimo sindacale di notizie, informazioni, dati ufficiali, insomma la cara vecchia "comunicazione" che pare sparita dal vocabolario FIV) in tema di vela giovanile, stando ai mormorii colti in banchina alle prime regate della stagione.

La classe Optimist non avrà più tecnici federali, non ci saranno più squadre nazionali ai campionati europei, mondiali o ai grandi eventi internazionali. A seguire i baby-velisti provvederanno i Circoli, mentre la Classe Optimist (nel senso di Associazione di Classe) avrà un (1) suo tecnico. Niente tecnici e niente squadre significa niente soldi (la spesa annuale per la vela giovanile si aggirava sui 200mila euro): fino a 15 anni i futuri olimpici della vela azzurra dovranno cavarsela da soli. Solo in seguito, per i più bravini, la FIV interverrà: per la fascia 15-18 anni.

Perchè? Sbizzarritevi: alcuni dicono che fa parte del progetto di "britannizzazione" della vela italiana, visto che a quanto pare gli inglesi (sui quali ci illudiamo che basti copiare come giapponesi) fanno così, e non vogliono, proprio non vogliono, che i loro piccoli vincano o rischino di vincere un titolo Optimist, per non rovinarsi il futuro. Altri dicono che le scelte sono frutto di un disegno tecnico-politico che fa sempre capo al duumvirato dei Direttori Tecnici, che in questo modo si liberano dal gentile assedio di un nugolo di tecnici giovanili.

La cosa che più preoccupa, tuttavia, resta la mancata chiara comunicazione sui nuovi programmi, gli obiettivi, il percorso. Solo qualche sparuta riunione in poche Zone, e un "briefing" informale del consigliere di presidenza Pino Barbieri, a Formia durante una regata Optimist. Il presidente Croce sull'argomento ha delegato totalmente: gesto da apprezzare per l'umiltà, ma a un presidente si chiede almeno di seguire da vicino chi ha delegato (politici e tecnici), ascoltare la base, le persone coinvolte. E magari aggiustare la rotta. Speriamo in un sussulto di flessibilità e soprattutto in una ripresa delle comunicazioni, oggi interrotte, anche perchè il tempo stringe: a giugno inizia la stagione delle Scuole di Vela, con 1500 istruttori e 25mila allievi. Qualcosa a che fare con la vela giovanile...

(Nella foto di apertura: un tecnico FIV abbracciato ai suoi giovani della squadra nazionale federale, a un mondiale Optimist. Una scena che dovremo dimenticare?)

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